Obesità: La formula del BMI potrebbe essere pensionata, nuovi parametri in discussione

Dopo decenni di servizio come la formula matematica, inventata nel 19° secolo dal matematico belga Adolphe Quetelet, più utilizzata per valutare il peso corporeo,  potrebbe presto essere affiancata o addirittura sostituita da nuovi parametri per valutare l’obesità.

Una richiesta basata su nuovi studi

Gli esperti della Società Italiana di Endocrinologia (SIE) hanno chiesto una revisione delle linee guida italiane per la valutazione dell’obesità, prendendo spunto dalle recenti modifiche delle linee guida americane.

Un recente studio presentato al congresso annuale dell’Endocrine Society a Chicago ha evidenziato i limiti dell’uso esclusivo del BMI e ha portato alla richiesta di integrare nuovi parametri per una valutazione più accurata.

Un'analisi su migliaia di adulti

Uno studio condotto dalla Rutgers University su un ampio campione di adulti ha rivelato le limitazioni del BMI come unico parametro per la diagnosi di obesità. Utilizzando un esame chiamato “assorbimetria raggi X a doppia energia” (DEXA), in grado di stimare la composizione corporea in modo accurato, lo studio ha dimostrato che più della metà dei soggetti obesi è stata erroneamente classificata come non obesa utilizzando solo il BMI.

Superare le limitazioni del BMI

La dottoressa Anna Maria Colao, presidente SIE e professore di Endocrinologia, sottolinea l’importanza di integrare nuovi parametri nella valutazione dell’obesità. La circonferenza vita e la stima della composizione corporea tramite il plicometro sono suggeriti come possibili parametri da affiancare al BMI. Integrando queste misurazioni, si potrebbe ridurre il numero di errori di valutazione e ottenere una diagnosi più precisa dell’obesità.

Il ruolo della differenza di genere

Il BMI non tiene conto delle differenze di genere nell’accumulo di grasso corporeo. Le donne tendono ad avere più grasso sottocutaneo sui fianchi e sulle cosce, mentre gli uomini accumulano più facilmente grasso addominale. Questa differenza è significativa per la salute, poiché il grasso viscerale è considerato più dannoso. L’utilizzo di un unico parametro come il BMI può portare a sovrastimare l’obesità nelle donne e a sottostimarla negli uomini, compromettendo la comprensione dei rischi correlati.

Nuovi approcci alla valutazione dell'obesità

Gli esperti stanno cercando nuovi criteri per una valutazione più accurata e affidabile dell’obesità. L’uso della DEXA come strumento di screening su larga scala è poco pratico dal punto di vista economico, ma l’obiettivo è trovare nuovi parametri semplici, economici e attendibili. Pur riconoscendo che il BMI può avere un certo grado di utilità negli studi di popolazione, è essenziale che gli specialisti comprendano i suoi limiti nell’individuo e lo affianchino ad altri parametri per una diagnosi più precisa dell’obesità.

Migliorare la comprensione dell'obesità per interventi adeguati

La revisione delle linee guida italiane proposta dagli esperti della SIE mira a migliorare la comprensione dell’obesità e a garantire interventi terapeutici e cambiamenti nello stile di vita adeguati.

Integrare il BMI con altri parametri, come la misura del grasso viscerale e della massa grassa relativa, potrebbe ridurre gli errori di valutazione e consentire una diagnosi più accurata delle persone obese.

È fondamentale considerare le differenze di genere nell’accumulo di grasso corporeo per una valutazione più completa del rischio di malattie correlate all’obesità.