Liste di Attesa e il falso meccanismo di controllo

Esistono dei tempi certi che il SSN dovrebbe garantire sulle sue prestazioni per evitare liste di attesa.

Il nostro Sistema Sanitario nazionale deve (o dovrebbe) garantire le prestazioni entro determinate tempistiche. 72 ore se la prestazione è urgente, 10 giorni se ha il codice “breve”, 30 giorni per una visita e 60 giorni per un esame se è differibile. 120 gg invece solo nel caso siano programmati.

PNGLA

Nel febbraio del 2019 è stato pubblicato il Pngla (Piano nazionale di governo delle liste di attesa).

Il Piano avrebbe dovuto aiutare ad assicurare al cittadino tempi certi per le prenotazioni delle prestazioni mediche. Questo anche per garantire il diritto alla salute, come da Art. 32 della nostra costituzione.

Oltre ai tempi sopra citati, sono stati fissati i tempi massimi per i ricoveri.

  • 30 gg per i casi clinici che possono aggravarsi rapidamente (A)
  • 60 gg con dolore intenso o grave disfunzione (B)
  • 180 gg con dolore minimo (C)
  • 12 mesi se non c’è dolore od urgenza (D).

Meccanismo di controllo

Per monitorare e tenere sotto controllo la situazione, la legge indica anche l’obbligo per le Regioni di pubblicare i dati sui tempi di attesa. Uno strumento di controllo all’insegna della trasparenza per i cittadini. Devono essere resi noti i tempi di attesa per le prime visite specialistiche di 14 prestazioni e per 65 esami diagnostici.

Come però evidenziato dallo studio di Dataroom,  il meccanismo di controllo non funziona!

In alcune regioni, per esempio, viene dichiarato il tempo medio di una risonanza magnetica in 69 giorni. Ma non viene specificato se è una prestazione da garantire subito, entro 10 giorni, o entro 30/60!

Vengono così inseriti tempi di attesa, ma non vengono considerati i codici di priorità.

Oltretutto, non sappiamo se il tempo indicato è «in previsione» (ossia indico oggi quello che è il tempo di attesa previsto) oppure è «a posteriori» (ossia indico quello che in realtà c’è stato da attendere).

Ci sono Regioni che pubblicano i dati solo di alcune Aziende Sanitarie (le migliori, forse?),  falsando i risultati. 
In ben 17 Regioni, poi, si rilevano meno visite ed esami di quelli indicati dal Pngla .

Risultati

Se quindi ci soffermiamo ai dati pubblicati dalle Regioni, sembra che non ci siano problemi sulle liste di attesa.

Ma la realtà è ben diversa! Considerando che, purtroppo, ancora stiamo scontando l’effetto pandemia.

In Italia, per una TAC l’attesa è in media di 12 mesi, come indicato nel Rapporto civico sulla Salute 2022 di Cittadinanzattiva, appena pubblicato.

Per un intervento oncologico i tempi sono di 180 gg, sempre secondo Cittadinanzattiva. Mentre dai dati pubblicati dalle Regioni risultano in media  39 giorni nel 2019 e 23 nel 2020!

Conclusioni

Il Pngla, purtroppo, prevede degli obblighi ben definiti, come il numero di prestazioni da monitorare, MA non prevede sanzioni. Resta quindi compito del cittadino stesso o di associazioni private esterne al SSN di cercare una soluzione al problema delle liste di attesa!

Per saperne di più

Contattaci a info@sef.care o visita il ns sito www.sef.care per avere informazioni sulle soluzioni alle Liste di attesa.

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