Nel 2023, il 42% degli italiani a basso reddito ha dovuto rinunciare alle cure

Il Rapporto “Ospedali & Salute” del 2023 evidenzia che il 42% dei pazienti a basso reddito rinuncia alle cure sanitarie, aumentando con il reddito. Il 16,3% si sposta in altre regioni per cure, principalmente a causa delle lunghe liste d’attesa. Circa il 53,5% affronta tempi di attesa eccessivi

Difficoltà di accesso alle cure sanitarie

Nel 2023, il 42% dei pazienti con redditi più bassi, fino a 15mila euro, è stato costretto a procrastinare o a rinunciare alle cure sanitarie perché nell’impossibilità di accedere al Servizio sanitario nazionale e non potendo sostenere i costi della sanità a pagamento.

Questo emerge dal 21esimo Rapporto “Ospedali & Salute”, promosso da Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e realizzato in collaborazione con il Censis.

La quota di chi è costretto a procrastinare o rinunciare alle cure diminuisce man mano che si sale nei livelli di reddito: il 32,6% dei redditi tra i 15mila e i 30mila euro, il 22,2% tra i 30mila e i 50mila euro e il 14,7% di quelli oltre i 50mila euro.

Impatto differenziato sulla ricchezza

L’indagine mette in luce anche un fenomeno preoccupante denominato “effetto erosivo” sulla ricchezza, il quale ovviamente colpisce in modo diverso le diverse classi di reddito.

Il 36,9% degli italiani ha rinunciato ad altre spese per sostenere quelle sanitarie, con percentuali più elevate tra i redditi bassi (50,4%) e medio-bassi (40,5%), e percentuali inferiori tra i redditi medio-alti (27,7%) e alti (22,6%).

Mobilità sanitaria e liste d'attesa

Secondo il Rapporto, nel corso degli ultimi 12 mesi, il 16,3% delle persone che hanno necessitato di cure sanitarie si è rivolto a un’altra regione, nell’ambito delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario, escludendo eventuali spostamenti per accedere a prestazioni in regime privatistico.

La motivazione principale di questa mobilità è stata l’eccessiva lunghezza delle liste d’attesa nella propria regione, che ha coinvolto il 31,6% dei migranti sanitari.

Spostamenti e motivazioni

Oltre al 16,3% di pazienti che si spostano in altre regioni, bisogna considerare anche il 19,3% di coloro che, pur rimanendo all’interno del Servizio sanitario regionale di competenza, devono percorrere più di 50 km per accedere alle cure necessarie.

Le motivazioni di questa mobilità regionale includono il desiderio di ottenere un servizio migliore (26,5%), la ricerca di una particolare tipologia di prestazione sanitaria (17,1%), la necessità di un secondo parere (8,7%), e la vicinanza delle strutture fuori regione per coloro che abitano in zone di confine (9,8%).

Tempi di attesa e accesso alle cure

Il Rapporto evidenzia che il 53,5% degli italiani ha dovuto affrontare tempi di attesa eccessivamente lunghi nel corso dell’anno, mentre il 37,4% segnala la presenza di liste d’attesa bloccate o chiuse, nonostante siano formalmente vietate.

Di conseguenza, su ogni 100 tentativi di prenotazione nel Servizio sanitario nazionale, solo il 60,6% delle prestazioni rimane nella Sanità pubblica, mentre il 34,9% si rivolge alla sanità a pagamento, suddiviso nel privato puro, nell’intramoenia, nel privato sociale e nelle polizze assicurative.

Rinvio dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in Italia.

Il rinvio dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) in Italia suscita contestazioni e preoccupazioni. Le nuove prestazioni sanitarie, previste per il 2017, potrebbero rimanere inaccessibili, mentre i tagli alle tariffe mettono a rischio la sostenibilità delle strutture sanitarie.

Rinvio dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea)

Il nomenclatore delle tariffe slitta

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha indicato un probabile rinvio del nomenclatore che definisce le tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, previsto per il primo aprile.

Ciò implica un’ulteriore attesa per l’accesso ai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), approvati nel 2017 ma ancora non disponibili per i cittadini.

Il rinvio è motivato dalla necessità di rivalutare le tariffe per renderle più adeguate alla realtà attuale.

Contestazioni e richieste delle associazioni

Le associazioni di pazienti e cittadini contestano duramente il prolungamento dell’attesa.

Cittadinanzattiva ha richiesto che il decreto sulle tariffe entri in vigore come programmato, senza ulteriori proroghe, garantendo così i diritti dei cittadini su tutto il territorio nazionale.

Prestazioni in attesa di validazione

Le nuove prestazioni incluse nei Lea del 2017 rischiano di rimanere inesigibili a causa del ritardo nella loro implementazione.

Tra queste vi sono la procreazione medicalmente assistita, la diagnosi e monitoraggio della celiachia, gli screening neonatali per alcune patologie, gli ausili informatici e di comunicazione per disabili, e i presidi avanzati per le disabilità motorie.

Necessità di aggiornamento e completamento

Le associazioni sottolineano l’urgenza di completare l’istituzione della Commissione Lea per prevedere un percorso di aggiornamento ulteriore dei Lea e delle relative tariffe.

Questo consentirebbe l’accesso a prestazioni aggiuntive e attese, come i test Ngs per le mutazioni geniche dei tumori, la cura della fibromialgia e l’estensione dello screening neonatale ad altre patologie come la Sma, il test prenatale non invasivo.

Contenuto dei nuovi Lea

I nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) comprendono 2.108 prestazioni, rispetto alle 1702 della versione precedente, con una spesa prevista di 402 milioni di euro.

Sono introdotte numerose nuove procedure diagnostiche e terapeutiche, come l’adroterapia e l’uso di apparecchiature robotizzate per la riabilitazione motoria e l’assistenza protesica avanzata.

Ulteriore rinvio e preoccupazioni

Nonostante il previsto inizio del tariffario per il primo gennaio 2024, è stato già rinviato al 1 aprile e ora si prospetta un ulteriore slittamento.

La questione dei tagli previsti alle tariffe di alcune prestazioni è al centro delle discussioni, suscitando proteste da parte di strutture sanitarie private convenzionate e laboratori di analisi.

L’eventuale riduzione dei rimborsi potrebbe mettere a rischio la sostenibilità delle strutture e causare perdite di posti di lavoro secondo le associazioni di settore.

Fonte:

Il 50% delle famiglie italiane si trova in difficoltà nel pagare le visite mediche.

L’indagine condotta da Altroconsumo dal 2018 ha segnato il peggiore risultato mai registrato. Oltre alle spese sanitarie, anche il riempimento del frigorifero e della dispensa rappresenta un problema diffuso, mettendo in difficoltà 4 italiani su 10.

La crescente difficoltà nelle cure mediche

Uno dei maggiori problemi affrontati dalle famiglie italiane riguarda le spese per la salute, con il 47% delle famiglie che hanno segnalato difficoltà nel 2023, un aumento del 4% rispetto agli anni precedenti.

Questo dato preoccupante è evidenziato soprattutto dalla difficoltà nel sostenere le spese per visite mediche e cure dentistiche.

Inoltre, il declino delle visite specialistiche durante i periodi pandemici ha contribuito a rendere il quadro ancora più oscuro.

È significativo notare che questo problema in Italia è molto più grave rispetto ad altri paesi coinvolti nello studio, con il 47% delle famiglie italiane che rischiano seriamente di avere problemi finanziari dovuti alle cure mediche, in contrasto con il 38% della Spagna, il 36% del Portogallo e il 28% del Belgio.

L'aumento delle difficoltà nell'acquistare cibo

Un altro settore critico riguarda le spese alimentari, con un aumento del 4% nel numero di famiglie italiane che hanno problemi ad affrontare tali spese, passando dal 37% al 41% nel 2023.

Questo riguarda principalmente la difficoltà nell’acquistare carne, pesce e alternative vegane, ma anche frutta e verdura non sono considerati acquisti scontati per il 44% delle famiglie.

Le sfide nel mantenimento della casa

La casa è un ambito che continua a creare grattacapi per le famiglie italiane, con il 51% che segnala difficoltà nel 2023, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente.

Le bollette rappresentano una parte significativa di questi problemi, con il 54% delle famiglie che fatica ad affrontare i costi energetici.

Inoltre, imprevisti come manutenzioni o riparazioni aggravano ulteriormente la situazione finanziaria per il 41% delle famiglie.

Le sfide della mobilità

La mobilità continua ad essere un problema, soprattutto per quanto riguarda il possesso e il mantenimento di un’auto privata.

Con il costo del carburante, delle tasse automobilistiche in aumento e le spese di manutenzione, il 61% degli italiani trova difficile affrontare le spese legate alla mobilità.

Le sfide nel tempo libero e nella cultura

Per quasi il 38% delle famiglie italiane, godere del tempo libero e fruire di prodotti culturali rappresenta un lusso.

Le spese per viaggi, vacanze, bar, ristoranti, concerti e serate al cinema sono considerate rischiose per il bilancio familiare.

Aspettative future

Le aspettative per il futuro non sono promettenti, con oltre un terzo degli intervistati (il 32%) che prevede ulteriori difficoltà finanziarie nel 2024.

La metà degli intervistati prevede che la situazione rimarrà invariata, mentre solo il 19% si attende un miglioramento nel 2024.

Queste prospettive dimostrano un diffuso pessimismo riguardo alla situazione economica futura delle famiglie italiane.

Fonte:

Primo trapianto di rene di maiale su uomo a Boston

Primo trapianto di rene di maiale su uomo a Boston segna una svolta nella medicina. Successo dell’intervento offre speranza a migliaia di pazienti in attesa di trapianto renale, indicando nuove possibilità nel trattamento delle malattie renali.

Una pietra miliare della medicina

Un gruppo di chirurghi di Boston ha eseguito con successo il primo trapianto di rene da maiale geneticamente modificato su un uomo di 62 anni con malattia renale allo stadio terminale, segnalato dal New York Times come un evento epocale nella storia della medicina.

Questo risultato rappresenta un passo significativo verso l’innovazione medica e offre speranza a migliaia di pazienti affetti da malattie renali.

Progressi post-trapianto

Il paziente, ricoverato presso il Massachusetts General Hospital, sta mostrando segni positivi di recupero post-trapianto.

I medici hanno osservato che il nuovo rene ha iniziato a funzionare correttamente poco dopo l’intervento, rimuovendo i prodotti di scarto e i liquidi in eccesso dal sangue.

Inoltre, il paziente è già in grado di camminare nei corridoi dell’ospedale e potrebbe essere dimesso presto.

Questi sviluppi incoraggianti indicano la promessa di una migliore qualità di vita per i pazienti sottoposti a trapianto di organi.

Implicazioni per i pazienti

Il successo di questo trapianto offre speranza a centinaia di migliaia di pazienti in lista d’attesa per un nuovo organo.

La prospettiva di avere una nuova fonte di reni potrebbe risolvere il problema dell’accesso inadeguato ai trapianti per i pazienti delle minoranze, riducendo le disuguaglianze nel sistema sanitario.

Dialisi e il futuro della medicina

Secondo alcuni esperti, se i reni di animali geneticamente modificati potessero essere trapiantati su larga scala, la dialisi potrebbe diventare obsoleta.

Questo aprirebbe nuove frontiere nel trattamento delle malattie renali e migliorerebbe la gestione delle condizioni di salute croniche.

Il caso del paziente Richard Slayman

Il paziente che ha ricevuto il trapianto, Richard Slayman, ha sofferto di diabete e ipertensione per molti anni ed è stato in cura presso il Mass General per oltre un decennio.

Dopo anni di dialisi e un trapianto umano fallito, ha deciso di optare per il trapianto di rene da maiale geneticamente modificato come soluzione alla sua malattia.

La sua storia personale evidenzia le sfide affrontate dai pazienti affetti da malattie renali e l’importanza di opzioni di trattamento innovative.

Commenti degli esperti italiani

Giuseppe Feltrin, direttore del Centro nazionale trapianti in Italia, ha accolto con favore l’innovativo trapianto effettuato a Boston.

Questo evento, insieme alla ricerca in corso in Italia, offre una nuova speranza per i pazienti in lista d’attesa per un trapianto di rene.

L’interesse internazionale per questa procedura sottolinea l’importanza della collaborazione globale nella ricerca medica.

Conclusioni e richiesta di donazioni

Sebbene i progressi nella ricerca siano promettenti, l’importanza delle donazioni di organi rimane fondamentale.

Feltrin sottolinea l’importanza di esprimere la propria volontà di donare gli organi per continuare a salvare vite umane.

È essenziale sensibilizzare sulle donazioni di organi e garantire che le risorse siano disponibili per sostenere la ricerca e l’innovazione nel campo dei trapianti di organi.

Questo trapianto di successo rappresenta un passo avanti significativo nella medicina moderna e offre speranza per un futuro in cui le malattie renali possono essere trattate in modo più efficace e accessibile.

Nuovo microscopio operatorio per trapianti di cornea al Sant’Orsola di Bologna

Il nuovo microscopio per chirurgia oftalmica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola offre un’opportunità senza precedenti. Grazie alla sua integrazione completa con un sistema di scansione tissutale OCT ad alta definizione, consente di visualizzare una porzione della sezione verticale del bulbo oculare durante un intervento chirurgico. 

Innovazione nella visione chirurgica

Il Professor Luigi Fontana, direttore dell’Oftalmologia dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, sottolinea che questo dispositivo rappresenta un notevole passo avanti rispetto ai microscopi precedenti.

La sua capacità di visualizzare lo spessore dei tessuti durante un’operazione sarà particolarmente utile nella chirurgia dei trapianti di cornea, consentendo interventi più precisi e sicuri.

Crescita dell'attività chirurgica

Dopo un 2023 da record, l’attività chirurgica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola è destinata a rafforzarsi ulteriormente.

Nel corso dell’anno precedente sono stati eseguiti 317 trapianti di cornea, il che rappresenta un aumento significativo rispetto all’anno precedente.

Questo elevato numero di interventi posiziona l’IRCCS tra i leader nella classifica degli ospedali nazionali.

Dettagli del nuovo microscopio

Il nuovo microscopio operatorio della ditta Leica Microsystem è stato recentemente introdotto presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.

Questo dispositivo, frutto di un investimento aziendale significativo, offre una risoluzione assiale fino a 4 micrometri, consentendo agli operatori di osservare anche i dettagli più minuti durante l’intervento.

Il trapianto di cornea

La cornea, la parte più esterna e superficiale dell’occhio, è cruciale per una corretta visione.

Le malattie che compromettono la sua integrità possono richiedere un trapianto di cornea, durante il quale una parte o l’intera membrana malata viene sostituita con un segmento proveniente da un donatore.

Malattie che richiedono trapianto di cornea

Condizioni come il cheratocono, le distrofie corneali o le patologie post-infettive della cornea possono richiedere un trapianto.

Queste malattie, spesso associate all’invecchiamento, portano a un aumento della domanda di trapianti di cornea.

Richiesta proveniente da fuori regione

Il Professor Fontana evidenzia che circa il 30% dei pazienti sottoposti a trapianto di cornea presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola proviene da fuori regione, il che sottolinea la reputazione e l’expertise dell’istituto in questo campo.

Dalla Lum un algoritmo innovativo per l’analisi dei costi delle prestazioni sanitarie

L’algoritmo, frutto di un’indagine condotta dal 2017 in Puglia, mira a ottimizzare il sistema sanitario nazionale e richiede una revisione delle tariffe per garantire equità e sostenibilità.

Metodologia per determinare il costo della prestazione sanitaria

Un team di ricercatori della Libera Università Mediterranea ‘Giuseppe De Gennaro’, guidato da Francesco Albergo, ha sviluppato un algoritmo innovativo per analizzare il costo delle prestazioni sanitarie.

Questo strumento è stato presentato durante un evento presso l’Auditorium del Ministero della Salute, alla presenza di figure istituzionali di rilievo nel settore sanitario.

Indagine sulle tariffe attuali

L’algoritmo è il risultato di un’indagine condotta dal 2017 su circa 50 patologie in quattro Aziende Sanitarie Locali e due Policlinici della Puglia.

Dai risultati emersi è evidente che le tariffe attualmente in vigore non sono equilibrate.

Equilibrio economico e tariffe sanitarie

Le aziende sanitarie sono consapevoli dell’importanza di mantenere un equilibrio economico.

L’algoritmo si propone di lavorare sui minuti di assistenza, dalla fase pre-ricovero all’intervento stesso, al fine di stabilire tariffe più adeguate e sostenibili.

Importanza dell'algoritmo per la programmazione sanitaria

Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha sottolineato l’importanza del nuovo algoritmo come strumento per una corretta programmazione e per ottimizzare le performance del sistema sanitario nazionale pubblico.

Ha evidenziato la necessità di rivisitare il sistema sanitario pubblico, ormai vecchio di 45 anni, e di introdurre nuovi modelli organizzativi.

Supporto dell'Università alle imprese e alle istituzioni

Il rettore della Libera Università Mediterranea, Antonello Garzoni, ha ringraziato la Regione Puglia per il sostegno allo studio iniziato nel 2017.

Ha enfatizzato il ruolo dell’università nel migliorare le performance delle imprese e delle istituzioni attraverso ricerche sul campo.

Critiche al sistema tariffario attuale

Secondo Francesco Albergo, il sistema tariffario attuale dei Drg (raggruppamento omogeneo di diagnosi) in Italia è inadeguato perché non tiene conto del reale costo della prestazione sanitaria ospedaliera.

Ruolo delle aziende private

Albergo ha ringraziato Novartis per il supporto e la collaborazione, sottolineando l’importanza del coinvolgimento del settore privato nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni innovative per il settore sanitario.

Necessità di rivisitare le tariffe

Vito Montanaro, direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, ha evidenziato l’importanza di ridefinire le tariffe delle prestazioni sanitarie, soprattutto per le Regioni del Sud, affinché siano coerenti con i costi aggiornati e le componenti produttive.

Conclusioni e prospettive future

L’introduzione di questo nuovo modello di determinazione dei costi delle prestazioni sanitarie offre una straordinaria opportunità di innovazione e sostenibilità per il sistema sanitario italiano.

Si auspica che il Ministero della Salute dia la giusta attenzione a questa ricerca, affinché possa contribuire significativamente a migliorare l’efficienza e la sostenibilità del sistema sanitario nazionale.

Fonte:

Partecipazione ai test oncologici: in Italia solo 11% delle donne

Solo l’11% delle donne in Italia ha eseguito test oncologici nell’ultimo anno, evidenziando problemi nell’assistenza sanitaria femminile. L’analisi sottolinea l’urgenza di promuovere la prevenzione e migliorare l’accesso ai servizi sanitari di qualità per le donne.

Misurare lo stato di salute delle donne nel mondo

L’indagine annuale, ora alla sua terza edizione, è una delle iniziative più complete nel suo genere, coinvolgendo il 97% delle donne e delle ragazze del mondo di età pari o superiore ai 15 anni.

Questo sforzo ha coinvolto oltre 147.000 interviste condotte in 143 Paesi e territori, in più di 140 lingue, grazie alla collaborazione con Gallup, un’azienda leader nel settore dell’analisi e della consulenza.

Obiettivi dell'Hologic Global Women’s Health Index

L’Hologic Global Women’s Health Index si propone di essere un riferimento costante per monitorare i cambiamenti nei comportamenti e negli atteggiamenti che influenzano l’accesso delle donne a un’assistenza sanitaria di qualità in tutto il mondo.

Questo indice fornisce dati e intuizioni utili per alimentare politiche sanitarie innovative e programmi di assistenza mirati a migliorare la vita delle donne.

Dimensioni della salute femminile esplorate

L’analisi comprende cinque dimensioni interconnesse della salute femminile: prevenzione, salute emotiva, opinioni sulla salute e sulla sicurezza, bisogni di base e salute individuale.

Queste dimensioni spiegano più dell’80% della variazione nell’aspettativa di vita delle donne in tutto il mondo.

Sfide nell'assistenza sanitaria in Italia

In Italia, i dati raccolti rivelano una realtà preoccupante.

Solo il 51% degli intervistati si dichiara soddisfatto della disponibilità di un’assistenza sanitaria di qualità nella propria zona, una percentuale che diminuisce ulteriormente per le donne con redditi più bassi (48%).

Questo dato è in netto calo rispetto al 2020, quando la soddisfazione era del 60%, e rispetto alla media globale ed europea (68%).

Partecipazione ai programmi di prevenzione

Le donne italiane risultano essere meno coinvolte nei programmi di prevenzione oncologica e delle malattie sessualmente trasmissibili rispetto alla media europea e mondiale.

Solo l’11% si è sottoposto a un test oncologico negli ultimi 12 mesi e solo il 5% ha fatto lo stesso per le malattie sessualmente trasmissibili.

Salute emotiva e benessere

Anche la salute emotiva delle donne italiane presenta criticità.

Un’alta percentuale (86%) percepisce la violenza domestica come un problema diffuso, e un significativo numero di donne riporta emozioni negative, come preoccupazione, tristezza, stress e rabbia, con tassi superiori alla media europea e mondiale.

La necessità di un'impegno collettivo

L’indice complessivo sulla percezione della salute delle donne in Italia è in declino, posizionando il paese al di sotto della media europea e mondiale.

Questi dati richiamano l’urgenza di un impegno collettivo da parte di imprese, associazioni e istituzioni per garantire un accesso equo e universale all’assistenza sanitaria di qualità per le donne, indipendentemente dalla loro posizione geografica, stato economico o livello di istruzione.

Boom della medicina estetica non chirurgica in Italia

La medicina estetica non chirurgica, guidata da trattamenti iniettabili come la tossina botulinica, registra un aumento in Italia, con preferenza per il ringiovanimento facciale. La popolarità attira anche turisti medici, con l’Italia rinomata globalmente.

Medicina estetica non chirurgica

I dati rilevati da Isaps certificano che l’uso della medicina estetica non chirurgica, in particolare iniettabile, è in aumento.

Sono stati 485.000 gli interventi non-chirurgici in Italia, quasi il doppio di quelli chirurgici, 262.000.

Trattamenti iniettabili

Tra i più utilizzati l’acido ialuronico e la tossina botulinica, mentre per la chirurgia primo posto per l’aumento del seno e il trattamento della palpebra.

Il ruolo della tossina botulinica

Una tendenza fedele agli ottimi risultati garantiti dal botulino, che invoglia sempre più donne a trattare gli inestetismi in maniera non invasiva.

A dirlo è Giovanni Salti, presidente di Aiteb, l’Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino.

La popolarità della tossina botulinica

“La tossina botulinica- dice Salti- si conferma un grande strumento per intervenire sulle imperfezioni, al primo posto nella classifica globale con 9 milioni di interventi e oltre 161.000 in Italia.

Fa parte del gruppo degli iniettabili e rappresenta una soluzione sicura ed efficace per i pazienti che non vogliono ricorrere alla chirurgia.

Target demografico e utilizzo

Il target si concentra principalmente sulle donne dai 35 ai 50 anni con 4 milioni di pazienti, ma è ugualmente diffuso tra le altre fasce d’età, con 2 milioni dai 18 ai 34 e altri 2 dai 51 ai 64.

Pratiche cosmetiche in Italia

Le pratiche cosmetiche in Italia, continua il presidente, vertono sul ringiovanimento facciale, con peeling chimici (21.000 interventi) e rassodamenti della pelle (16.000).

Ma anche su altre tipologie di intervento come l’epilazione, 20.000 registrate, e trattamenti anticellulite, 17.000.

Turismo medico e successo internazionale

Un successo anche per la medicina estetica italiana, che si conferma eccellente nel panorama internazionale, attirando su di sé sempre più turismo medico– conclude Salti-.

I pazienti stranieri che si rivolgono alle nostre cliniche arrivano perlopiù dal Brasile, dove l’Italia si colloca al terzo posto, e dalla Romania, dove si colloca prima.

Gli argentini, invece, sono il paese che si sposta di più per interventi medico-estetici; gli italiani sono all’ottavo posto”.

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Crescita esponenziale degli impianti e delle revisioni delle protesi ortopediche in Italia

L’Italia sta vivendo una crescita senza precedenti negli impianti di protesi ortopediche, un fenomeno che riflette sia i cambiamenti demografici che l’evoluzione tecnologica nel settore medico. Tuttavia, di pari passo con questa crescita, emerge una sfida altrettanto significativa: il boom delle operazioni di revisione protesica. 

Aumento dei casi di protesi ortopediche in Italia

Negli ultimi vent’anni, il numero di impianti di protesi ortopediche in Italia è cresciuto notevolmente, passando da circa 80.000 nel 2000 a oltre 220.000 nel 2022.

Questo aumento è stato alimentato sia dall’aumento delle persone sotto i 60 anni che si sottopongono a questi interventi, sia dall’invecchiamento della popolazione, con un crescente numero di anziani che richiedono l’operazione.

Boom delle operazioni di revisione

La popolazione anziana, sempre più longeva, ha portato ad un aumento significativo delle operazioni di revisione delle protesi ortopediche.

Questi dispositivi hanno una durata media di circa 20 anni e richiedono quindi periodicamente un “tagliando”.

Ogni anno in Italia, oltre 20.000 protesi raggiungono la scadenza prevista, rappresentando circa il 10% di quelle impiantate.

Sfide legate alla fisiologia articolare

Nonostante le moderne tecnologie abbiano prodotto protesi di alta qualità, la fisiologia dell’articolazione con protesi è diversa da quella naturale e diversi fattori possono influenzarne il funzionamento.

Problemi come l‘allentamento delle parti mobili, l’utilizzo eccessivo in sovraccarico o le infezioni possono portare a danni alle strutture ossee e legamentose.

Stime sulla durata delle protesi

Anche se non è possibile prevedere con precisione la durata di un impianto protesico per ogni paziente, studi suggeriscono che nel 90% dei casi le protesi rimarranno funzionali per 15-20 anni dall’impianto.

Necessità di revisione delle protesi

Considerando la durata media delle protesi, è evidente che pazienti giovani o anziani che hanno ricevuto l’impianto potrebbero necessitare di una revisione quando la protesi “si consuma”.

Tuttavia, la sostituzione di una protesi è un’operazione complessa e irreversibile, che richiede centri specializzati e chirurghi esperti.

Importanza della competenza

L’affrontare con successo il problema delle protesi ortopediche richiede competenza a tutti i livelli: dalle strutture sanitarie ai chirurghi.

L’esperienza e la pratica sono fondamentali per ridurre i rischi e garantire risultati positivi, soprattutto nelle operazioni di revisione.

Rischio di carenze nell'assistenza

Gli esperti avvertono che una carenza di centri specializzati e chirurghi esperti potrebbe portare a gravi conseguenze, con migliaia di persone disabili in caso di fallimento delle revisioni protesiche.

Ciò comporterebbe importanti oneri per il Servizio sanitario nazionale.

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L’epidemia di obesità raggiunge un nuovo picco, oltre un miliardo di casi nel mondo

In tre decenni, i tassi di obesità sono quadruplicati tra bambini e adolescenti, mentre tra gli adulti si sono raddoppiati nelle donne e triplicati negli uomini.

L'epidemia mondiale di obesità

Il numero di persone affette da obesità nel mondo ha raggiunto un picco senza precedenti nel 2022, superando il miliardo di individui.

Questo aumento significativo, che si è verificato in gran parte a causa della crescita demografica globale, rappresenta un aumento di oltre cinque volte rispetto ai dati del 1990.

Questa tendenza preoccupante è stata rivelata da un’analisi globale pubblicata su The Lancet, condotta dalla NCD Risk Factor Collaboration (NCD-RisC) in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con il coinvolgimento anche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

La portata dell'obesità nel mondo

Lo studio ha coinvolto la raccolta e l’analisi delle misurazioni di peso e altezza di oltre 220 milioni di persone in più di 190 paesi.

I risultati indicano che nel 2022, circa 159 milioni di bambini e adolescenti e 879 milioni di adulti vivevano con l’obesità.

Crescita esponenziale

La ricerca evidenzia un aumento significativo dei casi di obesità, in particolare tra bambini, adolescenti e adulti.

Tra i giovani, il tasso di obesità è aumentato drasticamente, quadruplicando rispetto al 1990.

Anche tra gli adulti, i tassi di obesità sono più che raddoppiati nelle donne e quasi triplicati negli uomini durante lo stesso periodo.

Contro tendenza

Parallelamente all’aumento dell’obesità, si è osservata una diminuzione significativa della prevalenza di sottopeso, sia tra bambini e adolescenti che tra adulti.

Questa tendenza, sebbene positiva, non bilancia l’urgente necessità di affrontare l’epidemia di obesità che affligge il mondo.

Il contesto italiano

Lo studio fornisce anche una panoramica della situazione in Italia, dove le percentuali di sottopeso sono relativamente basse, ma l’obesità rimane una sfida significativa.

I dati evidenziano la necessità di interventi mirati e strategie preventive per affrontare questa problematica.

Chiamata all'azione

Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato l’importanza di adottare misure preventive e gestionali contro l’obesità sin dalla prima infanzia fino all’età adulta.

Questa lotta richiede un impegno collettivo da parte dei governi, delle comunità e del settore privato, insieme alla promozione di politiche basate sull’evidenza e al sostegno delle agenzie nazionali di sanità pubblica.

Solo attraverso un’azione coordinata e multilaterale sarà possibile invertire la tendenza all’aumento dell’obesità e proteggere la salute delle generazioni future.

Fonte: