tecniche innovative chirurgia protesica

Il Dottor Alessandro Gildone è uno dei chirurghi ortopedici che fanno parte del nostro network internazionale. Opera in Italia e a Bucarest e riceve in ambulatorio a Milano, a Ferrara e nelle province di Bologna e Rovigo, e in telemedicina sul portale SEF

Si occupa principalmente di chirurgia protesica delle maggiori articolazioni (anca, ginocchio e spalla) e di chirurgia dello sport. Grazie a una formazione e a un’esperienza internazionale, padroneggia le tecniche innovative, quali la chirurgia protesica di ginocchio “su misura” con il sistema Visionaire, l’artroscopia dell’anca e la chirurgia protesica mininvasiva.

Ecco nel dettaglio quali sono le tecniche innovative di chirurgia protesica a cui sceglie di affidarsi negli interventi di impianto di protesi.

Tecniche innovative di chirurgia protesica: protesi di anca per via antero-laterale mininvasiva

Per l’intervento di protesi totale di anca esistono varie tecniche, alcune più tradizionali, come l’accesso posteriore o laterale, altre più innovative, come l’accesso anteriore mininvasivo. Il Dott. Gildone opta per un accesso antero-laterale, mininvasivo, che da un lato non distacca i muscoli, dall’altro, per la sua esperienza, ha meno complicanze dell’accesso anteriore diretto.

Questo tipo di intervento permette di sostituire l’anca danneggiata con una protesi, risparmiando i muscoli dell’anca e senza doverli incidere.

È quindi un’alternativa alle più tradizionali vie di accesso laterale e posteriore che, per quanto estremamente utilizzate e valide, prevedono necessariamente l’incisione di alcuni muscoli.

Nel caso dell’accesso antero-laterale, invece, si riesce a raggiungere l’articolazione dell’anca spostando i gruppi muscolari, senza inciderli. Tutto questo si traduce in minor dolore dopo l’intervento, degenza ospedaliera più breve e recupero più rapido.

protesi anca mininvasiva

Arrivati all’articolazione dell’anca, si rimuove con una sega la testa del femore e si inserisce nel femore la componente protesica femorale, con o senza cemento, a seconda delle situazioni. Nella stragrande maggioranza dei casi il Dottor Gildone preferisce evitare di utilizzare il cemento. Dopo aver preparato la superficie dell’acetabolo, asportando tutta la cartilagine danneggiata, prepara l’alloggiamento nell’osso per la componente protesica acetabolare. Al termine dell’intervento si può inserire un drenaggio o meno, a seconda del sanguinamento che si è verificato.

L’intervento prevede una degenza di 5-7 giorni e una piena ripresa delle funzionalità in due mesi circa, dopo un periodo di riabilitazione e fisioterapia.

Tecniche innovative di chirurgia protesica: protesi monocompartimentale di ginocchio

La protesi monocompartimentale è una protesi parziale del ginocchio, che sostituisce solo la parte realmente danneggiata, preservando quella sana. 

Il ginocchio è infatti un’articolazione composta da 3 comparti, che sono: (1) l’articolazione femoro-rotulea, (2) il comparto mediale (interno) e (3) comparto laterale (esterno).

I comparti mediale e laterale comprendono il femore e la tibia. Spesso solo uno di questi comparti si rovina, di solito quello mediale, e se il dolore interessa solo una parte del ginocchio e le radiografie confermano questa condizione, si può pensare di eseguire questo tipo di intervento, che ha il vantaggio di preservare la maggior parte del ginocchio, compreso il legamento crociato anteriore e quello posteriore; in questo modo il paziente può tornare alle proprie attività con maggior facilità.

Si tratta di un intervento mininvasivo che riduce la perdita di sangue e il dolore postoperatorio.

Quando invece due o tutti e tre i compartimenti del ginocchio risultano danneggiati, è necessario ricorrere alla protesi totale di ginocchio: un intervento chirurgico che prevede  di asportare le superfici articolari consumate o danneggiate della tibia e del femore e sostituirle con una protesi artificiale, fatta di metallo e di una plastica speciale. 

L’articolazione del ginocchio funziona infatti come un perno tra due ossa, il femore e la tibia. Le parti articolari di queste ossa sono ricoperte da un cuscinetto bianco, uno spesso strato di la cartilagine. Nel corso della vita abbiamo a disposizione solo uno strato di questo tessuto. Se viene danneggiato o asportato, l’osso sottostante sfrega con l’altro osso con cui si articola, causando dolore e infiammazione: i segni tipici dell’artrosi.

Tecniche innovative di chirurgia protesica: protesi di anca e di ginocchio robotica

La protesi di ginocchio, vista la sua complessità articolare, è da anni al centro di una continua evoluzione sia nel disegno protesico che nella tecnica chirurgica, e attualmente un chirurgo ortopedico che si vuole avvicinare a questo tipo di chirurgia deve confrontarsi con tecniche operatorie altamente avanzate, che prevedono l’utilizzo di computer intraoperatorio per il corretto posizionamento protesico.

Da alcuni anni la chirurgia protesica robotica assistita con tecnologia Stryker Mako permette al chirurgo ortopedico di eseguire interventi personalizzati per le caratteristiche individuali del paziente.

Prima dell’intervento il/la paziente deve eseguire una TAC dell’anca o del ginocchio, in modo che il software Mako possa fornire al chirurgo un modello virtuale tridimensionale dell’articolazione, su cui pianificare l’intervento prima ancora di entrare in sala operatoria.

Una volta preparato il piano chirurgico, il paziente entra in sala operatoria e viene sottoposto all’intervento. Con dei particolari dispositivi si registrano i punti ossei dell’articolazione che stiamo operando, e li si confronta con quelli registrati dal software grazie alla TAC preoperatoria.

A questo punto il sistema Mako è in grado di fornire al chirurgo preziosi dati relativi ad aspetti tecnici quali la tensione dei legamenti, la differenza di lunghezza degli arti, la grandezza delle componenti protesiche da utilizzare e il loro posizionamento. Tutti elementi la cui valutazione negli interventi standard è lasciata all’esperienza del chirurgo.

L’intervento viene eseguito con l’uso del robot, ma è il chirurgo ortopedico a controllarlo, in tutte le fasi dell’intervento. Pertanto il sistema può essere definito come uno strumento che il chirurgo utilizza durante l’intervento, per posizionare le componenti protesiche nella posizione esatta, pianificata prima dell’intervento.

La chirurgia robotica, in uso dal 2006, può essere applicata a tutti gli interventi di protesi di anca e di ginocchio.

Tecniche innovative di chirurgia protesica: protesi del ginocchio “su misura” con il sistema Visionaire

Un altro sistema innovativo per la tecnica ricostruttiva tridimensionale è il sistema Visionaire di Smith&Nephew, che prevede l’utilizzo di maschere di taglio femorale e tibiale fatte su misura (custom made) per il ginocchio del paziente.

Il sistema Visionaire permette, mediante l’elaborazione dei dati acquisiti da una risonanza magnetica del ginocchio del paziente, la progettazione personalizzata delle maschere di taglio, così da essere perfettamente sicuri di poter impiantare la protesi in maniera anatomica. Le maschere vengono quindi stampate in 3D e spedite al reparto di ortopedia, pronte per essere utilizzate.

Questa tecnica chirurgica è un’evoluzione ulteriore dei sistemi di navigazione computerizzata che attualmente vengono usati per il posizionamento protesico. Il miglioramento sta nel fatto che con questo sistema lo studio morfometrico del ginocchio del paziente viene eseguito nelle settimane che precedono l’intervento, arrivando, così, in sala operatoria con un planning già definito e con una protesi fatta su misura per il paziente, riducendo al minimo i tempi chirurgici.

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