La proposta di sanità transfrontaliera di SEF è una soluzione in più. È complementare a quelle proposte dalla SIOT ed ha il vantaggio di essere immediatamente realizzabile.
In cosa consiste?
Dato che le liste d’attesa in Italia non sono causate dalla mancanza di chirurghi, ma bensì dalla pressione sulle strutture, sulle sale operatorie e sugli staff (anestesisti in primis), la soluzione che proponiamo è quella di operare in Romania, con chirurghi italiani.
Pochi sanno infatti che in Romania sono presenti grandi cliniche private appartenenti a gruppi sanitari internazionali, dotate di attrezzature mediche di altissimo livello.
Grazie alle loro dimensioni e a una minore incidenza delle patologie degenerative delle articolazioni in quel paese, queste cliniche eseguono un numero di impianti di protesi più bassi rispetto all’Italia e potrebbero quindi ospitare pazienti italiani, che in questo caso sarebbero interamente rimborsati dal SSN.
Anche in questo caso è necessaria un’anamnesi accurata e una valutazione dei fattori di rischio individuali per verificare l’idoneità del paziente alla mobilità sanitaria europea.
Ma chi sono i chirurghi di riferimento per il percorso SEF?