Con un intervento innovativo 15enne recupera l’uso del braccio paralizzato.

Un giovane di 15 anni ha affrontato con successo un intervento chirurgico pionieristico presso l’ospedale Molinette di Torino, utilizzando una tecnica innovativa mai sperimentata prima per ripristinare la funzione del suo braccio sinistro paralizzato.

Paralizzato dopo incidente stradale

Dopo essere stato coinvolto in un grave incidente stradale, il ragazzo ha subito un grave politrauma che ha portato all’amputazione traumatica della mano e all‘interruzione completa delle fibre nervose che controllano i movimenti del braccio sinistro.

Inizialmente ricoverato presso l’ospedale di Perugia, il giovane ha attraversato un lungo processo di recupero dopo un delicato intervento per ricostruire la mano e le sue connessioni neuro-muscolari.

Tuttavia, nonostante gli sforzi, il braccio sinistro ha subito una lesione troppo grave, e i nervi del plesso brachiale sono risultati irrimediabilmente amputati.

L'Intervento di microchirurgia

L’unico mezzo per ripristinare l’uso del braccio è stato un complesso intervento di microchirurgia.

La procedura richiedeva il prelievo di un tratto di un nervo sano per sostituire il plesso brachiale lesionato.

Il nervo ideale per questo scopo è risultato essere il nervo frenico, che origina a livello delle prime vertebre cervicali, discende nel collo e nel torace.

Collaborazione multidisciplinare a Torino

Il ragazzo è stato trasferito a Torino, presso le Molinette, dove un’équipe multidisciplinare di chirurghi ha preso in carico il caso.

Chirurghi della mano, neurochirurghi e chirurghi toraco-polmonari si sono uniti per applicare, per la prima volta in Italia, una tecnica mini-invasiva di prelievo del nervo frenico.

Questa innovativa procedura ha permesso di conservare integralmente la porzione del nervo frenico intratoracico, aumentando le probabilità di successo dell’intervento.

Una nuova vita per il braccio

Il nervo frenico è stato prelevato per tutta la sua lunghezza e successivamente reinnervato, collegandolo come fili elettrici nei nervi non funzionanti del braccio sinistro.

Questa riconnessione permette alla componente sana del nervo di ricrescere gradualmente, con una media di 1-2 mm al giorno.

L’intervento si basa sui trasferimenti nervosi, una tecnica che coinvolge il riposizionamento di nervi sani per ripristinare la funzione motoria nelle zone colpite.

Durante l’intervento, i chirurghi hanno eseguito con precisione microchirurgica il collegamento dei nervi sani a quelli paralizzati, creando una nuova connessione per trasmettere i segnali neurali.

8 ore in sala operatoria

Dopo oltre 8 ore di sala operatoria, l’intervento è stato tecnicamente riuscito.

Il giovane paziente è stato dimesso cinque giorni dopo e ora si prepara a affrontare una nuova fase di riabilitazione e fisioterapia per completare il suo percorso verso una completa guarigione.

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Ossa di Vetro: un bambino con Osteogenesi Imperfetta cammina a 11 Anni

Un bambino di undici anni ha conquistato la gioia di camminare, sfidando l’Osteogenesi Imperfetta, attraverso quattro interventi chirurgici presso l’AOU Meyer e una determinata riabilitazione presso il Centro Don Carlo Gnocchi di Firenze.

Una vittoria di determinazione e collaborazione medica

A soli undici anni, un piccolo paziente ha sperimentato la gioia di camminare per la prima volta, grazie al lavoro collaborativo dei medici dell’AOU Meyer IRCCS.

Dopo quattro delicati interventi chirurgici e un lungo percorso riabilitativo, il bambino ha finalmente compiuto i suoi primi passi, seppur con l’aiuto delle stampelle.

La sfida dell'osteogenesi imperfetta

Il protagonista di questa storia affronta una forma estremamente severa di osteogenesi imperfetta, nota anche come ‘la malattia delle ossa di vetro’.

Questa patologia genetica, caratterizzata da un difetto del collagene, porta a una significativa fragilità ossea.

Le gambe del bambino erano affette da fratture patologiche, causando una deformità grave con una curvatura a forma di sciabola sia nelle cosce che nelle gambe, rendendo impossibile il movimento eretto.

Diagnosi e periodo di ricovero

La diagnosi è stata stabilita dopo approfondite indagini condotte dagli endocrinologi e genetisti presso l’ospedale pediatrico fiorentino.

Da quel momento, ha avuto inizio un prolungato periodo di ricovero, durante il quale l’equipe di Ortopedia e Traumatologia pediatrica, guidata dal professor Giovanni Beltrami, ha seguito attentamente il caso.

Studio preliminare e simulazioni chirurgiche

Prima di affrontare la serie di interventi necessari, gli ortopedici hanno condotto un’angiotac agli arti inferiori per uno studio approfondito.

I chirurghi, utilizzando modelli a grandezza naturale delle ossa deformi del bambino ottenuti attraverso la stampa 3D, hanno simulato e pianificato gli interventi.

Queste simulazioni hanno permesso di programmare osteotomie mirate, eliminando progressivamente la curvatura e consentendo di raddrizzare le gambe.

Chiodi telescopici e crescita fisiologica

Un elemento fondamentale del trattamento è stato l’utilizzo di chiodi telescopici in grado di “allungarsi”, adattandosi alla crescita fisiologica del bambino e fornendo una “protezione interna” all’osso stesso.

Riabilitazione e supporto a Don Carlo Gnocchi

Il percorso di riabilitazione è stato altrettanto cruciale e si è svolto presso il reparto di riabilitazione pediatrica specializzata del Centro IRCCS Don Carlo Gnocchi di Firenze.

L’équipe, guidata dalla dottoressa Giovanna Cristella, fisiatra dell’età evolutiva, ha elaborato una strategia efficace utilizzando fisioterapisti, tutori e ausili appropriati per consentire al bambino di muoversi sulle proprie gambe.

Cura continua e prospettive future

Un’attenzione particolare è stata dedicata all’individuazione di una cura adeguata per prevenire l’avanzamento della patologia.

Il bambino proseguirà il suo percorso medico presso l’Auxoendocrinologia del Meyer, diretta dal professor Stefano Stagi, dove riceverà le terapie specifiche necessarie.

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IEO Proton Center, nuovo capitolo nella cura oncologica.

L’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) inaugura un nuovo capitolo nella cura oncologica con l’apertura dello IEO Proton Center. Questo centro  rappresenta un primato significativo, posizionando l’IEO come il primo IRCCS in Italia a dotarsi di una struttura dedicata a questa terapia innovativa.

L'importanza della Protonterapia

La Protonterapia, inaugurata durante la cerimonia alla presenza di Guido Bertolaso, Assessore al Welfare della Regione Lombardia, e Beppe Sala, Sindaco di Milano, offre nuove possibilità di cura per diversi tipi di tumori.

Il Direttore Scientifico IEO, Roberto Orecchia, sottolinea come questa terapia sia particolarmente vantaggiosa per tumori in organi critici o difficili da raggiungere, oltre a offrire una riduzione dei rischi di tumori indotti dai raggi.

Innovazione e investimenti

Il Prof. Orecchia evidenzia che, sebbene la Protonterapia sia innovativa, richiede significativi investimenti in tecnologie e risorse umane.

L’IEO Proton Center si posiziona come uno dei centri più avanzati al mondo, contribuendo a colmare il divario tra domanda e offerta di terapia protonica in Italia.

Impegno sociale ed eccellenza

Carlo Buora, Vicepresidente IEO, sottolinea come l’IEO abbia sempre promesso speranza, eccellenza e visione nella ricerca scientifica.

L’apertura del Proton Center si inserisce in questa missione, rappresentando uno dei progetti più importanti nella storia dell’IEO.

Tecnologia all'avanguardia

Il CEO Mauro Melis sottolinea che l’IEO Proton Center è dotato del sistema più avanzato di Protonterapia a livello internazionale, installato per la prima volta in Italia.

L’edificio stesso è stato progettato su misura per ospitare la macchina di Protonterapia, garantendo massima efficienza e sostenibilità.

Questo centro è anche il primo integrato con un reparto di radioterapia all’interno di un IRCCS oncologico.

Inclusione nella sanità pubblica

A partire dal 2024, la Protonterapia sarà erogata dal Sistema Sanitario Nazionale, segnando un passo significativo nella cura oncologica a livello nazionale.

Il Ministero della Salute, nel 2017, ha incluso la Protonterapia nei Livelli Essenziali di Assistenza per 10 patologie oncologiche.

Raccomandazioni dell'Istituto Superiore di Sanità

Nel 2021, l’Istituto Superiore di Sanità ha emesso raccomandazioni che evidenziano i maggiori vantaggi della Protonterapia nel trattamento di tumori solidi pediatrici, tumori in sedi critiche e poco responsivi alla radioterapia convenzionale.

Ciò apre prospettive positive per l’espansione delle prestazioni di Protonterapia garantite dalla sanità pubblica

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Studio clinico per un vaccino terapeutico contro l’HIV al San Raffaele di Milano

Al San Raffaele di Milano parte lo studio clinico per testare un nuovo vaccino terapeutico contro l’HIV. Un passo avanti nella ricerca.

Un approccio innovativo di Tomas Hanke

Il Jenner Institute dell’Università di Oxford, guidato da Tomas Hanke, ha sviluppato un vaccino terapeutico per l’HIV.

Sebbene non in grado di prevenire l’infezione, il vaccino denominato HIVconsvX si propone di controllare l’infezione in modo efficace.

Dopo risultati incoraggianti ottenuti in precedenti test su volontari non infetti da HIV, il vaccino sarà ora sperimentato in Italia presso l’Irccs Ospedale San Raffaele.

Un'emergenza persistente

Con 85,6 milioni di persone nel mondo e 160.000 solo in Italia che vivono con l’HIV, la necessità di nuove cure, inclusi i vaccini, è ancora una priorità.

Nel 2022, sono stati diagnosticati circa 2000 nuovi casi di infezione da HIV in Italia.

Il team di ricerca milanese, guidato da Gabriella Scarlatti, ha avviato uno studio clinico per valutare la sicurezza e la risposta immune del nuovo vaccino HIVconsvX.

Trattamenti attuali

Attualmente, i farmaci antiretrovirali riescono a bloccare la replicazione del virus e rendere la sua presenza nel sangue non rilevabile, garantendo un’aspettativa di vita sovrapponibile a quella della popolazione generale.

Tuttavia, questi trattamenti devono essere seguiti per tutta la vita e la loro interruzione può portare a una ricomparsa del virus in poche settimane.

La ricerca di alternative, come il vaccino terapeutico, diventa cruciale.

Le due fasi del Trial

Lo studio clinico presso l’Ospedale San Raffaele coinvolge 33 volontari con HIV-1 positivi, che hanno mantenuto la stabilità dell’infezione attraverso terapia antiretrovirale per almeno 2 anni.

La fase I prevede uno studio randomizzato per valutare la sicurezza del vaccino, seguito da uno studio sulla risposta immune nella fase successiva.

Il vaccino HIVconsvX mira a coprire una vasta gamma di varianti dell’HIV-1.

La sfida della ricerca e la collaborazione internazionale

L’eradicazione dell’HIV è difficile a causa della sua variabilità, ma il vaccino terapeutico potrebbe rappresentare un passo avanti nel controllo a lungo termine dell’infezione.

Il progetto HIV-CORE007 è parte dell’European Aids Vaccine Initiative 2020 (Eavi2020) e ha ricevuto finanziamenti anche dal Ministero della Salute.

La collaborazione internazionale e la progettazione dell’immunogeno da parte di Tomas Hanke testimoniano gli sforzi globali nella ricerca di una soluzione efficace contro l’HIV.

Conclusioni e prospettive

Il vaccino terapeutico rappresenta una speranza tangibile per il controllo duraturo dell’HIV.

Gabriella Scarlatti e il suo team credono che questa ricerca possa offrire opportunità preziose per migliorare la gestione clinica a lungo termine delle persone con HIV, specialmente in aree dove l’accesso continuo ai farmaci è un problema.

La lotta contro l’HIV continua, ma con nuove scoperte e approcci innovativi, si aprono nuove possibilità per migliorare il benessere e la qualità di vita delle persone colpite dall’infezione.