Quando si parla di ictus il tempo è prezioso, non solo per quanto riguarda l’assistenza del paziente nella fase di emergenza, cioè durante e subito dopo l’evento, ma anche per l’inizio della terapia riabilitativa.

Una minaccia globale

La World Stroke Organisation segnala che più di 12 milioni di persone nel mondo sono colpite da ictus ogni anno.

Questo improvviso disturbo, il cui nome deriva dal latino e significa “colpo”, è causato dal mancato apporto di sangue in una specifica area del cervello, con conseguente perdita o deterioramento delle funzioni cognitive o motorie ad essa legate.

In Italia, l’ictus è la principale causa di invalidità e la seconda causa di morte, superata solo dalle malattie cardiovascolari.

Prevenzione e limitazione delle conseguenze

Gli esperti sostengono che è possibile fare molto sia in termini di prevenzione che di limitazione delle conseguenze una volta che l’ictus si è verificato.

La tempestività nell’assistenza durante l’emergenza e l’avvio precoce della terapia riabilitativa sono fondamentali.

Secondo Alessandro Giustini, direttore della Scuola Europea di Robotica in Neuroriabilitazione, iniziare precocemente gli interventi di riabilitazione è cruciale per ottenere risultati migliori.

Quando iniziare la riabilitazione

Il tempo è essenziale quando si tratta di ictus, non solo durante l’emergenza ma anche nell’avvio della terapia riabilitativa.

Gli interventi devono essere adeguati alle condizioni del paziente e valutati in collaborazione con il neurologo o neurochirurgo responsabile.

La riabilitazione dovrebbe cominciare già nelle fasi iniziali del trattamento farmacologico o subito dopo la rianimazione, specialmente in casi gravi o complessi.

Le attività riabilitative mirano a prevenire l’aggravamento dei danni, ridurne la gravità e preparare il terreno per trattamenti più intensivi successivi.

Attenzione ai deficit cognitivi

Il tipo di intervento riabilitativo dipende dalle sedi anatomiche e funzionali colpite.

Può riguardare la paralisi di un arto, problemi di postura, deambulazione o deficit cognitivi.

Questi ultimi non coinvolgono solo il linguaggio ma anche la consapevolezza del paziente e la sua capacità di comprendere gli esercizi proposti.

Affrontare tempestivamente questi aspetti è essenziale, poiché durante la riabilitazione motoria possono emergere deficit cognitivi non evidenti durante la degenza.

Il ruolo cruciale dell'infermiere

Un team multidisciplinare di specialisti, tra cui fisioterapisti, logopedisti e infermieri, monitora costantemente il paziente.

L’infermiere svolge un ruolo chiave nell’assistenza quotidiana, segnalando eventuali problematiche da monitorare.

Possibilità di recupero

Il recupero delle funzioni cognitive e motorie dipende in parte dall’entità del danno causato dall’ictus.

Tuttavia, l’inizio tempestivo della terapia riabilitativa può favorire un recupero significativo.

Il coinvolgimento attivo del paziente, lo stimolo funzionale ed emozionale possono superare le aspettative basate solo sulle valutazioni anatomiche.

Integrazione con la terapia robotica

La neuroriabilitazione robotica offre strumenti di supporto, come macchinari per il recupero motorio e strumenti di realtà virtuale per stimolare specifiche funzioni cognitive o comunicative.

Questi strumenti possono essere utilizzati anche a domicilio, consentendo risultati precedentemente inaccessibili.

La motivazione, guidata dagli specialisti e misurata attraverso punteggi, è fondamentale per il successo della riabilitazione.

In sintesi, l’ictus rappresenta una sfida globale, ma l’approccio tempestivo e olistico alla riabilitazione offre speranza per un recupero significativo.

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