Non è una novità. Nonostante la direttiva europea che regola la sanità transfrontaliera risalga ormai al 2014 (7 anni fa!), gli stati membri dell’Unione, e l’Italia in particolare, non fanno niente per promuovere la mobilità sanitaria europea. Anche nell’ambito sanitario, sono pochi i medici che conoscono l’esistenza di questa opportunità.
Eppure si tratta di una risorsa che potrebbe contribuire a migliorare l’attuale sovraccarico del SSN che si è creato come conseguenza della pandemia. Nei casi di interventi chirurgici programmati, operarsi all’estero, con il rimborso delle spese sostenute da parte del SSN, rappresenta una valida alternativa a liste d’attesa che in tanti casi risultano completamente bloccate.