Sanador e la prima sala operatoria digitalizzata in Romania

Sanador Clinical Hospital inaugura la prima sala operatoria in Romania completamente digitalizzata.

I nostri partner: cliniche private con i più alti standard di qualità

In questi ultimi anni SEF ha instaurato partnership e collaborazione con alcune delle più importanti cliniche private di Bucarest.

Una tra queste è proprio la Clinica Sanador, protagonista in Romania di questa grande innovazione.

Nuova sala operatoria e terapia intensiva

Sanador Clinical Hospital di Bucarest ha inaugurato solo pochi giorni fa il secondo blocco operatorio con la prima sala operatoria completamente digitalizzata e  la prima sala mobile ibrida della Romania. Nello stesso momento, è stata aperta la prima unità di terapia intensiva digitalizzata di chirurgia vascolare, dove ogni posto letto gode di completa autonomia.

Le nuove attrezzatura e le nuove tecnologie, completamente all’avanguardia sia in sala operatoria che in terapia intensiva, sono un primato assoluto in Romania.

La digitalizzazione

Tutte le tecnologie più avanzate, a disposizione in sala operatoria, sono tutte integrate e digitalizzate, per rendere gli interventi chirurgici più efficienti e più sicuri per il paziente.

Secondo quanto dichiarato dalla Dottoressa Doris Andronescu, Direttore Generale di Sanador, “la prima sala ibrida mobile in Romania aiuterà i complessi interventi di cardiochirurgia, offrendo ai pazienti tutte le opzioni di trattamento disponibili. Attraverso questo investimento vogliamo confermare che Sanador è un importante riferimento per tutta la sanità in Romania, e la qualità resta l’obiettivo principale della nostra struttura.”

 

Come funziona una sala operatoria digitalizzata

Ognuna delle due nuove sale operatorie è dotata di grandi monitor mobili, una consolle di comando vicino al tavolo operatorio, ed un sistema centrale fisso con un grande monitor. 

Su ogni schermo può essere proiettata qualsiasi immagine richiesta dal chirurgo: un’immagine 4K ripresa dalla telecamera sulla lampada principale, o dalla telecamera sul soffitto, o dalla telecamera del videoendoscopio operatorio.

Inoltre, le informazioni sulla cartella elettronica del paziente possono essere proiettate su qualsiasi monitor, come anche radiografie precedenti, angiografie, immagini da monitor di terapia intensiva.

Ma non solo. Ognuna di queste immagini può essere trasmessa da remoto, con la possibilità di annotarla e contrassegnarla direttamente sullo schermo. Lo staff operatorio può ricevere feedback audio e video in tempo reale, anche da remoto. 

In questo modo è anche facile poter interagire con specialisti che risiedono in altre parti del mondo.

 

Centro di eccellenza in cardiochirurgia

Con l’inaugurazione delle nuove sale è stata inaugurata anche la nuova terapia intensiva cardiovascolare. Verrà così aumentato non solo il numero degli interventi, ma anche la loro complessità.

Ogni letto dispone di tutte le attrezzature necessarie per una completa autonomia per un paziente in condizioni critiche. Si va dai sistemi di monitoraggio avanzati, ai materassi antidecubito con sensori di peso, ventilazione automatica, cartella clinica collagata elettronicamente.

Ogni letto inoltre è videomonitorato attraverso un sistema intelligente, che consente di osservare ogni dettaglio sull’evoluzione del paziente.

Terapia intensiva

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Accreditamento Joint Commission di gruppo per Quirónsalud

Logo QuironSalud

Il Gruppo QuironSalud è stato accreditato con il famoso sigillo d'oro della Joint Commission International Enterprise.

Joint Commission

L’organizzazione no-profit Joint Commission International (JCI), nata negli anni ’90, offre servizi di accreditamento sanitario a livello internazionale. E’ attiva in più di 100 paesi, ed il suo obiettivo è migliorare la sicurezza dei pazienti e la qualità delle cure.

L’organizzazione controlla ospedali, sistemi sanitari, ministeri e istituzioni governative, promuovendo rigorosi standard di cura.

Infatti il JCI è l’accreditamento sanitario più prestigioso al mondo, per la sicurezza che fornisce al paziente e per la rigorosa valutazione di tutti i processi assistenziali. 

Joint Commission

Quirónsalud

Avendo ottenuto il sigillo d’oro della Joint Commission International per tutti i suoi ospedali, QuironSalud è il primo gruppo ospedaliero privato al mondo ad aver ottenuto questo accreditamento. E quindi anche in Europa è il primo ente sanitario ad avere questo prestigioso accreditamento.

Il percorso di QuironSalud

La strada per ottenere l’accreditamento è stata lunga, con un grande sforzo di tutto il Gruppo per migliorare la sicurezza e la qualità delle cure, per garantire un ambiente di cura sicuro per il paziente, riducendo i rischi.

Tutto il gruppo QuironSalud promuove la cultura della sicurezza, la standardizzazione dei processi, l’eccellenza nell’assistenza mitigando i rischi associati. 

Questo grazie anche alla trasformazione digitale, che ha liberato i professionisti sanitari da compiti amministrativi, dando più tempo per concentrarsi sulla cura del paziente.

 

 

Il giudizio Joint Commission

Come conclusione, la Commissione ha evidenziato la qualità del modello di gestione, l’eccellenza nell’assistenza medica, l’alta qualificazione dei professionisti, ed anche l’entusiamìsmo della cultura del miglioramento continuo di tutto il Gruppo QuironSalud.

 

Quirónsalud e SEF Surgical European Facilitator srl

SEF svolge un accurata analisi prima di sottoscrivere partnership. Ed è per questo che è orgogliosa di collaborare con il Gruppo Quirónsalud.

Questo risultato conferma la garanzia della scelta da parte di SEF di accesso alle cure per la mobilità sanitaria in Europa solo con clicniche dai migliori standard.

Per approfondire

La riabilitazione robotica.

Robot

Grazie alla partnership con Glavic Clinic in Croazia, i pazienti che si affidano SEF possono accedere ad una delle migliori riabilitazioni robotiche.

La riabilitazione robotica

Grazie ai nuovi e moderni robot riabilitativi, oggi il fisioterapista può essere affiancato da un efficace strumento per la riabilitazione degli arti.

I robot, infatti, movimentano l’arto del paziente, prendendolo dalla sua estremità oppure abbracciando tutto l’arto con una struttura apposita che guida il movimento delle articolazioni

Ci sono diversi sistemi, che possono essere in qualche modo classificati come segue.

  • Sistemi per l’attuazione del movimento (esoscheletri, robot)
  • Sistemi per l’interazione esperienziale (realtà virtuale)
  • Sistemi per la comunicazione interattiva (tele riabilitazione)
  • Sistemi per la rilevazione della mobilità/ comportamenti sociali (contapassi)

Gli esoscheletri, per esempio, sono strutture indossabili e utilizzabili dal paziente a scopo sia riabilitativo sia assistivo. Alcuni esoscheletri permettono a pazienti tetraplegici di assumere una posizione eretta e di camminare in autonomia.

La riabilitazione con i robot ha trovato applicazione nel trattamento sia di patologie neurologiche (esiti da ictus, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, malattie del midollo spinale, polineuropatie, paralisi cerebrale infantile, esiti di poliomielite) sia ortopediche che compromettono il cammino, il movimento degli arti superiori o l’equilibrio.

Curarsi in Croazia

La Croazia negli utlimi anni ha visto crescere il numero di cliniche private ed ospedali, specializzati e focalizzati sempre di più nell’accogliere pazienti dall’estero, alla ricerca di una soluzione ottimale per il loro problema di salute.

Clavic Clinic

La Galvic Clinic è una clinica privata specializzata in neurologia, medicina fisica, riabilitazione con terapia fisica e riablilitazione robotica. Nella clinica viene seguito il Concetto di GLARTH, una riabilitazione complessa con 30 sofisticati robot. Più di 120 tra operatori eseprti e medici lavorano nelle tre clinice di Zagabria, Dubronìvnik e Split, da orami più di 25 anni.

Leader nella riabilitazione robotica

riabilitazione robotica

Il focus della Clinica è la neuroriabilitazione per adulti e bambini con disturbo mototi causati da disturbi neurologici, traumatici o altre malattie come

  • Ictus
  • Lesione celebrale acquisita (ABI)
  • Paralisi celebrale (PC)
  • Lesione del midollo spinale (SCI)
  • Sclerosi multipla (SM)
  • Morbo di Parkinson (PD)
  • Neuropatie
  • Malattie articolari degenerative
  • Atrofia muscolare spinale
  • Qualsiasi deficit motorio causato da malattie neurologiche

Grazie alla lunga esperienza, la Glavic Clini è divenuta centro di riferimento per 4 grandi aziende leader a livello mondiale nella robotica di riabilitazione. 

Ed è leader nello sviluppo delle più moderne linee guida nel campo della riabilitazione neurorbotica

Per saperne di più

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Estate 2022 e le liste di attesa

estate liste di attesa

Siamo arrivati all’estate 2022, ed il problema del recupero delle liste di attesa non ha ancora una soluzione!

La nostra Sanità continua ad essere alle prese con le liste di Attesa!

Liste di Attesa

In Italia, i tempi medi per una visita sono purtroppo molto lunghi. Le regioni continuano a fare proclami con cifre enormi, che però analizzate per i servizi da recuperare risultano irrisorie.  

Regione Lazio

Il piano della Regione Lazio per il recupero di interventi chirurgici e prestazioni ambulatoriali è stato presentato lo scorso 30 giugno dal Presidente Zingaretti e dall’assessore alla Sanità D’Amato.

Il Piano prevede un impegno straordinario di spesa di € 47.970.518, a favore delle aziende sanitarie e ospedaliere regionali.

Il numero delle prestazioni da recuperare però è enorme! Si tratta di 684.890 prestazioni specialistiche, 18.000 interventi chirurgici e 430.000 screening oncologici. Il budget straordinario ne potrà coprire solo una parte!

I medici a chiamata

Per ovviare alla mancanza di personale vanno indetti nuovi concorsi. Nel frattempo, nell’attesa, le Aziende Sanitarie  ricorrono a medici a chiamata, forniti da cooperative esterne. Soprattutto nei Pronto Soccorso la carenza è drastica, anche perchè i concorrsi vanno deserti!

Sanità privata convenzionata

L’aiuto che potrebbe venire dalla sanità privata viene però limitato dai budget. Infatti, i budget delle strutture private convenzionate rimangono invariati, anche se rimanendo gli stessi spazi e con la carenza di professionisti di supporto (anestesisti) l’aumento avrebbe un impatto limitato.

 

Problema non solo italiano

All’ultimo congresso europeo di Turismo medico EMT è stato evidenziato come le liste di attesa siano un problema di tutti i paesi Europei, in misura minore o maggiore rispetto all’Italia. Ma molti paesi della UE sono riusciti a vedere nella Sanità Trasfrontaliera (con accesso anche a cliniche private)  un potente alleato nella lotta alle liste di attesa. Sono diversi i governi infatti che incentivano i pazienti a cercare una soluzione con la cosiddetta Cross-Border Healthcare!

Nel frattempo molti chirurghi degli stessi paesi, sfruttando un’altra Direttiva UE che sancisce l’equipollenza dei titoli di studio e delle professioni regolamentate, richiedono l’iscrizione per attività medica temporanea  all’Ordine dei Medici del paese prescelto e si accordano con cliniche di primordine per portare i loro pazienti ed eseguire gli interventi in tempi accettabili.

Perchè non sfruttarla ?

La Sanità transfrontaliera è regolata dalla Direttiva 24/2011/UE, recepita dall’Italia nel 2014 con il D.Lgs 38/2014 ma ancora sconosciuta ai più.

Questa amplia i diritti dei cittadini europei in fatto di mobilità sanitaria, allargandola a destinazioni internazionali.

Nel nostro Paese la mobilità sanitaria non è una novità, molti concittadini si spostano da una regione all’altra per curarsi.

Allo stesso modo, molti specialisti hanno ambulatori in diverse regioni italiane.

Oggi le distanze si sono accorciate e grazie all’alta velocità oggi possiamo viaggiare

  • da Napoli a Milano in 4 ore
  • da Roma a Milano in 3 ore
  • da Firenze a Milano in 2 ore

Allo stesso modo possiamo volare in qualsiasi città europea in poco tempo e a prezzi contenuti

  • a Barcellona in 2 ore
  • a Vienna in 1 ora e 45
  • a Parigi in 2 ore e 30
  • a Varsavia in 2 ore e 15
  • a Monaco di Baviera in 2 ore
  • a Bucarest in 2 ore

Come possiamo vedere non si tratta di intraprendere viaggi impossibili verso destinazioni sconosciute e culture molto distanti dalla nostra, magari con costi esorbitanti di viaggio e soggiorno.

Bensì di ampliare di molto le possibilità di cura per i pazienti, e di intervento per i professionisti .

 

Per saperne di più

Contattaci a info@sef.care o visita il ns sito www.sef.care per avere informazioni sulle soluzioni alle Liste di attesa.

Il nostro partner Quirónsalud e l’impianto di protesi personalizzata

Quiron

Nell'Ospedale Universitario Sagrat Cor è stata impiantata una protesi di anca personalizzata, in un paziente con malformazione osseo congenita.

Le protesi di anca

Per l’intervento di protesi totale di anca esistono varie tecniche, alcune più tradizionali, come l’accesso posteriore o laterale, altre più innovative, come l’accesso anteriore mininvasivo. Le protesi standard però possono non coprire le esigenze di alcune patologie di anca nei pazienti.

Dr Joan Manuel Burdeus

Il Dr Burdeus è specializzato in chirurgia ortopedica e traumatologia. E’ un esperto di chirurgia protesica per anca e ginocchio, terapie biologiche (cellule staminali) in lesioni cartilaginee.

Ha più di 40 anni di esperienza medica e 25 anni nel campo della traumatologia e oropedia.

 

Protesi Custom Made

Il Dr Burdeus, dopo l’operazione di anca personalizzata, ha così commentato.

“In futuro le protesi CUTOM MADE, o personalizzate, saranno la soluzione per casi speciali, in cui le protesi standard non coprono le esigenze dei pazienti che necessitano di un impianto protesico in articolazioni con alterazioni anatomiche complesse. Offrono vantaggi significativi riproducendo l’anatomia del paziente. Riducono i rischi e facilitano la guarigione per quei pazienti che necessitano un impianto protesico con caratteristiche irriproducibili.”

protesi di anca

 

Quirónsalud e SEF Surgical European Facilitator srl

SEF svolge un accurata analisi prima di sottoscrivere partnership. Ed è per questo che è orgogliosa di collaborare con il Gruppo Quirónsalud.

Questo risultato conferma la garanzia della scelta da parte di SEF di accesso alle cure per la mobilità sanitaria in Europa solo con clicniche dai migliori standard.

Per approfondire

EMT fiera del turismo medicale dal 7 al 10 giugno ad Abano Terme

EMT

Si è svolta dal 7 al 10 giugno scorsi ad Abano Terme la fiera EMT (European Medical Tourism), dedicata al Turismo Medico.

Finalmente, dopo la battuta di arresto dovuta al Covid, i congressi e gli incontri dal vivo sono ripresi a pieno ritmo.

La fiera del turismo medico europeo, EMT,  è un’occasione di incontro e di scambio tra realtà europee e mondiali che si occupano di salute.

Cosa è il turismo medico? Possiamo definirlo come il movimento dei pazienti da uno stato all’altro alla ricerca di cure mediche. I motivi possono essere diversi, dalla ricerca delle migliori cure per la propria patologia, o la necessità di trovare tariffe più convenienti.

EMT

I partecipanti

Alla fiera del turismo EMT partecipano decine di esperti di turismo medico internazionali che ricoprono posizioni dirigenziali nelle grandi istituzioni e aziende del turismo sanitario.

Tre giorni quindi di scambio di esperienze e di formazione.

 Gli interventi sono stati molteplici, e su diversi aspetti del Turismo Medico. 

Medical Tourism

Gli interventi

Il primo giorno è stato dedicato alle Assicurazioni ed ai sistemi sanitati di Svizzera, Italia e Regno Univo, grazie alla presentazione “Journey for Health and Welfare”. 

 

La seconda giornata è stata incentrata sui temi:

“Developing a new strategy to build Partnership networks between companies acting in Europe and Turkey”

“Market influence strategies for Health Care Operations”.

Ma la parte più importante della fiera del turismo è stata il terzo giorno, con gli incontri B2B tra i partecipanti.

Si sono svolti più di 200 incontri di lavoro e sono stati presi accordi per collaborazioni ulteriori.

B2B

Gli incontri di SEF

Anche la nostra società, SEF Surgical European Facilitator, ha partecipato agli incontri, ed ha potuto stabilire nuove connessioni ed espandere il suo attuale network.

Per saperne di più

Per maggiori info sulle attività di SEF o sul turismo medico contattaci a info@sef.care, o visita il ns sito www.sef.care

Liste di Attesa quali sono i ritardi in Italia

Un’analisi del problema delle liste di attesa in Italia non solo generale, ma analizzando le problematiche Regione per Regione.

La nostra Sanità continua ad essere alle prese con le liste di Attesa, come evidenziato dai vari studi di settore che abbiamo pubblicato ultimamente nei nostri articoli.

Liste di Attesa

In Italia, i tempi medi per una visita sono purtroppo molto lunghi. Come indicato nel Rapporto civico sulla Salute 2022 di Cittadinanzattiva, appena pubblicato, per esemio per una TAC l’attesa è in media di 12 mesi!

Ci sono Regioni più virtuose ed altre meno, ma purtroppo la situazione generale non è delle più rosee.

Vediamo alcune Regioni in dettaglio.

Emilia Romagna-oltre un anno per smaltire i ritardi

In un’intervista al Resto del Carlino, il direttore generale dell’Irccs Sant’Orsola di Bologna, Chiara Gibertoni, ha dichiarato che il Policlinico ha ripreso a pieno ritmo con gli interventi chirurgici. Purtroppo però, per poter recuperare i ritardi “impegno sarà non lungo quanto la pandemai, 24 mesi; ma sarà un percorso che impegnerà anche l’anno futuro“.

Altro problema non indifferente riguarda i ritardi accumulati nella diagnosi precoce. Molti cittadini hanno abbandonato l’abitudine degli screening, ma nei prossimi mesi sarà necessario riprendere questa attività a pieno ritmo, e cercare di recupeare i tempi lunghi lasciati in eredità dal Covid.

Abruzzo-Liste di attesa oltre 12 mesi

Dalle ultime rilevazioni sui tempi e liste di attesa, dell’aprile 2022, la Asl di Pescara non ottiene un buon risultato.

I tempi medi sono lunghi, ma soprattutto per la classe di priorità “programmata” la situazione è difficile. Infatti il cittadino per poter svolgere una prima visita di chirugia endocrinologa, per esempio, deve attendere una media di 323 giorni!

Per una prima visita oncologica il tempo “si riduce” a 235 giorni, per una visita dermatologica a 217 giorni.

Si deduce che la Asl di Pescara può garantire solo tra il 20% ed il 40% del totale delle prestazioni chieste dai cittadini.

Purtroppo questo porta molti cittadini a rinunciare alle cure. Oppure a rivolgersi a strutture fuori Regione, innescando per la Asl il meccanismo di mobilità passiva.

Friuli Venezia Giulia-Liste di attesa oltre 12 mesi e carenza personale

In soli due mesi, l’associazione Diritti del Malato ha raccolto circa cinquanta denunce. 

Due anni di restrizioni da Covid hanno rallentanto l’attività di routine della Asl di Udine, che aveva già una situazione difficile.

La presidente dell’Associazione Diritti del Malato, Anna Agrizzi, monitora la situazione.

Delle oltre 50 denunce e segnalazioni, circa 20 sono state fatte diventare veri e propri reclami. Che l’associazione ha poi inviato alle strutture sanitarie coinvolte.

Conclusioni

Purtroppo, nonstante il Pngla (Piano nazionale di governo delle liste di attesa), le Regioni e le Asl fanno ancora molta fatica a superare il problema dei tempi di attesa nei confronti dei cittadini.

Per saperne di più

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Liste di Attesa e il falso meccanismo di controllo

Liste di Attesa e il falso meccanismo di controllo

Esistono dei tempi certi che il SSN dovrebbe garantire sulle sue prestazioni per evitare liste di attesa.

Il nostro Sistema Sanitario nazionale deve (o dovrebbe) garantire le prestazioni entro determinate tempistiche. 72 ore se la prestazione è urgente, 10 giorni se ha il codice “breve”, 30 giorni per una visita e 60 giorni per un esame se è differibile. 120 gg invece solo nel caso siano programmati.

PNGLA

Nel febbraio del 2019 è stato pubblicato il Pngla (Piano nazionale di governo delle liste di attesa).

Il Piano avrebbe dovuto aiutare ad assicurare al cittadino tempi certi per le prenotazioni delle prestazioni mediche. Questo anche per garantire il diritto alla salute, come da Art. 32 della nostra costituzione.

Oltre ai tempi sopra citati, sono stati fissati i tempi massimi per i ricoveri.

  • 30 gg per i casi clinici che possono aggravarsi rapidamente (A)
  • 60 gg con dolore intenso o grave disfunzione (B)
  • 180 gg con dolore minimo (C)
  • 12 mesi se non c’è dolore od urgenza (D).

Meccanismo di controllo

Per monitorare e tenere sotto controllo la situazione, la legge indica anche l’obbligo per le Regioni di pubblicare i dati sui tempi di attesa. Uno strumento di controllo all’insegna della trasparenza per i cittadini. Devono essere resi noti i tempi di attesa per le prime visite specialistiche di 14 prestazioni e per 65 esami diagnostici.

Come però evidenziato dallo studio di Dataroom,  il meccanismo di controllo non funziona!

In alcune regioni, per esempio, viene dichiarato il tempo medio di una risonanza magnetica in 69 giorni. Ma non viene specificato se è una prestazione da garantire subito, entro 10 giorni, o entro 30/60!

Vengono così inseriti tempi di attesa, ma non vengono considerati i codici di priorità.

Oltretutto, non sappiamo se il tempo indicato è «in previsione» (ossia indico oggi quello che è il tempo di attesa previsto) oppure è «a posteriori» (ossia indico quello che in realtà c’è stato da attendere).

Ci sono Regioni che pubblicano i dati solo di alcune Aziende Sanitarie (le migliori, forse?),  falsando i risultati. 
In ben 17 Regioni, poi, si rilevano meno visite ed esami di quelli indicati dal Pngla .

Risultati

Se quindi ci soffermiamo ai dati pubblicati dalle Regioni, sembra che non ci siano problemi sulle liste di attesa.

Ma la realtà è ben diversa! Considerando che, purtroppo, ancora stiamo scontando l’effetto pandemia.

In Italia, per una TAC l’attesa è in media di 12 mesi, come indicato nel Rapporto civico sulla Salute 2022 di Cittadinanzattiva, appena pubblicato.

Per un intervento oncologico i tempi sono di 180 gg, sempre secondo Cittadinanzattiva. Mentre dai dati pubblicati dalle Regioni risultano in media  39 giorni nel 2019 e 23 nel 2020!

Conclusioni

Il Pngla, purtroppo, prevede degli obblighi ben definiti, come il numero di prestazioni da monitorare, MA non prevede sanzioni. Resta quindi compito del cittadino stesso o di associazioni private esterne al SSN di cercare una soluzione al problema delle liste di attesa!

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Rapporto civico sulla Salute 2022

rapporto civico

E’ stato pubblicato e presentato il “Rapporto civico sulla Salute 2022. I diritti dei cittadini ed il federalismo in Sanità”, di Cittadinanzattiva.

Cittadinanzattiva ha presentato con una diretta Zoom lo scorso 5 maggio il suo ultimo rapporto sulla Salute per il 2022.

Rapporto civico Salute

 Il Rapporto di quest’anno si presenta in una veste nuova, diversa da quelle degli anni passati.

Infatti vengono fornite due analisi sulla Sanità vista dai cittadini.

Una segue le 13.748 segnalazioni che sono arrivate a Cittadinanzattiva ed al tribunale del malato, in tutto il 2021.

La seconda cerca di analizzare da un punto di vista civico il federalismo sanitario. Questo per cercare di descrivere le organizzazioni e amministrazioni a livello regionale, e la loro capacità di fornire risposte ai cittadini.

Risultati del Rapporto

I risultati non sono certo confortanti!

Quasi due anni di attesa per una mammografia, un anno per una ecografia o una TAC.

Lo stesso anche per quanto riguarda la chirurgia. Un anno per una intervento ortopedico per esempio!

E così nel 2021 più di un cittadino su dieci è stato costretto al rinunciare alle cure.

E purtroppo anche gli screening oncologici sono coinvolti. In ritardo su oltre la metà delle Regioni.

Cittadinanzattiva

Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, ha così commentato l’attuale situazione.
“Durante la pandemia abbiamo fatto i conti con una assistenza sanitaria che, depauperata di risorse umane ed economiche, si è dovuta concentrare sull’emergenza, costringendo nel contempo le persone a “rinunciare” a programmi di prevenzione e di accesso alle cure ordinarie. Ancora oggi abbiamo la necessità di recuperare milioni di prestazioni e i cittadini devono essere messi nella condizione di tornare a curarsi”. “Allo stesso tempo la pandemia ha evidenziato anche alcune priorità di intervento, prima fra tutte quella relativa alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale, oggetto di riforma con il PNRR e di acceso dibattito. Tuttavia, occorrerà una lettura attenta dei contesti territoriali, individuando percorsi e non solo luoghi che favoriscano servizi più accessibili e prossimi ai cittadini, puntando molto sulla domiciliarità come luogo privilegiato delle cure, per avere maggiore attenzione alla qualità della vita. La carenza di servizi, la distanza dai luoghi di cura, tipica di alcune aree del paese, come pure la complessità delle aree urbane e metropolitane impongono un’innovazione dei modelli organizzativi sanitari territoriali”.

Conclusioni

Il problema delle liste di attesa non riesce a trovare una fine! Servono sinergie e collaborazione da parte delle istituzioni, del SSN, e delle iniziative della sanità privata.

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