Cuore 3.0, nuove strategie contro le minacce cardiovascolari del terzo millennio

In un panorama scientifico in evoluzione, i tradizionali fattori di rischio cardiovascolare sono solo la superficie. La nuova prospettiva dell’esposoma, evidenziata nella recente review su European Heart Journal, ci invita a considerare impatti ambientali, sociali e psicologici sulla salute cardiaca.

Il quadro emergente dell'Esposoma

La cardiopatia ischemica, nonostante gli avanzamenti nei trattamenti dei fattori di rischio tradizionali, rimane la principale causa di morte a livello globale.

Il dottor Montone sottolinea la necessità di considerare l’interazione imprevedibile di nuovi fattori di rischio, enfatizzando il concetto di esposoma.

La review esamina come l’esposizione a lungo termine all’esposoma possa contribuire alla comparsa della cardiopatia ischemica e propone strategie di mitigazione del rischio.

Inquinamento ambientale

L’inquinamento atmosferico, soprattutto da PM2.5, può ridurre l’aspettativa di vita più del fumo di tabacco.

Nel 2019, l’inquinamento causò 7 milioni di decessi nel mondo, principalmente legati a malattie cardiovascolari.

Gli inquinanti atmosferici alterano il colesterolo, aumentano la pressione e promuovono diabete e obesità.

Inoltre, inquinamento acustico, luminoso e stress sociale contribuiscono alla disfunzione endoteliale e ai problemi cardiaci.

Cambiamenti climatici e salute del cuore

I cambiamenti climatici, correlati all’inquinamento, impattano significativamente sulla salute del cuore.

Le ondate di caldo prolungato sono associate a un aumento del rischio di mortalità cardiovascolare.

Salute mentale e cuore

Lo stress cronico, la depressione, l’isolamento sociale sono collegati alle malattie cardiovascolari.

Lo stress attiva il sistema nervoso simpatico, contribuendo all’ipertensione, mentre la produzione di cortisolo promuove insulino-resistenza e obesità.

Anche le infezioni respiratorie, inclusi influenza e COVID-19, aumentano il rischio cardiovascolare attraverso infiammazione e danni diretti alle cellule del cuore.

Affrontare l'esposoma per la salute del cuore

Contrastare l’esposoma richiede azioni più complesse rispetto alle tradizionali cure.

La responsabilità individuale è importante, ma politiche ambientali e mitigazioni sono fondamentali.

Ridurre l’inquinamento richiede transizioni energetiche, politiche per il traffico e città ben progettate.

Anche la sensibilizzazione internazionale, come la settimana ‘DarkSky’, è cruciale.

Prospettive per il futuro

La protezione del cuore richiede un approccio olistico.

Dall’adozione di fonti sostenibili a iniziative di salute mentale, la consapevolezza collettiva è cruciale.

Gli operatori sanitari dovrebbero considerare l’importanza di ridurre l’esposizione a nuovi fattori di rischio cardiovascolare, spingendo per ulteriori ricerche sull’impatto complessivo dell’esposoma sulla salute cardiovascolare.

La strada è lunga, ma la consapevolezza crescente e l’impegno sono passi nella giusta direzione.

Timectomia Radicale con robot Da Vinci al Quirónsalud Sagrado Corazón

Il Servizio di Chirurgia Toracica dell’Ospedale Quirónsalud Sagrado Corazón ha recentemente portato a termine con successo una timectomia radicale, un intervento raro in questa specialità. Questa delicata procedura è stata eseguita con l’ausilio del robot chirurgico Da Vinci.

La Timectomia Radicale

La timectomia radicale, un’operazione complessa, comporta la rimozione completa del mediastino anteriore, una regione stretta e di difficile accesso tra cuore, aorta e polmoni.

Questo intervento include anche l’estirpazione della ghiandola timica e del grasso pericardico per evitare la persistenza di eventuali resti tumorali nella zona.

Complessità e importanza dell'intervento

Il Dottor José Luis López Villalobos, specialista in Chirurgia Toracica presso l’Ospedale Quirónsalud Sagrado Corazón, sottolinea che, nonostante la complessità tecnica moderata, l‘intervento richiede una conoscenza dettagliata dell’approccio e dell’anatomia del mediastino per prevenire complicazioni gravi, come sanguinamenti o paralisi del diaframma.

Caso clinico e scelta dell'approccio chirurgico

Il paziente sottoposto all’intervento presentava una lesione nodulare nel mediastino anteriore, considerata sospetta di malignità.

A causa della complessa localizzazione del nodulo, è stata scelta l’opzione chirurgica, in particolare quella robotica, per i vantaggi sia per il paziente che per i chirurghi nel trattamento della lesione.

Vantaggi dell'utilizzo del sistema Da Vinci

Il Dottor Daniel Andrades, specialista in Chirurgia Toracica, sottolinea i vantaggi dell’utilizzo del sistema Da Vinci, evidenziando la sua grande versatilità di movimento grazie agli strumenti articolati e la visione tridimensionale e di alta qualità.

Questo ha permesso dissezioni attente e precise, riducendo il rischio di complicazioni postoperatorie.

Risultati clinici ed estetici soddisfacenti

I risultati clinici ed estetici dell’intervento sono stati molto soddisfacenti, garantendo un periodo postoperatorio leggero e una breve degenza ospedaliera.

La scelta dell’approccio robotico è stata considerata la più appropriata per il trattamento della patologia, secondo i medici López Villalobos e Andrades.

Applicazioni della chirurgia toracica robotica

Nel campo della chirurgia toracica, l’approccio Da Vinci consente di trattare diverse patologie del mediastino, inclusi tumori come timomi, teratomi e adenomi, nonché lesioni benigne come cisti o lipomi.

La tecnologia robotica ha un impatto particolare nella chirurgia oncologica del polmone e del mediastino, permettendo resezioni di varia entità.

Eccellenza nell'uso del Robot Da Vinci

L’équipe di Chirurgia Toracica dell’Ospedale Quirónsalud Sagrado Corazón è specializzata nell’utilizzo della tecnica robotica, posizionando il centro come il principale riferimento nell’impiego del robot Da Vinci nelle patologie toraciche.

Applicazioni della chirurgia robotica in diverse specialità

La chirurgia robotica non si limita alla chirurgia toracica, trovando applicazioni significative anche in altre specialità come urologia e chirurgia generale.

Nei servizi di Chirurgia Generale e dell’Apparato Digerente, Urologia e Chirurgia Toracica, i professionisti degli ospedali Quirónsalud Sagrado Corazón e Infanta Luisa sono altamente qualificati per gestire e applicare questa tecnologia avanzata.

Medicina rigenerativa made in Italy contro l’osteoartrosi

Attualmente, la protesi d’anca o di ginocchio è l’unica soluzione per l’osteoartrosi.

Per trovare un’alternativa meno invasiva, i ricercatori, guidati da Leonardo Ricotti, hanno creato un biomateriale innovativo che incapsula le cellule staminali derivate dal tessuto adiposo del paziente.

Concentrazione sulla cartilagine

Gli scienziati della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Irccs Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna hanno compiuto un significativo passo avanti nella medicina rigenerativa, focalizzandosi sulla rigenerazione della cartilagine articolare.

Questa innovativa ricerca si è concentrata sull’utilizzo di ultrasuoni e biomateriali iniettabili per incapsulare cellule staminali, ottenendo promettenti risultati.

Paradigma terapeutico efficace in vitro

Leonardo Ricotti, responsabile del ‘Regenerative Technologies Lab’ dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, sottolinea l’efficacia del paradigma terapeutico in vitro.

L’utilizzo di cellule umane e l’approccio preclinico hanno dimostrato la sicurezza di questa metodologia.

Osteoartrosi: Un risultato chiave per milioni di persone nel mondo

L’osteoartrosi, causa di problemi nel movimento, dolore cronico e riduzione della qualità della vita, attualmente non dispone di cure efficaci.

L’innovativo studio pubblicato su ACS Nano fa parte del progetto ADMAIORA, finanziato dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea.

Biomateriale 'smart' per il trattamento

Il team ha sviluppato un biomateriale in grado di incapsulare cellule staminali adipose prelevate minimamente invasivamente attraverso una liposuzione.

Questo biomateriale, facilmente iniettabile nelle articolazioni, contiene nanomateriali reattivi agli ultrasuoni.

Ultrasuoni per il differenziamento delle cellule staminali

Gli ultrasuoni stimolano i nanomateriali, indolore, sviluppando cariche elettriche che promuovono il differenziamento delle cellule staminali in tessuto cartilagineo maturo.

Questo processo abbassa significativamente i livelli infiammatori, cruciale nell’osteoartrosi dove l’infiammazione cronica è centrale.

Test preclinici in corso e prospettive future

Gli scienziati stanno attualmente conducendo test preclinici di efficacia, che si concluderanno nei prossimi mesi.

Dopo di ciò, il focus sarà sulla traslazione della tecnologia su pazienti.

Questo promettente risultato è frutto della collaborazione tra competenze biologico-cliniche e ingegneristiche, con una costante condivisione di informazioni.

Prossimi passi: fondi e speranze per i pazienti

Nonostante il successo in laboratorio, la ricerca necessita di ulteriori finanziamenti per progredire.

Leonardo Ricotti sottolinea l’importanza di garantire fondi futuri per continuare questo percorso e offrire una nuova possibilità di cura ai pazienti affetti da osteoartrosi.

Prima protesi riassorbibile in 3D impiantata al Meyer

Il team di chirurgia pediatrica dell’IRCCS AOU Meyer ha recentemente condotto quattro riusciti interventi utilizzando protesi stampate in 3D in materiale completamente riassorbibile.

Questa innovativa procedura, ideata dal laboratorio T3Ddy, ha dimostrato di essere efficace nella correzione delle malformazioni della gabbia toracica, noto come “petto escavato”.

Tecnica rivoluzionaria in Europa

I quattro interventi segnano la prima volta in Europa in cui è stata utilizzata una protesi sternale completamente riassorbibile.

Ogni protesi è stata stampata in 3D con polycapro-lattone, lo stesso materiale utilizzato per il filo da sutura riassorbibile.

Questo approccio innovativo ha permesso l’innesto di cellule adipose prelevate dalla coscia dell’adolescente, risultando in una completa incorporazione della protesi nell’organismo.

L’intero processo chirurgico, durato meno di 3 ore per ciascun paziente, ha consentito una rapida ripresa, con i pazienti dimessi entro la seconda giornata post-operatoria e il ritorno alla vita normale entro una settimana.

Collaborazione medico-ingegneristica

Il successo di questa procedura è stato reso possibile grazie alla sinergia tra i chirurghi del Meyer, guidati dal dottor Flavio Facchini, specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, e il laboratorio T3Ddy.

Questo laboratorio, sostenuto dalla Fondazione Meyer, ha coordinato gli sforzi tra medici e ingegneri per introdurre tecnologie 3D innovative nella pratica clinica dell’ospedale.

Durante la fase pre-operatoria, ingegneri e medici hanno collaborato per progettare protesi personalizzate ottimizzando la geometria in base alle specifiche condizioni di ciascun paziente.

Trial unico in Europa e prospettive future

Il Meyer ha implementato questa tecnica sperimentale in un trial che coinvolge quattro casi, parte di un più ampio studio in corso presso il Princess Alexandra Hospital di Brisbane, Australia.

Il Comitato Etico Pediatrico della Regione Toscana ha approvato il trial, che prevede un follow-up di due anni per tutti i pazienti coinvolti.

Il dottor Flavio Facchini sottolinea che questa innovativa tecnica rappresenta un notevole passo avanti nella chirurgia ricostruttiva e apre la strada a ulteriori applicazioni, tra cui interventi meno invasivi per altre patologie della parete toracica, come la sindrome di Poland e i tumori dell’area.

Tredicenne colpito da rarissima malattia autoimmune, curato al Meyer

Nella letteratura scientifica a livello mondiale, sono  riportati, solo altri sette casi di bambini e adolescenti affetti da dermatomiosite giovanile complicata con una rarissima situazione molto grave . La capillary leak syndrome, una complicanza a rischio di vita associata ad alcune patologie infiammatorie progressive, ha presentato una sfida significativa per i medici nel suo trattamento.

Presentazione clinica

Il giovane paziente, un tredicenne, è giunto al Meyer in condizioni disperate a causa della dermatomiosite giovanile.

Inizialmente, ha sviluppato rapidamente la capillary leak syndrome, una condizione caratterizzata da episodi ricorrenti di ipotensione, emoconcentrazione e ipoproteinemia.

La perdita della capacità dei suoi capillari di trattenere i liquidi ha causato un accumulo di quindici chili di liquidi nello spazio interstiziale del suo organismo.

L'approccio medico

Il caso è stato preso in carico dall’equipe guidata dal professor Gabriele Simonini, responsabile della Reumatologia pediatrica dell’Aou Meyer Irccs.

La rarità della patologia ha reso la diagnosi particolarmente complessa, poiché non esistono marcatori chiari che possano essere identificati attraverso un esame del sangue.

La valutazione clinica e una successiva biopsia di conferma sono state fondamentali per risolvere il “giallo”.

La Rete Europea ERn Reconnect

La Reumatologia pediatrica del Meyer fa parte della ERn Reconnect, una rete europea che unisce le comunità scientifiche degli specialisti che si occupano delle malattie rare del tessuto connettivo e muscoloscheletrico.

Questa collaborazione ha permesso ai medici di accedere a un vasto patrimonio di conoscenze e casi clinici, facilitando la diagnosi di patologie rare come questa.

Il trattamento intensivo

Per evitare la perdita del paziente, è stato necessario il ricovero presso la Rianimazione guidata dal professor Zaccaria Ricci.

Oltre alle cure intensive, è stato implementato un trattamento a base di immunosoppressori che ha contribuito a ridurre lo stato infiammatorio critico.

Il ritorno a casa e il recupero

Dopo venti giorni di terapia intensiva e un lungo percorso terapeutico, il tredicenne è stato finalmente in grado di fare ritorno a casa, completamente recuperato.

Ora, affidato alle cure dei genitori, il ragazzo ha ripreso la sua vita normale, incluso il praticare il calcio.

Regolarmente seguito presso la Reumatologia del Meyer, il suo caso è stato documentato nella letteratura medica.

Fonte:

Prevenzione del cancro al seno, il ruolo cruciale della proteina MRE11

Sembra che la proteina MRE11 possa essere la chiave per prevenire il tumore al seno, secondo uno studio condotto dal gruppo di ricerca guidato dal professor Gaorav Gupta dell’Università della North Carolina.

Questa proteina, già nota per riconoscere danni al DNA, ha rivelato un ruolo essenziale nella soppressione della formazione di tumori mammari.

Attivazione della risposta immunitaria

Il gruppo di ricerca ha dimostrato che la MRE11 è cruciale nell’attivare una risposta immunitaria che individua le cellule con DNA danneggiato e le elimina.

Agendo attraverso la via cGAS/STING, la MRE11 sblocca un percorso del sistema immunitario innato, svelando un meccanismo che potrebbe impedire alle cellule tumorali di resistere al rilevamento immunitario.

Il blocco della via cGAS-STING da parte delle cellule tumorali

Lo studio rivela come le cellule tumorali del seno possano manipolare la via cGAS-STING a loro vantaggio per evitare il rilevamento immunitario, bloccando il percorso cGAS-STING.

Questo blocco coinvolge l’enzima cGAS, che normalmente rimane inattivo finché non è assolutamente necessario.

Il ruolo della proteina MRE11 nel rilascio di cGAS

Grazie a studi precedenti, il team ha ipotizzato che la MRE11 potesse liberare cGAS dalla sua “prigione istonica”.

I ricercatori hanno confermato che la MRE11, riconoscendo il DNA danneggiato, libera cGAS dagli istoni, attivando simultaneamente una forma di morte cellulare chiamata necroptosi.

Questa morte cellulare specifica attiva il sistema immunitario, eliminando le cellule precancerose danneggiate.

Prospettive future nel trattamento del cancro al seno

La riattivazione del percorso cGAS-STING tramite la MRE11 apre nuove prospettive per terapie mirate.

Il professor Gupta e il suo team stanno già avanzando nella ricerca, conducendo una sperimentazione clinica che esplora la combinazione di radiazioni e immunoterapia nel trattamento di alcuni tipi di cancro al seno.

Conclusioni e speranze per il futuro

Con queste nuove informazioni sulla via cGAS-STING, gli studiosi sperano di valutare l’efficacia delle terapie attuali e di identificare altre strategie terapeutiche specifiche che coinvolgano questo percorso.

La chiave della prevenzione del cancro al seno potrebbe risiedere nella comprensione e nell’utilizzo efficace della proteina MRE11.

Fonte:

L’efficacia della Tac Spirale a basso dosaggio nella sfida al tumore del polmone

La lotta contro il tumore al polmone si intensifica, e una nuova speranza emerge con la prospettiva della diagnosi precoce, grazie al potenziale senza precedenti della Tac spirale a basso dosaggio come strumento di screening.

Diagnosi precoce: la chiave per la vittoria

La sconfitta del tumore al polmone richiederà un impegno deciso nella diagnosi precoce.

La proposta di sottoporre i fumatori a una Tac spirale con cadenza annuale o biennale emerge come un’opzione promettente, con il potenziale di aumentare significativamente la sopravvivenza a lungo termine rispetto alle diagnosi convenzionali.

Dall'I-Elcap al PLCO Cancer Screening Trial

I progressi nella diagnosi precoce del tumore al polmone sono evidenziati dalle prime rilevazioni vent’anni fa, iniziate con il progetto I-Elcap e successivamente integrato nel PLCO Cancer Screening Trial.

Le prime analisi dimostrano un notevole aumento della sopravvivenza nei pazienti sottoposti a screening radiologico periodico.

Il confronto con altre neoplasie

Il confronto tra il tumore al polmone e altre neoplasie, come quelle della tiroide e il linfoma non Hodgkin, solleva l’entusiasmo degli esperti.

La Tac spirale mostra risultati promettenti che potrebbero portare a un cambiamento nel trattamento del tumore al polmone, rendendolo più gestibile e curabile.

Impatto della diagnosi precoce rispetto all'immunoterapia

Le statistiche indicano che la sopravvivenza a vent’anni dalla diagnosi precoce supera notevolmente i risultati dell’immunoterapia.

Emerge come una diagnosi anticipata, soprattutto agli stadi iniziali, possa superare in benefici l’attuale approccio terapeutico con immunoterapici.

Consapevolezza e adesione allo screening

Nonostante i benefici evidenti, la consapevolezza dell’importanza della diagnosi precoce rimane bassa, anche tra i medici.

Si sottolinea la necessità di aumentare la consapevolezza pubblica e l’adesione allo screening per garantire un impatto significativo sulla mortalità del tumore al polmone.

Sostenibilità economica

Oltre ai benefici sanitari, si esplora il lato economico, evidenziando come lo screening sia non solo una scelta più vantaggiosa per la salute ma anche più sostenibile dal punto di vista economico rispetto alle terapie tradizionali.

Ottimizzare lo screening

Il percorso verso la diagnosi precoce ottimale richiede ancora alcune considerazioni.

Le questioni dell’intervallo di tempo tra controlli, della necessità di centri specializzati, e dell’estensione dello screening anche a non fumatori.

Verso uno screening personalizzato

Il futuro dello screening potrebbe essere definito da un approccio personalizzato.

Si delinea la prospettiva di valutare il rischio professionale e adattare l’offerta di screening in base alle caratteristiche individuali di ogni persona.

La Tac Spirale oltre il tumore al polmone

L’utilità della Tac spirale non si limita alla prevenzione del tumore al polmone.

Uno studio del 2021 evidenzia la capacità dello screening di rilevare anche malattie respiratorie croniche e cardiovascolari correlate al fumo, ampliando ulteriormente il suo impatto positivo sulla salute pubblica.

Impiantata protesi aortica di ultima generazione al Mauriziano di Torino

La stenosi aortica è una delle patologie più diffuse delle valvole cardiache, interessando il 10% della popolazione italiana con età superiore ai 65 anni.

Leader nell'uso della protesi aortica di ultima generazione

L’Ospedale Mauriziano si conferma come pioniere nella sanità piemontese, classificandosi come il primo in Piemonte e il terzo in Italia per l’utilizzo della protesi aortica di ultima generazione.

Questa protesi è progettata per il trattamento della stenosi valvolare aortica.

Stenosi valvolare aortica in Italia

La stenosi valvolare aortica è una malattia cardiaca comune in Italia, colpendo il 10% della popolazione oltre i 65 anni.

Questa condizione richiede trattamenti avanzati e innovativi per migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Successi recenti con la TAVI

Recentemente, due pazienti dell’Ospedale Mauriziano sono stati trattati con successo attraverso la TAVI (Trascatheter Aortic Valve Implantation), una procedura di impianto transcatetere di valvola aortica di ultima generazione. 

Questi interventi hanno contribuito al primato dell’ospedale nel campo.

Caratteristiche tecniche

La protesi aortica utilizzata dai cardiologi del Mauriziano offre caratteristiche tecniche avanzate che semplificano il posizionamento durante l’intervento.

Questo rende la procedura meno invasiva e più efficiente, con chiari benefici per i pazienti.

Procedura mininvasiva

I cardiologi del Mauriziano eseguono la procedura senza necessità di chirurgia e anestesia generale, attraverso un’arteria della gamba.

Questo approccio mininvasivo consente ai pazienti di essere dimessi entro pochi giorni, a meno che non siano presenti complicazioni.

Alta richiesta di trattamento TAVI in Italia

Il Direttore di Cardiologia del Mauriziano, Giuseppe Musumeci, sottolinea che, nonostante il successo, il numero di pazienti trattati con la TAVI è ancora relativamente basso.

Solo 194 pazienti su un milione vengono trattati in Italia, nonostante la necessità potenziale di 415 pazienti per milione di abitanti.

Mauriziano, leader in Piemonte e terzo in Italia

Nel 2022, l’Ospedale Mauriziano ha registrato 274 interventi TAVI, posizionandosi come il primo centro in Piemonte e il terzo in Italia, seguendo Milano e Bologna.

Questo dimostra la costante leadership nella fornitura di cure avanzate.

Conseguenze positive della TAVI

Musumeci evidenzia le eccezionali conseguenze della TAVI, sottolineando la significativa riduzione della mortalità a 30 giorni, scesa all’0.3%, rispetto al 3% riportato nella letteratura medica degli anni precedenti.

Rete Hub and Spoke

L’Ospedale Mauriziano ha sviluppato una rete Hub and Spoke in collaborazione con la AslTo3 per Torino Ovest, migliorando gli esiti di cura e riducendo la mortalità dei pazienti.

Convenzioni con le cardiologie di Savigliano, Vercelli e Aosta facilitano il flusso di pazienti, con 132 su 274 provenienti da altri ospedali.

Fonte:

Completata l’acquisizione di American Heart of Poland da parte del Gruppo San Donato

Il Gruppo San Donato ha recentemente finalizzato l’acquisizione della quota di maggioranza in American Heart of Poland, il più grande fornitore indipendente di cure cardiovascolari in Europa e uno dei principali erogatori di assistenza sanitaria privata in Polonia, con un’operazione dal valore di 350 milioni di euro.

Sinergie internazionali

L’unione dei due gruppi si prospetta sinergica, secondo quanto affermato da Kamel Ghribi, Presidente di Gksd Investment Holding e vice presidente del Gruppo San Donato.

Ghribi ha sottolineato l’importanza straordinaria dell’acquisizione nel contesto dell’Unione Europea, enfatizzando come ciò rafforzi la presenza internazionale del Gruppo e sviluppi eccellenti sinergie nel settore della cardiologia e non solo.

Il profilo del Gruppo San Donato

Il Gruppo San Donato, il più grande gruppo sanitario privato italiano e il principale gruppo sanitario europeo specializzato in cure acute, formazione medica e ricerca, possiede una rete di 58 centri medici, ospedali universitari e istituti di ricerca all’avanguardia a livello mondiale.

L’Università Vita Salute San Raffaele, affiliata al Gruppo, vanta 22 programmi di master e formazione a livello di dottorato, contribuendo all’eccellenza nel settore.

Il Gruppo San Donato è noto anche per essere un pioniere nella terapia genica e cellulare a livello globale, trattando oltre 5 milioni di pazienti annualmente, effettuando oltre 14 milioni di procedure e impiegando oltre 7mila professionisti medici.

Il ruolo chiave di Gksd Investment Holding

Gksd Investment Holding, presieduta da Kamel Ghribi, gestisce un portafoglio diversificato di società operative in Italia, apportando valore aggiunto per gli stakeholder grazie al suo unico know-how nel settore.

GKSD opera in diversi settori, con particolare attenzione a servizi immobiliari, ingegneria, energia, approvvigionamento e consulenza sanitaria.

American Heart of Poland

American Heart of Poland ha registrato una crescita organica dei ricavi di oltre 2,5 volte negli ultimi 3 anni, portando i ricavi a circa 250 milioni di euro.

L’azienda, beneficiando del consolidamento del mercato, mira a stimolare ulteriormente la crescita del gruppo.

Prevede di raddoppiare le proprie attività con investimenti superiori a 225 milioni di euro, con l’obiettivo di fornire assistenza medica di livello mondiale.

Carenza di farmaci, emergenza senza precedenti a livello globale

Ictus, attacchi di cuore, cancro e diabete: la grave carenza di farmaci essenziali per il trattamento sta colpendo pazienti, farmacisti, medici e professionisti sanitari.

Scarsezza di farmaci per il diabete

Con il crescente aumento della domanda, era prevedibile che l’EMA e successivamente l’AIFA segnalassero la carenza di due farmaci fondamentali per adulti affetti da diabete II: il semaglutide e il liraglutide.

La casa produttrice ha ufficialmente comunicato la decisione di ridurre la fornitura di liraglutide al fine di agevolare un incremento nella disponibilità di semaglutide. Quest’ultimo, utilizzato off-label per la gestione della perdita di peso, si presenta ora come un’opzione difficilmente reperibile sugli scaffali.

Questo episodio rappresenta solamente uno dei molti casi riportati, evidenziando ulteriormente la problematica annuale relativa a come fronteggiare la carenza di medicinali.

Carenza di farmaci negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, l’ASCO sta adottando misure urgenti per fronteggiare la carenza di farmaci antitumorali, un problema già esistente prima della pandemia da COVID-19 e che al momento non coinvolge direttamente l’Europa.

L’FDA ha identificato oltre 141 farmaci mancanti negli Stati Uniti, compresi antiasmatici, antibiotici (come l’amoxicillina e la penicillina), farmaci contro reazioni allergiche e vasodilatatori.

La crisi coinvolge anche farmaci antitumorali, raggiungendo “livelli senza precedenti” secondo un gruppo di 44 esperti convocati dalla Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO).

Questi esperti hanno redatto recentemente linee guida su come gestire i pazienti di fronte alle attuali carenze di farmaci antitumorali, le quali sono state pubblicate su JCO Oncology Practice.

Aumento delle malattie respiratorie in Cina

Le attuali condizioni stagionali invernali pongono notevoli sfide nel soddisfare le esigenze della popolazione.

In particolare, c’è crescente preoccupazione per l’aumento dei casi di polmonite non diagnosticata nei bambini e per l’aumento complessivo delle malattie respiratorie in Cina, suscitando richieste di chiarimenti da parte dell’OMS.

È interessante notare che la pandemia del 2019 ebbe origine da segnalazioni simili di polmonite non diagnosticata, come riportato dall’agenzia Reuters.

Secondo l’OMS, quest’anno si osserva complessivamente un incremento delle malattie respiratorie rispetto a tre anni fa.

Analisi di Nomisma sulla scomparsa dei fornitori di farmaci in Italia

Il Report 2023 dell’Osservatorio Nomisma “Sistema dei farmaci generici in Italia” presenta dati inquietanti: nell’arco di 10 anni, l’Europa ha perso il 26% dei farmaci equivalenti, il 33% degli antibiotici e il 40% dei farmaci oncologici.

Nel contesto degli antibiotici, si evidenzia la scomparsa di 16 tipologie in Polonia, 11 in Spagna e 10 in Francia.

In Italia, la situazione è critica con la diminuzione da 10 a 3 fornitori per un antibiotico e da 18 a 2 per un antitumorale in un decennio.

Nomisma sottolinea l’impatto significativo sulla popolazione e sollecita un alleggerimento della pressione nel settore farmaceutico.

Aggressioni ai farmacisti

Secondo un sondaggio condotto dalla Comunità Europea dei Farmacisti (PGEU) in 29 paesi europei, il 100% dei farmacisti interpellati ha segnalato una carenza di medicinali nel 2022.

La maggioranza ha notato un peggioramento della situazione nell’anno precedente (75,86%), mentre il restante 24,14% ha riferito che la situazione è rimasta invariata.

Si stanno verificando episodi di forte nervosismo, come evidenziato nel Regno Unito dal rappresentante di un’associazione indipendente di farmacie, la NPA, che ha riportato al Parlamento britannico numerosi casi di aggressioni da parte di pazienti ai farmacisti a causa della mancanza di determinati farmaci sugli scaffali.

Il Comitato di Negoziazione dei Servizi Farmaceutici (PSNC) aveva già denunciato questa problematica lo scorso aprile in seguito a un’indagine condotta tra i farmacisti del Regno Unito.

Tuttavia, resta da indagare sulle cause sottostanti alla carenza di farmaci.

Cause della carenza di farmaci e interventi proposti

In merito alle ragioni dietro questa emergenza, un articolo pubblicato su Lancet ha fornito una sintesi focalizzandosi su diversi punti critici:

  1. Aumento della domanda: La richiesta crescente, come nel caso del semaglutide, è stata innescata da una moda per la perdita di peso diventata virale su TikTok.

  2. Vincoli di produzione: Problemi quali contaminazione e attrezzature difettose hanno contribuito ai limiti nella produzione.

  3. Pandemie multiple: Gli impatti cumulativi di epidemie come influenza, virus sinciziale respiratorio e COVID-19 hanno generato carenze di farmaci essenziali, tra cui l’amoxicillina.

  4. Concentrazioni geografiche: Concentrazioni accentuate nella capacità di produzione degli ingredienti farmaceutici attivi (API) in determinate regioni rappresentano un rischio per la catena di approvvigionamento.

  5. Interruzioni di produzione in regioni chiave: Le interruzioni nelle aree geografiche cruciali, con particolare enfasi su Cina ed India, hanno avuto un impatto significativo.

  6. Ambiente commerciale: Nel contesto dei farmaci generici fuori brevetto, la mancanza di interesse da parte dei produttori potrebbe derivare da prezzi bassi e crescenti costi, rendendo l’investimento poco conveniente.

Uno studio tedesco pubblicato su Research in Social and Administrative Pharmacy ad agosto ha evidenziato ulteriori “cause di livello superiore”, legate a regolamentazioni vigenti, valori e processi interni delle aziende farmaceutiche, dinamiche di mercato e fattori macroeconomici.

Le proposte per mitigare la carenza di farmaci includono il miglioramento dei processi aziendali e la diversificazione dei criteri di appalto, con particolare attenzione alla situazione in Germania, che rappresenta il quarto mercato mondiale di medicinali.

Iniziative della Commissione Europea per mitigare la carenza

Per affrontare la carenza di farmaci, la Commissione Europea ha annunciato diverse iniziative.

Dal 2024, istituirà un’Alleanza per i Medicinali Critici per sostenere l’autonomia della catena di approvvigionamento europeo.

Sarà implementato un meccanismo di solidarietà volontaria europea per facilitare il trasferimento di medicinali nei Paesi con carenze, con l’obiettivo di creare una Lista dell’Unione di medicinali critici entro la fine del 2023.

Nel 2024, si prevede l’introduzione del Critical Medicines Act, con uno studio preparatorio in programma entro la fine del 2023 per la successiva valutazione di impatto.

Tuttavia, c’è l’auspicio che queste iniziative non subiscano interruzioni o ritardi a causa delle elezioni europee.

Va notato che la carenza non è limitata solo ai medicinali.

All’inizio dell’anno, la Commissione Europea ha istituito il Gruppo di Coordinamento sulle Carenze di Dispositivi Medici (MDSSG) per coordinare azioni tempestive all’interno dell’Unione in risposta a carenze di dispositivi medici.

Fonte: