Per monitorare e tenere sotto controllo la situazione, la legge indica anche l’obbligo per le Regioni di pubblicare i dati sui tempi di attesa. Uno strumento di controllo all’insegna della trasparenza per i cittadini. Devono essere resi noti i tempi di attesa per le prime visite specialistiche di 14 prestazioni e per 65 esami diagnostici.
Come però evidenziato dallo studio di Dataroom, il meccanismo di controllo non funziona!
In alcune regioni, per esempio, viene dichiarato il tempo medio di una risonanza magnetica in 69 giorni. Ma non viene specificato se è una prestazione da garantire subito, entro 10 giorni, o entro 30/60!
Vengono così inseriti tempi di attesa, ma non vengono considerati i codici di priorità.
Oltretutto, non sappiamo se il tempo indicato è «in previsione» (ossia indico oggi quello che è il tempo di attesa previsto) oppure è «a posteriori» (ossia indico quello che in realtà c’è stato da attendere).
Ci sono Regioni che pubblicano i dati solo di alcune Aziende Sanitarie (le migliori, forse?), falsando i risultati.
In ben 17 Regioni, poi, si rilevano meno visite ed esami di quelli indicati dal Pngla .