Rimozione di due tumori in un unico intervento chirurgico con tecnologia robotica

Un’operazione chirurgica innovativa ha condotto alla rimozione completa di due carcinomi, uno localizzato nel rene e l’altro nel colon. Questo successo ha portato il Policlinico di Sant’Orsola ad essere riconosciuto come la prima struttura al mondo per il numero di resezioni intestinali eseguite utilizzando la nuova piattaforma robotica.

Il successo dell'operazione

All’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, la tecnologia si rivela come un prezioso alleato nella lotta contro il cancro.

Recentemente, durante un’operazione chirurgica, sono stati rimossi due tumori maligni dallo stesso paziente grazie alle avanzate capacità della piattaforma robotica Hugo, prodotta da Medtronic.

L’intervento, eseguito con successo su un paziente marchigiano di 75 anni a marzo, segna un importante traguardo per l’ospedale.

Chirurgia robotica

L’équipe guidata dai professori Matteo Rottoli e Riccardo Schiavina ha condotto l’operazione, rimuovendo contemporaneamente il rene sinistro affetto da carcinoma renale papillare e il colon destro affetto da adenocarcinoma.

Questa riuscita è stata resa possibile dalla flessibilità e dalla precisione offerte dalla piattaforma robotica Hugo, riducendo i tempi e limitando l’invasività dell’intervento.

La presenza di questa tecnologia innovativa presso il Policlinico di Sant’Orsola ha dimostrato di favorire una ripresa più rapida dei pazienti.

Rimozione del terzo tumore

Il paziente non ha affrontato solo due, ma tre tumori maligni primitivi.

Oltre ai due carcinomi rimossi con la chirurgia robotica, un terzo tumore, un polipo cancerizzato situato nella parte sinistra del colon, è stato asportato tramite chirurgia endoscopica.

Questa tecnica ha permesso di evitare l’asportazione totale del colon, dimostrando l’efficacia dell’approccio multidisciplinare nell’affrontare casi complessi.

Importanza della tecnologia e della multidisciplinarità

Il Prof. Eugenio Brunocilla, responsabile dell’Urologia, sottolinea l’importanza della tecnologia robotica e della multidisciplinarità nell’affrontare sfide chirurgiche.

Tali competenze, consolidate nel tempo presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, diventano sempre più cruciali nel limitare l’invasività degli interventi e migliorare i risultati per i pazienti.

Espansione della tecnologia robotica

L’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola si conferma come un punto di riferimento per la chirurgia robotica in diverse specialità mediche.

Oltre alla chirurgia del tratto alimentare, l’ospedale è coinvolto in ambiti come la cardiologia, la ginecologia, l’ortopedia e molte altre.

La presenza di Hugo e altre piattaforme robotiche indica una costante ricerca di innovazione e un impegno nel fornire trattamenti all’avanguardia ai pazienti.

Vantaggi della chirurgia robotica

La versatilità, la comodità e i costi contenuti delle piattaforme robotiche consentono di eseguire un numero sempre maggiore di interventi chirurgici in modo efficiente.

La consolle aperta di Hugo amplia le possibilità di formazione chirurgica, consentendo a più chirurghi di accedere alle informazioni e di partecipare attivamente durante gli interventi.

Crescita dell'Utilizzo delle piattaforme robotiche

L’introduzione di Hugo, affiancato al già consolidato sistema Da Vinci, evidenzia un costante sviluppo nella chirurgia robotica presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.

L’incremento del numero di dispositivi è parallelo alla crescente domanda di interventi chirurgici robotici, testimoniando l’efficacia e la fiducia in questa tecnologia.

Benefici tangibili per pazienti e operatori

L’utilizzo delle piattaforme robotiche si traduce in una riduzione della necessità di interventi chirurgici di revisione, dei tassi di infezione e delle complicanze, oltre a una riduzione della durata del ricovero.

Questo approccio offre vantaggi sia per i pazienti, in termini di recupero post-operatorio più rapido, che per gli operatori, migliorando la precisione e la comodità durante gli interventi.

Aumento dei tumori dei millennials, il Colon-Retto il più colpito.

L’aumento dei tumori giovanili è una preoccupante realtà globale. I giovani sono colpiti da tumori come colon-retto, seno, polmoni, e altri. Fattori di rischio come fumo, alcol, e dieta squilibrata contribuiscono a questa tendenza. Anche in Italia, i casi di tumori del colon-retto tra i giovani sono in aumento.

Aumento dei tumori fra i giovani

La crescente incidenza dei tumori nei giovani, noti come tumori dei millennials, è un fenomeno preoccupante che non ha risparmiato neppure la principessa britannica Kate.

Sebbene possa sembrare sorprendente, l’età non rappresenta più un fattore discriminante quando si tratta di cancro.

Questa tendenza all’aumento dei tumori giovanili è stata rilevata già alcuni anni fa e sta diventando sempre più evidente.

Dati globali e tendenze

I primi segnali di questa tendenza sono emersi nel 2019, indicando un aumento significativo delle diagnosi e dei decessi per tumori giovanili.

Uno studio pubblicato sulla rivista Bmj Oncology ha riportato un aumento del 79,1% delle diagnosi e del 27,7% dei decessi tra il 1990 e il 2019, con una diminuzione dell’incidenza dei tumori sopra i 50 anni.

Questo trend non riguarda solo una specifica area geografica ma è diffuso soprattutto nei paesi con un livello socioeconomico più elevato.

 

Tumori più diffusi e fattori di rischio

I tumori che colpiscono i giovani includono stomaco, colon-retto, seno, trachea, bronchi e polmoni.

Sono stati identificati diversi fattori di rischio, tra cui il fumo, l’alcol e una dieta poco equilibrata, caratterizzata da un’elevata assunzione di carne rossa e una scarsa quantità di frutta e verdura.

Questi fattori sono stati da tempo associati a un aumento del rischio di cancro.

Dati specifici sull'Italia

Anche in Italia, i dati confermano un aumento delle diagnosi di tumori del colon-retto tra i giovani.

Uno studio condotto dall’Agenzia per la Tutela della Salute di Milano ha evidenziato un aumento dello 0,7% annuo delle diagnosi di tumori del colon-retto nella fascia d’età inferiore ai 50 anni.

Ricerca sulle cause

Gli studi in corso cercano di individuare le cause di questo aumento.

La ricerca si sta concentrando su una vasta gamma di potenziali fattori, tra cui l’alimentazione, l’esposizione a sostanze inquinanti e lo stile di vita in generale.

Alcuni studi suggeriscono che le sostanze presenti nell’alimentazione, come le microplastiche e le molecole presenti nelle carni rosse molto cotte e lavorate, potrebbero contribuire all’aumento dei tumori giovanili.

Ruolo dell'obesità e dell'alimentazione

L’obesità e l’alimentazione sono fattori chiave che potrebbero contribuire all’insorgenza di tumori.

Tuttavia, l’Italia mostra dati migliori rispetto ad altri paesi europei in termini di obesità e consumo di alcol.

Ciò potrebbe suggerire che esistono differenze nei comportamenti e nello stile di vita che potrebbero influenzare il rischio di sviluppare tumori.

Consapevolezza e diagnosi precoce

Il caso della principessa Kate evidenzia l’importanza della consapevolezza e della diagnosi precoce nei giovani per migliorare le prospettive di cura e sopravvivenza.

Uno dei problemi principali nei casi giovanili di cancro è la difficoltà nella diagnosi precoce, che può portare a stadi avanzati della malattia e rendere più difficile la cura.

Prospettive future

Affrontare il problema dei tumori giovanili richiede una comprensione più approfondita delle cause e un impegno congiunto per promuovere uno stile di vita sano e interventi di screening appropriati.

È necessario continuare a condurre ricerche per identificare i fattori di rischio e sviluppare strategie efficaci per la prevenzione e la gestione dei tumori nei giovani.

Fonte:

Respiro impossibile, bimbo operato alla nascita per un tumore alla gola

Primo caso in Italia di parto cesareo ‘EXIT-to-ECMO’, eseguito all’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli e coordinato dagli specialisti del Bambino Gesù. Ha permesso di salvare un neonato affetto da tumore alla gola, garantendo la sua sopravvivenza e la funzione cerebrale.

Un ostacolo vitale

Nel momento del parto, un’enorme massa tumorale ostruiva la via respiratoria di un feto di 37 settimane.

La situazione richiedeva un intervento rapido per garantire la sopravvivenza del neonato.

La procedura EXIT-to-ECMO si è rivelata cruciale, consentendo ai medici di agire mentre il bambino era ancora connesso alla placenta.

Un tumore invasivo

Il bambino, affetto da una massa tumorale voluminosa localizzata nel collo, rischiava gravi complicazioni alla nascita.

Il tumore aveva raggiunto dimensioni tali da ostruire le vie respiratorie e comprimere vasi sanguigni cruciali.

L’intervento chirurgico tradizionale non era un’opzione praticabile, spingendo gli specialisti a pianificare attentamente il parto.

La tecnica salvavita: EXIT to ECMO

La procedura EXIT-to-ECMO è stata eseguita per consentire al bambino di respirare e mantenere la circolazione sanguigna.

Estratto parzialmente dalla madre tramite cesareo, il neonato è rimasto connesso alla placenta e al cordone ombelicale mentre i chirurghi hanno avuto un breve lasso di tempo per intervenire.

L’ECMO ha svolto un ruolo vitale nel garantire l’ossigenazione del sangue e la funzione cerebrale.

Rimozione del tumore e ritorno a casa

Dopo il parto, il bambino è stato trasferito all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per la rimozione della massa tumorale.

Un’equipe multidisciplinare ha condotto un’intervento complesso che ha richiesto ore di chirurgia.

Dopo un periodo di recupero in ospedale, il bambino è stato finalmente dimesso e ha potuto tornare a casa con la famiglia, segnando una vittoria nella lotta contro la malattia.

Il contributo delle Équipe Mediche

Il successo di questa procedura è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra diverse équipe mediche, coordinate con precisione per garantire il miglior risultato possibile.

Specialisti provenienti da vari settori hanno lavorato insieme, dimostrando l’importanza della multidisciplinarietà nella medicina moderna.

Morti per cancro, un quarto è associato a bassa istruzione

In Italia, la mancanza di istruzione si correla a un quarto delle morti causate dal cancro. Uno studio evidenzia che nel 2019, quasi 30.000 decessi oncologici sono attribuibili alla scarsa scolarità, con implicazioni socioeconomiche significative.

La tossicità finanziaria nel trattamento del cancro

La diagnosi di cancro può generare problemi economici per i pazienti, con oltre un quarto delle persone affette da neoplasia che sperimentano difficoltà finanziarie.

I costi di viaggio per il trattamento rappresentano solo una delle sfide, evidenziando la necessità di individuare e affrontare questa tossicità finanziaria.

Il ruolo del questionario Proffit

Il questionario Proffit offre uno strumento per valutare e comprendere la tossicità finanziaria nel contesto del sistema sanitario pubblico.

Le sue 16 affermazioni toccano vari aspetti, dalla qualità dell’interazione tra pazienti e operatori sanitari alle spese non coperte dal sistema, offrendo una base per politiche di cambiamento.

L'importanza degli investimenti e delle politiche di cambiamento

È cruciale investire nelle risorse umane e strutturali necessarie per sostenere l’oncologia nel Servizio Sanitario Nazionale.

Ciò non solo migliora la qualità delle cure, ma può anche fungere da motore di sviluppo economico e sociale.

L'istruzione e la prevenzione del cancro

Le persone con un alto livello di istruzione hanno maggiori probabilità di adottare comportamenti sani e comprendere l’importanza della prevenzione del cancro.

Il potenziamento delle azioni educative è essenziale per ridurre il tasso di mortalità legato alla malattia

Sfide ambientali nella lotta contro il cancro

L’inquinamento atmosferico è un fattore di rischio significativo per il cancro, e le politiche ambientali devono essere riviste per proteggere la salute pubblica.

Il Green Deal europeo offre un’opportunità per affrontare queste sfide.

Garantire l'equità nell'accesso alle cure

L’accesso alle cure del cancro non dovrebbe dipendere dalla regione o dal territorio di residenza.

È fondamentale garantire l’equità nell’accesso alle migliori terapie, senza discriminazioni di alcun tipo.

Ondata tumori in Italia, 395mila nuove diagnosi

In soli tre anni, si è verificato un notevole aumento di nuove diagnosi, passando da 376.600 nel 2020 alle 395.000 stimate per il 2023. Questo trend si osserva nonostante la diminuzione dell’adesione agli screening preventivi.

Il contesto epidemiologico:

In Italia, nel 2023, si stimano ben 395.000 nuove diagnosi di tumore, distribuite con 208.000 casi negli uomini e 187.000 nelle donne.

Questo rappresenta un significativo aumento di 18.400 diagnosi rispetto al 2020, indicando un’ulteriore sfida post-pandemica.

Il carcinoma della mammella è il tumore più diagnosticato (55.900 casi), seguito da colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700).

La situazione degli screening:

Nel 2022, a livello nazionale, si osserva un calo del 3% nella copertura degli screening mammografico (43%) e colorettale (27%), che nel 2021 erano tornati ai livelli prepandemici.

In particolare, al Nord si evidenzia una drastica diminuzione, con l’adesione alla mammografia scesa dal 63% nel 2021 al 54% nel 2022, e lo screening colorettale in discesa dal 45% al 38%.

La presentazione del rapporto e prospettive

Il censimento “I Numeri del Cancro in Italia 2023”, giunto alla sua 13ª edizione, è il risultato della collaborazione tra l’Associazione italiana di Oncologia Medica (Aiom), l’Associazione italiana registri tumori (Airtum), Fondazione Aiom, Osservatorio nazionale Screening (Ons), Passi, Passi d’Argento e la Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (Siapec-Iap). Il rapporto è stato presentato a Roma presso il Museo dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Il rapporto prevede un aumento annuo dell’1,3% delle nuove diagnosi oncologiche negli uomini e dello 0,6% nelle donne nei prossimi due decenni.

Tuttavia, sottolinea anche i progressi significativi, con 268.471 morti oncologiche evitate tra il 2007 e il 2019, evidenziando che il cancro è sempre più una malattia curabile.

La salute oncologica in Italia

Si evidenzia la necessità di un maggiore impegno nella prevenzione, sia primaria che secondaria.

Attualmente, il 24% degli adulti fuma, il 29% è sedentario, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, mentre il 17% consuma alcol in quantità a rischio per la salute.

Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom, sottolinea l’importanza di garantire cure sempre più innovative grazie alla ricerca scientifica.

Come situazioni cliniche che fino a un decennio fa avevano opzioni terapeutiche limitate oggi prevedano sequenze di trattamento più avanzate, evidenziando la necessità di implementare progressi nella diagnosi in tutti i centri.

Le terapie mirate e l'immunoterapia

Massimo Di Maio, presidente Eletto Aiom, spiega che le terapie mirate hanno portato a risposte importanti nei pazienti eleggibili sulla base del profilo molecolare, mentre l’immunoterapia ha rivoluzionato l’algoritmo terapeutico di molti tumori solidi.

Questo cambiamento ha migliorato la sopravvivenza a 5 anni per il carcinoma polmonare non a piccole cellule dal 5% al 20-30%, sottolineando anche l’attenzione crescente alla qualità di vita dei pazienti.

Riduzione della mortalità per cancro

Il rapporto evidenzia una riduzione della mortalità per cancro, con il numero di morti osservato inferiore a quello atteso ogni anno dal 2007 al 2019.

Questo risultato è particolarmente evidente per il cancro polmonare, dove gli uomini hanno registrato una diminuzione del 14,4% e le donne un eccesso del 16% di morti rispetto a quanto atteso, sottolineando la necessità di rafforzare la lotta al tabagismo.

Tuttavia, la mortalità per tumore del pancreas e melanoma è rimasta costantemente superiore a quella attesa in entrambi i sessi, riflettendo l’aumentata incidenza legata a fattori di rischio come il fumo di tabacco, sovrappeso, obesità e diabete per il cancro del pancreas, e l’esposizione ai raggi solari per il melanoma.

Conclusioni e chiamata all'azione

La crescente attenzione alla qualità di vita e agli esiti riportati dai pazienti è riconosciuta come un cambiamento culturale importante nella pratica clinica e nella ricerca.

Questo approccio si traduce in progressi significativi nelle cure, riflettendo una diminuzione della mortalità per cancro e il salvataggio di migliaia di vite.

Il rapporto chiama a un maggiore impegno nella lotta contro le sfide persistenti, come il cancro del pancreas e la necessità di rafforzare la prevenzione attraverso la riduzione dei fattori di rischio.

Conclude sottolineando la necessità di consolidare la collaborazione tra istituzioni, clinici e pazienti per superare le differenze assistenziali e mantenere l’attuale livello del Sistema Sanitario Nazionale.

In definitiva, l’impegno a livello nazionale è cruciale per continuare a progredire nella cura e prevenzione del cancro in Italia.

Fonte:

IEO Proton Center, nuovo capitolo nella cura oncologica.

L’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) inaugura un nuovo capitolo nella cura oncologica con l’apertura dello IEO Proton Center. Questo centro  rappresenta un primato significativo, posizionando l’IEO come il primo IRCCS in Italia a dotarsi di una struttura dedicata a questa terapia innovativa.

L'importanza della Protonterapia

La Protonterapia, inaugurata durante la cerimonia alla presenza di Guido Bertolaso, Assessore al Welfare della Regione Lombardia, e Beppe Sala, Sindaco di Milano, offre nuove possibilità di cura per diversi tipi di tumori.

Il Direttore Scientifico IEO, Roberto Orecchia, sottolinea come questa terapia sia particolarmente vantaggiosa per tumori in organi critici o difficili da raggiungere, oltre a offrire una riduzione dei rischi di tumori indotti dai raggi.

Innovazione e investimenti

Il Prof. Orecchia evidenzia che, sebbene la Protonterapia sia innovativa, richiede significativi investimenti in tecnologie e risorse umane.

L’IEO Proton Center si posiziona come uno dei centri più avanzati al mondo, contribuendo a colmare il divario tra domanda e offerta di terapia protonica in Italia.

Impegno sociale ed eccellenza

Carlo Buora, Vicepresidente IEO, sottolinea come l’IEO abbia sempre promesso speranza, eccellenza e visione nella ricerca scientifica.

L’apertura del Proton Center si inserisce in questa missione, rappresentando uno dei progetti più importanti nella storia dell’IEO.

Tecnologia all'avanguardia

Il CEO Mauro Melis sottolinea che l’IEO Proton Center è dotato del sistema più avanzato di Protonterapia a livello internazionale, installato per la prima volta in Italia.

L’edificio stesso è stato progettato su misura per ospitare la macchina di Protonterapia, garantendo massima efficienza e sostenibilità.

Questo centro è anche il primo integrato con un reparto di radioterapia all’interno di un IRCCS oncologico.

Inclusione nella sanità pubblica

A partire dal 2024, la Protonterapia sarà erogata dal Sistema Sanitario Nazionale, segnando un passo significativo nella cura oncologica a livello nazionale.

Il Ministero della Salute, nel 2017, ha incluso la Protonterapia nei Livelli Essenziali di Assistenza per 10 patologie oncologiche.

Raccomandazioni dell'Istituto Superiore di Sanità

Nel 2021, l’Istituto Superiore di Sanità ha emesso raccomandazioni che evidenziano i maggiori vantaggi della Protonterapia nel trattamento di tumori solidi pediatrici, tumori in sedi critiche e poco responsivi alla radioterapia convenzionale.

Ciò apre prospettive positive per l’espansione delle prestazioni di Protonterapia garantite dalla sanità pubblica

Fonte: