Prima protesi riassorbibile in 3D impiantata al Meyer

Il team di chirurgia pediatrica dell’IRCCS AOU Meyer ha recentemente condotto quattro riusciti interventi utilizzando protesi stampate in 3D in materiale completamente riassorbibile.

Questa innovativa procedura, ideata dal laboratorio T3Ddy, ha dimostrato di essere efficace nella correzione delle malformazioni della gabbia toracica, noto come “petto escavato”.

Tecnica rivoluzionaria in Europa

I quattro interventi segnano la prima volta in Europa in cui è stata utilizzata una protesi sternale completamente riassorbibile.

Ogni protesi è stata stampata in 3D con polycapro-lattone, lo stesso materiale utilizzato per il filo da sutura riassorbibile.

Questo approccio innovativo ha permesso l’innesto di cellule adipose prelevate dalla coscia dell’adolescente, risultando in una completa incorporazione della protesi nell’organismo.

L’intero processo chirurgico, durato meno di 3 ore per ciascun paziente, ha consentito una rapida ripresa, con i pazienti dimessi entro la seconda giornata post-operatoria e il ritorno alla vita normale entro una settimana.

Collaborazione medico-ingegneristica

Il successo di questa procedura è stato reso possibile grazie alla sinergia tra i chirurghi del Meyer, guidati dal dottor Flavio Facchini, specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, e il laboratorio T3Ddy.

Questo laboratorio, sostenuto dalla Fondazione Meyer, ha coordinato gli sforzi tra medici e ingegneri per introdurre tecnologie 3D innovative nella pratica clinica dell’ospedale.

Durante la fase pre-operatoria, ingegneri e medici hanno collaborato per progettare protesi personalizzate ottimizzando la geometria in base alle specifiche condizioni di ciascun paziente.

Trial unico in Europa e prospettive future

Il Meyer ha implementato questa tecnica sperimentale in un trial che coinvolge quattro casi, parte di un più ampio studio in corso presso il Princess Alexandra Hospital di Brisbane, Australia.

Il Comitato Etico Pediatrico della Regione Toscana ha approvato il trial, che prevede un follow-up di due anni per tutti i pazienti coinvolti.

Il dottor Flavio Facchini sottolinea che questa innovativa tecnica rappresenta un notevole passo avanti nella chirurgia ricostruttiva e apre la strada a ulteriori applicazioni, tra cui interventi meno invasivi per altre patologie della parete toracica, come la sindrome di Poland e i tumori dell’area.