Una televisita infatti non è una semplice videochiamata e presenta dei requisiti clinico-organizzativi che vanno rispettati, anche se avviene a distanza.
È indispensabile infatti mantenere inalterato il processo clinico-organizzativo delle visite in presenza, per non frammentare le informazioni del paziente su piattaforme diverse.
Inoltre, è necessario che il sistema preveda una modalità sicura e protetta di scambio di informazioni e di documenti tra medico e paziente, anche al di fuori del momento del videocollegamento. La piattaforma di comunicazione non può essere dunque un semplice videotelefono, ma deve rappresentare un ambiente unitario, completo e protetto.
Infine, è necessario garantire una lettura veritiera degli esiti di eventuali esami e indagini diagnostiche. Per questo, non solo il sistema deve integrare un visualizzatore di immagini Dicom (lo standard che definisce i criteri per la comunicazione, la visualizzazione, l’archiviazione e la stampa di informazioni di tipo biomedico): quelle, per intendersi, generate da radiografia, TAC, risonanza magnetica, ecografia. Ma tale visualizzatore deve essere certificato come dispositivo medico e mantenere la misurabilità dei dati biomedici indipendentemente dai diversi dispositivi usati.
Questo è tanto più vero soprattutto nel caso in cui la piattaforma sia usata non solo per la televisita medico-paziente, ma anche per il teleconsulto tra medici (tra specialisti o tra medico generico e specialista).