Studio clinico per un vaccino terapeutico contro l’HIV al San Raffaele di Milano
Al San Raffaele di Milano parte lo studio clinico per testare un nuovo vaccino terapeutico contro l’HIV. Un passo avanti nella ricerca.
Un approccio innovativo di Tomas Hanke
Il Jenner Institute dell’Università di Oxford, guidato da Tomas Hanke, ha sviluppato un vaccino terapeutico per l’HIV.
Sebbene non in grado di prevenire l’infezione, il vaccino denominato HIVconsvX si propone di controllare l’infezione in modo efficace.
Dopo risultati incoraggianti ottenuti in precedenti test su volontari non infetti da HIV, il vaccino sarà ora sperimentato in Italia presso l’Irccs Ospedale San Raffaele.
Un'emergenza persistente
Con 85,6 milioni di persone nel mondo e 160.000 solo in Italia che vivono con l’HIV, la necessità di nuove cure, inclusi i vaccini, è ancora una priorità.
Nel 2022, sono stati diagnosticati circa 2000 nuovi casi di infezione da HIV in Italia.
Il team di ricerca milanese, guidato da Gabriella Scarlatti, ha avviato uno studio clinico per valutare la sicurezza e la risposta immune del nuovo vaccino HIVconsvX.
Trattamenti attuali
Attualmente, i farmaci antiretrovirali riescono a bloccare la replicazione del virus e rendere la sua presenza nel sangue non rilevabile, garantendo un’aspettativa di vita sovrapponibile a quella della popolazione generale.
Tuttavia, questi trattamenti devono essere seguiti per tutta la vita e la loro interruzione può portare a una ricomparsa del virus in poche settimane.
La ricerca di alternative, come il vaccino terapeutico, diventa cruciale.
Le due fasi del Trial
Lo studio clinico presso l’Ospedale San Raffaele coinvolge 33 volontari con HIV-1 positivi, che hanno mantenuto la stabilità dell’infezione attraverso terapia antiretrovirale per almeno 2 anni.
La fase I prevede uno studio randomizzato per valutare la sicurezza del vaccino, seguito da uno studio sulla risposta immune nella fase successiva.
Il vaccino HIVconsvX mira a coprire una vasta gamma di varianti dell’HIV-1.
La sfida della ricerca e la collaborazione internazionale
L’eradicazione dell’HIV è difficile a causa della sua variabilità, ma il vaccino terapeutico potrebbe rappresentare un passo avanti nel controllo a lungo termine dell’infezione.
Il progetto HIV-CORE007 è parte dell’European Aids Vaccine Initiative 2020 (Eavi2020) e ha ricevuto finanziamenti anche dal Ministero della Salute.
La collaborazione internazionale e la progettazione dell’immunogeno da parte di Tomas Hanke testimoniano gli sforzi globali nella ricerca di una soluzione efficace contro l’HIV.
Conclusioni e prospettive
Il vaccino terapeutico rappresenta una speranza tangibile per il controllo duraturo dell’HIV.
Gabriella Scarlatti e il suo team credono che questa ricerca possa offrire opportunità preziose per migliorare la gestione clinica a lungo termine delle persone con HIV, specialmente in aree dove l’accesso continuo ai farmaci è un problema.
La lotta contro l’HIV continua, ma con nuove scoperte e approcci innovativi, si aprono nuove possibilità per migliorare il benessere e la qualità di vita delle persone colpite dall’infezione.
Fonte:
Innovazioni oftalmologiche: ecco i farmaci del futuro
Le ultime frontiere dell’oculistica: inibitori C5 per la maculopatia, terapie long-acting, lenti innovative e realtà virtuale in sala operatoria.
Inibitori del complemento C5 per trattare la maculopatia atrofica
La maculopatia, con le sue forme ‘secca’ ed ‘umida’, rappresenta una seria minaccia per la vista, in particolare per la popolazione occidentale.
Il professor Stanislao Rizzo, Direttore del Dipartimento di Oculistica di Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Oculistica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sottolinea che queste malattie sono la causa più frequente di ipovisione e disabilità visiva dopo i 50 anni.
La maculopatia atrofica, una forma legata all’età, colpisce circa 1 milione di italiani.
Fino a pochi mesi fa, non c’erano trattamenti disponibili, ma recentemente sono stati introdotti farmaci negli Stati Uniti che agiscono contro questa forma di maculopatia.
Questi inibitori del complemento C5, come pegcetacoplan e avacincaptad pegol, hanno dimostrato di rallentare l’evoluzione della malattia nel 30% dei pazienti, segnando un significativo progresso.
Nuove terapie intravitreali per la maculopatia 'Umida'
Le terapie intravitreali sono efficaci contro le forme ‘umide’ della maculopatia, ma la necessità di iniezioni mensili in sala operatoria rappresenta una sfida.
Tuttavia, nuovi trattamenti intravitreali, come il farmaco Faricimab, un anticorpo bispecifico contro il VEGF e l’angiopoietina-2, e una nuova formulazione di Aflibercept, stanno emergendo.
Inoltre, la sperimentazione di uno speciale ‘serbatoio’ ricaricabile impiantato sulla parete dell’occhio, che rilascia gradualmente il farmaco anti-VEGF, potrebbe consentire intervalli di trattamento più lunghi, fino a un anno.
La prospettiva di una terapia genica per insegnare alle cellule della retina a produrre autonomamente farmaci anti-angiogenici rappresenta un’altra promettente direzione di ricerca.
Sfide e innovazioni nella gestione della miopia
La miopia, un’emergenza a livello mondiale che colpisce 2,6 miliardi di persone, è al centro dell’attenzione.
Con il previsto aumento del 50% della popolazione mondiale miope, il rischio di distacco della retina è in aumento.
Recenti studi hanno dimostrato l’efficacia di colliri a bassissima concentrazione di atropina e lenti a defocalizzazione periferica nel rallentare la progressione della miopia.
Nuove terapie, come lenti a contatto a defocalizzazione periferica, sono attese nel prossimo futuro.
Realtà virtuale in sala operatoria e progressi in chirurgia oculistica
Un altro aspetto affrontato al congresso è l’integrazione del metaverso e della realtà virtuale in chirurgia oculistica.
La simulazione in realtà virtuale sta diventando un elemento chiave nella formazione dei giovani oculisti, offrendo un ambiente sicuro per praticare interventi delicati.
L’utilizzo di microscopi digitali che proiettano immagini 3D in sala operatoria, insieme all’adozione di nuovi strumenti e tecniche, contribuisce a migliorare i risultati nei pazienti.
Terapia genica in oculistica
La terapia genica sta guadagnando terreno nella cura di malattie rare, come la retinite pigmentosa.
Studi e trial clinici sono in corso per trattare forme specifiche, e in futuro, la terapia genica potrebbe estendersi a patologie più comuni, come la maculopatia ‘umida’ e la retinopatia diabetica.
Le aziende farmaceutiche stanno investendo considerevolmente in questa promettente area di ricerca.
Innovazioni live e chirurgia oculistica
Il congresso ha ospitato interventi live dal Gemelli e da Gemelli Isola, durante i quali chirurghi provenienti da diverse parti del mondo hanno presentato nuove tecniche operatorie e strumenti avanzati, inclusi microscopi completamente digitali.
Questi progressi mirano a ottenere risultati sempre migliori nei pazienti, segnando ulteriori sviluppi nell’ambito della chirurgia oculistica.
Fonte:
Rigenerazione della vista pediatrica al Meyer con la genetica oculare
Il Meyer, ospedale pediatrico di eccellenza, offre un servizio di alta specialità attraverso il suo ambulatorio integrato di genetica oculare. Questo servizio è dedicato a oltre 900 bambini affetti da malattie rare degli occhi, fornendo un supporto multidisciplinare con la collaborazione di genetisti ed oculisti.
Malattie trattate
L’ambulatorio si occupa di bambini con malattie ereditarie rare o ultra-rare che coinvolgono gli occhi, come le distrofie retiniche, la cataratta congenita, il glaucoma congenito e giovanile, e le forme associate a malattie metaboliche.
I pazienti provengono da tutta Italia, rendendo cruciale la possibilità di concentrare le visite in un’unica seduta.
Il percorso diagnostico
Il percorso inizia con la diagnosi, coinvolgendo un approccio completo che comprende valutazioni genetiche e oculari. Il team di medici genetisti, guidato dalla dottoressa Sara Bargiacchi e coordinato dalla professoressa Angela Peron, si occupa della valutazione genetica.
Contestualmente, gli oculisti e ortottisti dell’Oftalmologia pediatrica del Meyer, sotto la guida del dottor Roberto Caputo e del dottor Giacomo Bacci, iniziano l’indagine oculistica.
Esami genetici e strumentali
Al termine della valutazione congiunta, se necessario, vengono proposti esami genetici specifici eseguiti dai biologi genetisti del laboratorio della SOC Genetica Medica del Meyer.
In casi particolarmente complessi, si possono programmare esami strumentali avanzati con l’uso di tecnologie come l’SD-OCT ad alta risoluzione.
Trattamento e consulti internazionali
Completata la parte diagnostica, i pazienti vengono seguiti nel percorso terapeutico con la consulenza delle diverse professionalità dell’ambulatorio.
Nei casi più complessi, si attivano consulti internazionali con esperti di rara patologia.
Un caso esemplare riguarda un paziente con maculopatia di Best, trattato tempestivamente grazie alla collaborazione con esperti internazionali.
Rete internazionale
L’ambulatorio è parte di un consorzio scientifico, con Careggi come capofila.
Questo consorzio unico coinvolge adulti e bambini, con strutture specializzate come Careggi e il Meyer, inserendosi nella rete internazionale Ern-Eye dedicata alle malattie oculari rare.
Il Meyer, con il coordinatore dell’ambulatorio dottor Giacomo Bacci, partecipa attivamente a progetti di ricerca e collaborazioni clinico-scientifiche all’interno di questa prestigiosa rete europea.
Fonte:
European Medical Tourism (EMT) 2023 a Chianciano Terme
L’EMT 2023 si è rivelato un evento unico a livello internazionale, fungendo da punto di incontro tra domanda e offerta nel settore del turismo medicale e termale sanitario.
La chiara vocazione di Chianciano Terme in questo ambito risale a oltre un secolo fa, rendendo la città un luogo emblematico per questo tipo di eventi.
Luoghi e partecipanti
L’evento si è svolto presso il Parco Fucoli di Chianciano Terme, il PalaMontepaschi e il nuovo edificio Meet @Chianciano.
Le oltre 100 postazioni espositive all’interno del PalaMontepaschi hanno attirato l’attenzione di più di 150 buyer internazionali.
Durante i pomeriggi del 16 e del 17 novembre, sono stati organizzati incontri business-to-business con l’obiettivo di facilitare contratti di incoming e outgoing.
Partecipazione internazionale
Rappresentanti provenienti dagli Stati Uniti, dall’Asia, dall’Africa e dall’Europa, con particolare attenzione alle regioni settentrionali e orientali, si sono riuniti a Chianciano Terme.
Numerosi paesi stranieri hanno partecipato come acquirenti ed espositori, coprendo una vasta gamma di settori sanitari, tra cui tutte le specializzazioni della chirurgia maggiore, l’oncologia, la riabilitazione, la chirurgia estetica, le cure termali e gli stili di vita.
È stato notevole l’interesse suscitato dal coinvolgimento attivo del circuito nazionale delle parafarmacie, le quali, in risposta alle richieste della propria clientela, hanno progressivamente assunto un ruolo di crescente centralità nella gestione delle richieste di cure mirate.
Programma di convegni
Il ricco programma di 20 workshop e masterclass, guidati da figure di riconosciuto prestigio a livello internazionale, ha esaminato lo stato dell’arte, le trasformazioni e le tendenze del settore, con particolare attenzione alle nuove frontiere del turismo sanitario, come l’intelligenza artificiale e il metaverso.
Le presentazioni di gruppi internazionali, quali Humanitas (Italia), Quironsalud (Spagna), Ars Biomedica (Italia), Regina Maria (Romania), Memorial Hospitals Group (Turchia), insieme alle relazioni di esperti di spicco come Ilan Geva e Christina de Moraes dagli Stati Uniti, Anna Weegen dalla Germania, Sandeep Sharma dagli Emirati Arabi Uniti, Reza Jamili dall’Iran e Prem Jagyasi dall’India, hanno caratterizzato i momenti salienti dell’evento.
Serata di gala
La serata del 16 novembre si è aperta con un buffet che ha offerto i prodotti tipici della Valdichiana e della Val d’Orcia, in collaborazione con Toscana Promozione, sottolineando l’importanza del territorio anche dal punto di vista enogastronomico.
Il momento clou dell’evento è stato rappresentato dalla consegna degli Award 2023 nelle 23 categorie valutate dalla giuria internazionale composta da 12 esperti del settore.
Crescita del Turismo Medico in Italia
I flussi di turismo medico coinvolgono numerose nazioni e continenti, evolvendosi costantemente in sintonia con le dinamiche economiche e geopolitiche globali.
Anche in Italia, questo settore sta attraversando una fase di continua crescita, posizionando il paese come un potenziale hub per cure mediche di alta qualità, attraendo pazienti provenienti da tutta Europa e oltre.
All’interno di questo contesto, il sistema sanitario italiano, supportato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ha sempre garantito un’assistenza generalizzata finanziata attraverso risorse provenienti dalla fiscalità generale. Per la chiara vocazione sociale dell’assistenza sanitaria, il turismo medico è stato a lungo sottovalutato, con un’eccessiva focalizzazione sulle strutture nazionali.
Le sfide emergenti, come le lunghe liste d’attesa accentuate dalla recente pandemia, stanno rendendo praticamente impossibile per i cittadini accedere alle cure in tempi ragionevoli, una situazione che non si discosta da quanto sperimentato in altri paesi. Di conseguenza, sempre più individui stanno considerando l’opzione di rivolgersi alla sanità privata, sia in Italia che all’estero, dove i costi potrebbero essere più accessibili.
La presenza significativa dei principali gruppi ospedalieri privati all’EMT 2023, tra cui Humanitas, Gruppo Villa Maria, Gruppo Garofalo, Gruppo Guarnieri, Gruppo Giomi, riflette la crescente consapevolezza di questa tendenza.
È interessante notare anche la presenza di chirurghi specialisti alla ricerca di soluzioni per le liste d’attesa bloccate in Italia per i loro pazienti, optando per interventi all’estero e sfruttando la poco conosciuta Direttiva Europea 24/2011/UE “Concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera”. Questa direttiva apre nuove opportunità per coloro che cercano cure mediche tempestive e accessibili in qualsiasi stato dell’Unione Europea.
Organizzazione e prospettive
La nostra società, SEF Surgical European Facilitator Srl, desidera esprimere la propria gratitudine all’organizzatore, BookingsMed Italia, membro di World Fine Selections con oltre vent’anni di esperienza nel turismo termale sanitario e medicale internazionale.
Ci sentiamo onorati di aver fatto parte della giuria degli Award e riconosciamo l’eccellente organizzazione dell’evento e delle attività circostanti.
L’atmosfera amichevole ed informale, sapientemente creata da BookingsMed Italia, ha favorito l’interazione tra i partecipanti provenienti da diverse parti del mondo.
Questo contesto ha agevolato lo scambio di esperienze e ha generato nuove collaborazioni che avranno un impatto significativo sulla semplificazione dell’accesso alle cure per i pazienti.
Come si suol dire, “davanti a un buon bicchiere di vino o durante un bagno nella piscina termale è più facile costruire un rapporto”.
Riabilitazione post ictus, il tempo è prezioso.
Quando si parla di ictus il tempo è prezioso, non solo per quanto riguarda l’assistenza del paziente nella fase di emergenza, cioè durante e subito dopo l’evento, ma anche per l’inizio della terapia riabilitativa.
Una minaccia globale
La World Stroke Organisation segnala che più di 12 milioni di persone nel mondo sono colpite da ictus ogni anno.
Questo improvviso disturbo, il cui nome deriva dal latino e significa “colpo”, è causato dal mancato apporto di sangue in una specifica area del cervello, con conseguente perdita o deterioramento delle funzioni cognitive o motorie ad essa legate.
In Italia, l’ictus è la principale causa di invalidità e la seconda causa di morte, superata solo dalle malattie cardiovascolari.
Prevenzione e limitazione delle conseguenze
Gli esperti sostengono che è possibile fare molto sia in termini di prevenzione che di limitazione delle conseguenze una volta che l’ictus si è verificato.
La tempestività nell’assistenza durante l’emergenza e l’avvio precoce della terapia riabilitativa sono fondamentali.
Secondo Alessandro Giustini, direttore della Scuola Europea di Robotica in Neuroriabilitazione, iniziare precocemente gli interventi di riabilitazione è cruciale per ottenere risultati migliori.
Quando iniziare la riabilitazione
Il tempo è essenziale quando si tratta di ictus, non solo durante l’emergenza ma anche nell’avvio della terapia riabilitativa.
Gli interventi devono essere adeguati alle condizioni del paziente e valutati in collaborazione con il neurologo o neurochirurgo responsabile.
La riabilitazione dovrebbe cominciare già nelle fasi iniziali del trattamento farmacologico o subito dopo la rianimazione, specialmente in casi gravi o complessi.
Le attività riabilitative mirano a prevenire l’aggravamento dei danni, ridurne la gravità e preparare il terreno per trattamenti più intensivi successivi.
Attenzione ai deficit cognitivi
Il tipo di intervento riabilitativo dipende dalle sedi anatomiche e funzionali colpite.
Può riguardare la paralisi di un arto, problemi di postura, deambulazione o deficit cognitivi.
Questi ultimi non coinvolgono solo il linguaggio ma anche la consapevolezza del paziente e la sua capacità di comprendere gli esercizi proposti.
Affrontare tempestivamente questi aspetti è essenziale, poiché durante la riabilitazione motoria possono emergere deficit cognitivi non evidenti durante la degenza.
Il ruolo cruciale dell'infermiere
Un team multidisciplinare di specialisti, tra cui fisioterapisti, logopedisti e infermieri, monitora costantemente il paziente.
L’infermiere svolge un ruolo chiave nell’assistenza quotidiana, segnalando eventuali problematiche da monitorare.
Possibilità di recupero
Il recupero delle funzioni cognitive e motorie dipende in parte dall’entità del danno causato dall’ictus.
Tuttavia, l’inizio tempestivo della terapia riabilitativa può favorire un recupero significativo.
Il coinvolgimento attivo del paziente, lo stimolo funzionale ed emozionale possono superare le aspettative basate solo sulle valutazioni anatomiche.
Integrazione con la terapia robotica
La neuroriabilitazione robotica offre strumenti di supporto, come macchinari per il recupero motorio e strumenti di realtà virtuale per stimolare specifiche funzioni cognitive o comunicative.
Questi strumenti possono essere utilizzati anche a domicilio, consentendo risultati precedentemente inaccessibili.
La motivazione, guidata dagli specialisti e misurata attraverso punteggi, è fondamentale per il successo della riabilitazione.
In sintesi, l’ictus rappresenta una sfida globale, ma l’approccio tempestivo e olistico alla riabilitazione offre speranza per un recupero significativo.
Fonte:
Affetto da Parkinson cammina dopo 30 anni grazie ad un impianto innovativo
I ricercatori del Politecnico federale di Losanna hanno concepito la tecnologia che ha consentito a Marc Gauthier, un cittadino francese di 62 anni, affetto dalla malattia neurodegenerativa da tre decenni, di percorrere agevolmente 6 chilometri.
La sfida
Il passato di Gauthier, una volta architetto e sindaco nella sua città vicino a Bordeaux, è stato radicalmente trasformato dall’instabilità motoria causata dal Parkinson.
La malattia gli ha inflitto movimenti incontrollabili e difficoltà di coordinazione, portandolo da una vita attiva a una condizione in cui perfino rimanere in piedi divenne un’ardua sfida.
L'intervento innovativo
Un intervento sperimentale, eseguito da un team di ricerca internazionale, guidato da Jocelyne Bloch e Grégoire Courtine dell‘Ospedale universitario di Losanna (CHUV) e del Politecnico federale di Losanna (EPFL), ha rivoluzionato la vita di Gauthier
Questo intervento, basato sulla stimolazione del midollo spinale attraverso un dispositivo neuroprotesico, ha permesso a Gauthier di camminare per sei chilometri senza difficoltà, aprendo la strada a una potenziale svolta nel trattamento del Parkinson.
La tecnologia
Il dispositivo neuroprotesico sviluppato dai ricercatori dell’Epfl è stato impiantato nella parte bassa della schiena, sopra il midollo spinale lombosacrale.
Questa posizione strategica ha permesso la stimolazione della rete neurale tra il midollo spinale e i muscoli delle gambe, risultando in un notevole miglioramento dell’andatura dei pazienti affetti da Parkinson.
Nuova procedura di intervento
L’intervento degli studiosi svizzeri si distingue per la posizione innovativa dell’impianto, che ha dimostrato di migliorare l’andatura delle persone affette da Parkinson.
Tuttavia, si evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per affinare e consolidare questa tecnologia in via sperimentale.
La metamorfosi di Marc
Grazie all’impianto spinale, Marc Gauthier ha sperimentato una vera e propria metamorfosi.
Da gravi deficit motori e frequenti cadute, è riuscito a camminare per sei chilometri senza problemi, migliorando notevolmente la sua qualità di vita e equilibrio.
Stimolazione personalizzata
Prima dell’impianto, un approfondimento sul processo attento e meticoloso che ha preceduto l’intervento, dove i ricercatori hanno personalizzato la stimolazione per compensare i deficit specifici di Gauthier.
Prospettive future
Il team svizzero ha già avviato test su altri sei pazienti, indicando una prospettiva entusiasmante per il futuro.
Tuttavia, si sottolinea che ci vorranno almeno cinque anni prima che questa tecnologia possa essere disponibile su larga scala dopo i trial clinici.
Conclusioni
In conclusione, questa innovativa tecnologia offre un approccio promettente nella lotta contro il Parkinson, rivoluzionando il trattamento della malattia neurodegenerativa e aprendo la strada a una speranza concreta per coloro che ne sono afflitti.
Fonte:
Inversione nella sanità lombarda, più pazienti vanno altrove, meno ne arrivano da fuori.
La Regione Lombardia è costretta ad incrementare i finanziamenti per il rimborso di coloro che optano per cure in strutture esterne, mentre diminuisce la percentuale di individui che giungono da altre regioni.
Crescita delle spese per cure fuori regione
Un’analisi dettagliata della mobilità sanitaria in Lombardia evidenzia un marcato aumento delle spese sostenute per i pazienti che scelgono cure al di fuori della regione.
In parallelo, si nota una contrazione dell’afflusso di pazienti provenienti da altre regioni, sollevando questioni sul piano finanziario del sistema sanitario lombardo.
Mobilità "Attiva" e "Passiva"
Il sistema di pagamento tra le casse regionali, governato dalla mobilità “attiva” e “passiva”, rivela una intricata struttura finanziaria.
La Lombardia emette fatture per le cure ai pazienti non lombardi, affrontando contestualmente i costi delle terapie fornite ai cittadini lombardi presso strutture di altre regioni.
Andamento stabile del flusso inverso e proiezioni per il 2024
Il flusso inverso, rappresentato dai lombardi che optano per cure al di fuori della regione, mantiene una stabilità tra il 2020 e il 2023, con proiezioni di notevole crescita nel 2024.
Le principali destinazioni, come Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, confermano una costante preferenza per le strutture sanitarie esterne alla Lombardia.
Bilancio aperto per il 2024
Il bilancio del 2024, ancora in fase di definizione, potrebbe subire modifiche prima dell’approvazione entro fine anno.
La pandemia da Covid-19 ha influito significativamente sugli spostamenti tra regioni, generando un impatto rilevante sulla dinamica complessiva della mobilità sanitaria.
Lombardia meta prediletta
Nonostante le sfide connesse alla pandemia, la Lombardia resta una destinazione di elezione per la migrazione sanitaria.
Secondo una ricerca di Doxa Pharma, è scelta dal 29% di chi si sposta, attraendo ogni anno oltre 200.000 pazienti.
L’analisi demografica rivela dettagli interessanti, come il 17% proveniente dalla Campania, sottolineando il ruolo prominente della Lombardia nel panorama sanitario italiano.
Inoltre, la regione attrae pazienti da regioni limitrofe come Veneto ed Emilia Romagna, confermando la sua posizione centrale nel contesto sanitario nazionale.
Fonte:
Classifica Agenas degli ospedali italiani
L’Istituto Humanitas di Rozzano e l’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche sono stati confermati come i due ospedali che hanno fornito le migliori cure ai cittadini, come emerge dal Piano Nazionale Esiti del 2023 di AGENAS, che ha analizzato l’attività di oltre 1400 ospedali pubblici e privati.
Crescita dei ricoveri Post-Pandemia
I dati del Piano Nazionale Esiti (PNE) 2023 fanno riferimento alle cure somministrate nel 2022 da circa 1400 ospedali pubblici e privati, nonché ai dati relativi al periodo 2015-2022 per valutare i trend temporali.
Il rapporto evidenzia un significativo aumento dell’attività nel 2022, con un aumento dei ricoveri rispetto al 2021 di 328.000 casi.
Nonostante ciò, si registra ancora una riduzione del 10% rispetto al 2019, nonostante il riavvicinamento ai livelli pre-pandemici, soprattutto nell’attività programmata e diurna.
Complessivamente, nel triennio 2020-2022, si è registrata una riduzione di 3,8 milioni di ricoveri rispetto ai volumi del 2019.
Il rapporto analizza 195 indicatori, tra cui quelli relativi all’assistenza ospedaliera, territoriale, e l’accesso improprio al pronto soccorso.
Top Ospedali: Humanitas di Rozzano e Aou delle Marche
Tra le 331 strutture valutate in almeno sei aree cliniche, solo l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano ha ottenuto valutazioni di alta qualità o molto alta in tutte le aree cliniche considerate.
Per quanto riguarda le strutture pubbliche, l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche ha ottenuto le migliori valutazioni in sei aree cliniche, confermando la sua posizione di vertice rispetto al PNE dell’anno precedente.
Importanza del monitoraggio
Il rapporto sottolinea che nella maggior parte degli ospedali, si trovano aree con valutazioni di alta qualità accanto a quelle con valutazioni di bassa qualità.
Il presidente dell’Agenas, Enrico Coscioni, afferma che questo tipo di attività di valutazione è fondamentale per il governo del Sistema Sanitario Nazionale poiché aiuta a individuare criticità nell’assistenza e a sviluppare strategie correttive.
Tempestività nell'intervento per infarto
Il rapporto esamina anche la tempestività dell’accesso all’angioplastica coronarica nei casi di infarto.
La proporzione di interventi eseguiti entro 90 minuti, un indicatore chiave per valutare le performance degli ospedali, è rimasta stabile nel triennio, passando dal 56% nel 2020 al 57% nel 2022.
Tra le strutture che presentano proporzioni più elevate di angioplastica tempestiva, se ne segnalano diverse, inclusi ospedali come Casa di Cura Città di Lecce e il Presidio Ospedaliero Giovanni Paolo II di Sciacca.
Bypass aorto coronarico
Per quanto riguarda il numero di ricoveri per bypass aorto coronarico nel 2022, si è verificato un recupero rispetto al periodo pre-pandemico, ma con una diminuzione del 10%.
Solo 11 strutture superano la soglia standard di almeno 200 interventi all’anno per il bypass aorto coronarico.
Valutazione dell'area cardiovascolare
L’Agenas ha valutato complessivamente l’area cardiovascolare attraverso sei indicatori.
Solo 55 delle 562 strutture valutate hanno ottenuto valutazioni positive su tutti e sei gli indicatori.
L’Aou Careggi di Firenze è l’unica struttura ad aver raggiunto un livello di qualità molto alto in questa area.
Trattamento della frattura del collo del femore
Per quanto riguarda la frattura del collo del femore, si è osservato un leggero miglioramento nella concentrazione dei casi rispetto agli anni precedenti.
Su 418 strutture, il 61% ha raggiunto la soglia standard di almeno 75 interventi all’anno, coprendo il 96% dell’attività chirurgica complessiva.
Cure osteomuscolari di alta qualità
Il rapporto Agenas include anche una valutazione dell’area osteomuscolare attraverso tre indicatori.
Tra le 338 strutture che soddisfano tutti e tre gli indicatori, 28 hanno ottenuto un livello di qualità molto alto.
Chirurgia oncologica
L’area della chirurgia oncologica è stata valutata attraverso tre indicatori.
Solo quattro strutture hanno raggiunto un livello di qualità molto alto in questa area. Altre 28 strutture hanno ottenuto valutazioni di alta qualità.
Analisi dell'area parto
L’analisi dell’area parto rivela che la percentuale di tagli cesarei è in leggera risalita, tornando ai livelli del 2017 (23%).
Le strutture pubbliche sopra la soglia di almeno 1000 parti l’anno eseguono meno tagli cesarei, mentre si osserva una maggiore propensione alla pratica chirurgica da parte delle strutture private.
La maggior parte delle regioni del Sud ha superato il 40% di tagli cesarei, e la proporzione media di parti naturali dopo un cesareo (VBAC) è del 10%.
L’uso dell’episiotomia è in costante diminuzione, con valori tendenzialmente più alti nel Sud dell’Italia.
Conclusioni
Il Piano Nazionale Esiti fornisce un quadro completo delle performance ospedaliere in Italia, evidenziando le aree di eccellenza e le aree in cui sono necessari miglioramenti.
Le strutture che si sono distinte positivamente ricevono riconoscimenti, mentre quelle con margini di miglioramento possono utilizzare questi dati per implementare strategie correttive e migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria.
Fonte
Sanità pubblica, fiducia minata dalle lunghe liste d’attesa
In Italia, oltre il 50% delle persone attende mesi per visite ed esami medici, mentre il 60% esprime insoddisfazione riguardo agli ospedali del Sud, spingendosi verso strutture private
Crescente insoddisfazione nella sanità pubblica
Dopo il superamento dell’onda iniziale della pandemia di Covid-19, che ha messo in luce le sfide strutturali, come la carenza di posti letto in terapia intensiva, il sistema sanitario pubblico italiano sta vivendo un periodo di crescente sfiducia.
Questa tendenza ha spinto numerosi professionisti sanitari, inclusi medici e infermieri, a cercare opportunità di lavoro presso strutture sanitarie private o all’estero, generando preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema pubblico.
Il giudizio degli italiani sul SSN
Attualmente, più del 50% degli italiani non considera soddisfacente il servizio sanitario pubblico nel suo complesso, e quasi il 60% ritiene che si sia deteriorato negli ultimi quattro anni, rispetto al periodo precedente la pandemia.
La principale fonte di preoccupazione per gli italiani è l’organizzazione dei servizi pubblici, più che la qualità delle cure.
Il 47% degli intervistati ritiene che i servizi pubblici siano meno efficienti rispetto a quelli offerti dalle strutture private, mentre solo l’11% li ritiene superiori.
Il problema delle liste d'attesa
Le lunghe liste d’attesa rappresentano uno dei principali motivi di insoddisfazione.
Per le visite specialistiche, il 53% degli italiani deve attendere mesi prima di essere visitato, e un ulteriore 18% deve aspettare almeno un anno.
Per gli esami diagnostici, il 48% dei pazienti deve aspettare mesi, e il 12% deve attendere più di un anno prima di poter accedere ai servizi.
Solo l’8% degli italiani dichiara di essere soddisfatto dei tempi di attesa.
Disparità territoriali
La percezione della qualità dei servizi sanitari varia notevolmente in tutto il paese.
Solo il 14% degli italiani ritiene che l’offerta sanitaria pubblica sia uniformemente di alta qualità in tutte le regioni.
La maggioranza degli italiani (oltre il 60%) ritiene che la performance della sanità pubblica sia migliore nelle regioni settentrionali.
Rivalorizzazione della Sanità Pubblica
L’82% degli italiani condivide l’affermazione del Presidente della Repubblica Mattarella, che ha sottolineato l’importanza della sanità come un “patrimonio prezioso da difendere.”
Questo dimostra una crescente consapevolezza della necessità di rivalutare e rafforzare la sanità pubblica in Italia, non solo come un diritto costituzionale, ma come un elemento fondamentale per il benessere collettivo.
Gli italiani sperano che il governo attribuisca priorità alla rivalorizzazione e all’investimento nella sanità pubblica, riconoscendo la sua importanza vitale per la società nel suo complesso.