Aumento dei tumori dei millennials, il Colon-Retto il più colpito.

L’aumento dei tumori giovanili è una preoccupante realtà globale. I giovani sono colpiti da tumori come colon-retto, seno, polmoni, e altri. Fattori di rischio come fumo, alcol, e dieta squilibrata contribuiscono a questa tendenza. Anche in Italia, i casi di tumori del colon-retto tra i giovani sono in aumento.

Aumento dei tumori fra i giovani

La crescente incidenza dei tumori nei giovani, noti come tumori dei millennials, è un fenomeno preoccupante che non ha risparmiato neppure la principessa britannica Kate.

Sebbene possa sembrare sorprendente, l’età non rappresenta più un fattore discriminante quando si tratta di cancro.

Questa tendenza all’aumento dei tumori giovanili è stata rilevata già alcuni anni fa e sta diventando sempre più evidente.

Dati globali e tendenze

I primi segnali di questa tendenza sono emersi nel 2019, indicando un aumento significativo delle diagnosi e dei decessi per tumori giovanili.

Uno studio pubblicato sulla rivista Bmj Oncology ha riportato un aumento del 79,1% delle diagnosi e del 27,7% dei decessi tra il 1990 e il 2019, con una diminuzione dell’incidenza dei tumori sopra i 50 anni.

Questo trend non riguarda solo una specifica area geografica ma è diffuso soprattutto nei paesi con un livello socioeconomico più elevato.

 

Tumori più diffusi e fattori di rischio

I tumori che colpiscono i giovani includono stomaco, colon-retto, seno, trachea, bronchi e polmoni.

Sono stati identificati diversi fattori di rischio, tra cui il fumo, l’alcol e una dieta poco equilibrata, caratterizzata da un’elevata assunzione di carne rossa e una scarsa quantità di frutta e verdura.

Questi fattori sono stati da tempo associati a un aumento del rischio di cancro.

Dati specifici sull'Italia

Anche in Italia, i dati confermano un aumento delle diagnosi di tumori del colon-retto tra i giovani.

Uno studio condotto dall’Agenzia per la Tutela della Salute di Milano ha evidenziato un aumento dello 0,7% annuo delle diagnosi di tumori del colon-retto nella fascia d’età inferiore ai 50 anni.

Ricerca sulle cause

Gli studi in corso cercano di individuare le cause di questo aumento.

La ricerca si sta concentrando su una vasta gamma di potenziali fattori, tra cui l’alimentazione, l’esposizione a sostanze inquinanti e lo stile di vita in generale.

Alcuni studi suggeriscono che le sostanze presenti nell’alimentazione, come le microplastiche e le molecole presenti nelle carni rosse molto cotte e lavorate, potrebbero contribuire all’aumento dei tumori giovanili.

Ruolo dell'obesità e dell'alimentazione

L’obesità e l’alimentazione sono fattori chiave che potrebbero contribuire all’insorgenza di tumori.

Tuttavia, l’Italia mostra dati migliori rispetto ad altri paesi europei in termini di obesità e consumo di alcol.

Ciò potrebbe suggerire che esistono differenze nei comportamenti e nello stile di vita che potrebbero influenzare il rischio di sviluppare tumori.

Consapevolezza e diagnosi precoce

Il caso della principessa Kate evidenzia l’importanza della consapevolezza e della diagnosi precoce nei giovani per migliorare le prospettive di cura e sopravvivenza.

Uno dei problemi principali nei casi giovanili di cancro è la difficoltà nella diagnosi precoce, che può portare a stadi avanzati della malattia e rendere più difficile la cura.

Prospettive future

Affrontare il problema dei tumori giovanili richiede una comprensione più approfondita delle cause e un impegno congiunto per promuovere uno stile di vita sano e interventi di screening appropriati.

È necessario continuare a condurre ricerche per identificare i fattori di rischio e sviluppare strategie efficaci per la prevenzione e la gestione dei tumori nei giovani.

Fonte:

Maxi piano anti liste di attesa, dal Governo nuove misure

Il governo italiano lancia un piano da 600 milioni l’anno per ridurre le liste d’attesa nella sanità. Fondi assegnati direttamente agli ospedali con code più lunghe, promuovendo unificazione delle prenotazioni e appropriatezza prescrittiva. 

Obiettivo del piano: combattere le liste d'attesa

Il Governo italiano, guidato dal ministro della Salute Orazio Schillaci, annuncia un piano straordinario fino a 600 milioni l’anno per sconfiggere le liste d’attesa, un grave problema per la sanità nazionale.

Questa iniziativa è parte di un impegno più ampio volto a migliorare l’accesso alle cure mediche per i cittadini italiani, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia.

Nuovo approccio nella distribuzione dei fondi

I fondi non saranno più assegnati alle Regioni in modo indiscriminato, bensì il ministero della Salute li distribuirà direttamente alle singole Asl, dove si identificheranno le maggiori necessità tramite un accurato monitoraggio.

Questo cambio di strategia mira a garantire una distribuzione più equa delle risorse e a concentrare gli interventi dove sono più necessari.

Unificazione delle agende prenotazioni

Si mira a unificare le agende delle prenotazioni tra ospedali pubblici e privati convenzionati per migliorare l’efficienza nella gestione delle richieste dei pazienti, un’area ancora carente in molte parti d’Italia.

Questo permetterà di ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili e di ridurre i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie.

Promozione dell'appropriatezza prescrittiva

Si intende contrastare l’iperprescrizione di esami e visite mediche non necessari, che contribuiscono ad intasare il sistema sanitario, attraverso linee guida sviluppate dall’Istituto superiore di Sanità.

Questo approccio mira a garantire che le cure mediche siano appropriate alle reali esigenze dei pazienti, riducendo sprechi e migliorando l’efficienza del sistema.

Intervento legislativo in arrivo

Un decreto legge per il piano sulle liste d’attesa è atteso nelle prossime settimane, con particolare attenzione alle regioni con alta mobilità passiva, dove i pazienti si spostano per ricevere cure, comportando flussi finanziari significativi.

Questo intervento legislativo mira a fornire un quadro normativo chiaro e a incentivare le regioni a adottare politiche volte a ridurre le liste d’attesa.

Monitoraggio e interventi mirati

Un monitoraggio dettagliato verrà condotto a livello ospedaliero per identificare le carenze e indirizzare i finanziamenti ministeriali dove più necessario, supportando gli ospedali con difficoltà nell’assicurare le prestazioni.

Questo approccio mira a garantire che le risorse siano utilizzate in modo efficace e a migliorare l’accesso alle cure per tutti i cittadini.

Ruolo del settore privato

Il settore privato convenzionato è visto come parte integrante del sistema sanitario nazionale, e l’obiettivo è garantire un’offerta adeguata ai cittadini, collaborando con tutti gli attori coinvolti per superare le diseguaglianze presenti nel sistema sanitario.

Questo partenariato tra pubblico e privato è fondamentale per garantire un’ampia disponibilità di servizi sanitari di qualità in tutto il Paese.

Dichiarazioni del ministro Schillaci

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, conferma l’impegno del Governo nell’abbattere le liste d’attesa, riconoscendo l’importanza del coinvolgimento di tutte le parti interessate e delle Regioni per migliorare l’accesso alle cure mediche.

Le dichiarazioni del Ministro evidenziano la determinazione del Governo nel affrontare le sfide della sanità italiana e nell’assicurare un sistema sanitario efficiente e accessibile per tutti i cittadini.

Liste d’attesa in aumento, la Toscana risponde alle pressioni della Corte dei Conti

La Regione si arrende: “Impossibile mantenere i tempi con queste crescenti percentuali”.  I giudici contabili esamineranno le correzioni entro metà aprile. I cittadini sono furiosi.

Cittadini esasperati di fronte alle lunghe liste d'attesa

La frustrazione dei cittadini toscani di fronte alle lunghe liste d’attesa per visite specialistiche, esami ed interventi chirurgici è palpabile.

Questa realtà riguarda in particolare le aree più densamente popolate della regione, dall’entroterra fino alla costa.

Onda anomala di prescrizioni e tempi di attesa fuori controllo

Uno dei principali fattori che contribuiscono a questa situazione è l’aumento significativo delle prescrizioni mediche.

Nel periodo dal 2019 al 2023, si è verificato un incremento del 34% per le prime visite e del 42,5% per gli esami, con picchi ancora più elevati per test diagnostici come Tac e risonanze magnetiche, che hanno registrato un aumento superiore al 60%.

Anche nel 2024, l’aumento delle richieste continua a un ritmo sostenuto, con un ulteriore incremento del 20% rispetto all’anno precedente nei primi tre mesi.

Le sfide del sistema sanitario pubblico

La Regione Toscana ha riconosciuto l’impatto devastante di questa pressione senza precedenti sul sistema sanitario pubblico.

Tra le cause individuate vi sono errori nella prescrizione medica, la prudenza eccessiva dei nuovi medici di famiglia e problemi nell’assegnazione degli appuntamenti per i controlli specialistici.

Interventi per ridurre le liste d'attesa

Per affrontare questa sfida, la Regione ha adottato diverse misure, tra cui un maggiore coinvolgimento del settore privato convenzionato e l’implementazione dell’attività aggiuntiva del personale sanitario attraverso l’uso del superstraordinario.

È stato anche avviato il progetto sperimentale ‘Clessidra‘, che prevede incentivi finanziari per i medici che effettuano visite aggiuntive.

Criticità nelle visite specialistiche e negli esami

Soprattutto le visite specialistiche in discipline come urologia, otorinolaringoiatria, dermatologia e pneumologia stanno subendo le maggiori difficoltà.

Gli esami più problematici in termini di tempi d’attesa sono la spirometria e l’elettromiografia.

Il richiamo della Corte dei Conti

La situazione è così grave che persino la Corte dei Conti ha dovuto intervenire.

Attraverso un documento di cento pagine inviato alla Regione nel gennaio dell’anno precedente, i magistrati contabili hanno richiesto un intervento urgente per affrontare il problema delle liste d’attesa e gestire in modo più efficace il sistema preliste.

Risposta della Regione e prospettive future

Nonostante gli sforzi e le controdeduzioni inviate alla Corte dei Conti, la situazione rimane critica.

La Regione è pronta ad adottare ulteriori misure se il numero delle richieste continuerà ad aumentare, ma la sfida resta immensa e richiederà un impegno costante e sistematico per trovare soluzioni durature.

Fonte:

Nel 2023, il 42% degli italiani a basso reddito ha dovuto rinunciare alle cure

Il Rapporto “Ospedali & Salute” del 2023 evidenzia che il 42% dei pazienti a basso reddito rinuncia alle cure sanitarie, aumentando con il reddito. Il 16,3% si sposta in altre regioni per cure, principalmente a causa delle lunghe liste d’attesa. Circa il 53,5% affronta tempi di attesa eccessivi

Difficoltà di accesso alle cure sanitarie

Nel 2023, il 42% dei pazienti con redditi più bassi, fino a 15mila euro, è stato costretto a procrastinare o a rinunciare alle cure sanitarie perché nell’impossibilità di accedere al Servizio sanitario nazionale e non potendo sostenere i costi della sanità a pagamento.

Questo emerge dal 21esimo Rapporto “Ospedali & Salute”, promosso da Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e realizzato in collaborazione con il Censis.

La quota di chi è costretto a procrastinare o rinunciare alle cure diminuisce man mano che si sale nei livelli di reddito: il 32,6% dei redditi tra i 15mila e i 30mila euro, il 22,2% tra i 30mila e i 50mila euro e il 14,7% di quelli oltre i 50mila euro.

Impatto differenziato sulla ricchezza

L’indagine mette in luce anche un fenomeno preoccupante denominato “effetto erosivo” sulla ricchezza, il quale ovviamente colpisce in modo diverso le diverse classi di reddito.

Il 36,9% degli italiani ha rinunciato ad altre spese per sostenere quelle sanitarie, con percentuali più elevate tra i redditi bassi (50,4%) e medio-bassi (40,5%), e percentuali inferiori tra i redditi medio-alti (27,7%) e alti (22,6%).

Mobilità sanitaria e liste d'attesa

Secondo il Rapporto, nel corso degli ultimi 12 mesi, il 16,3% delle persone che hanno necessitato di cure sanitarie si è rivolto a un’altra regione, nell’ambito delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario, escludendo eventuali spostamenti per accedere a prestazioni in regime privatistico.

La motivazione principale di questa mobilità è stata l’eccessiva lunghezza delle liste d’attesa nella propria regione, che ha coinvolto il 31,6% dei migranti sanitari.

Spostamenti e motivazioni

Oltre al 16,3% di pazienti che si spostano in altre regioni, bisogna considerare anche il 19,3% di coloro che, pur rimanendo all’interno del Servizio sanitario regionale di competenza, devono percorrere più di 50 km per accedere alle cure necessarie.

Le motivazioni di questa mobilità regionale includono il desiderio di ottenere un servizio migliore (26,5%), la ricerca di una particolare tipologia di prestazione sanitaria (17,1%), la necessità di un secondo parere (8,7%), e la vicinanza delle strutture fuori regione per coloro che abitano in zone di confine (9,8%).

Tempi di attesa e accesso alle cure

Il Rapporto evidenzia che il 53,5% degli italiani ha dovuto affrontare tempi di attesa eccessivamente lunghi nel corso dell’anno, mentre il 37,4% segnala la presenza di liste d’attesa bloccate o chiuse, nonostante siano formalmente vietate.

Di conseguenza, su ogni 100 tentativi di prenotazione nel Servizio sanitario nazionale, solo il 60,6% delle prestazioni rimane nella Sanità pubblica, mentre il 34,9% si rivolge alla sanità a pagamento, suddiviso nel privato puro, nell’intramoenia, nel privato sociale e nelle polizze assicurative.

Rinvio dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in Italia.

Il rinvio dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) in Italia suscita contestazioni e preoccupazioni. Le nuove prestazioni sanitarie, previste per il 2017, potrebbero rimanere inaccessibili, mentre i tagli alle tariffe mettono a rischio la sostenibilità delle strutture sanitarie.

Rinvio dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea)

Il nomenclatore delle tariffe slitta

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha indicato un probabile rinvio del nomenclatore che definisce le tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, previsto per il primo aprile.

Ciò implica un’ulteriore attesa per l’accesso ai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), approvati nel 2017 ma ancora non disponibili per i cittadini.

Il rinvio è motivato dalla necessità di rivalutare le tariffe per renderle più adeguate alla realtà attuale.

Contestazioni e richieste delle associazioni

Le associazioni di pazienti e cittadini contestano duramente il prolungamento dell’attesa.

Cittadinanzattiva ha richiesto che il decreto sulle tariffe entri in vigore come programmato, senza ulteriori proroghe, garantendo così i diritti dei cittadini su tutto il territorio nazionale.

Prestazioni in attesa di validazione

Le nuove prestazioni incluse nei Lea del 2017 rischiano di rimanere inesigibili a causa del ritardo nella loro implementazione.

Tra queste vi sono la procreazione medicalmente assistita, la diagnosi e monitoraggio della celiachia, gli screening neonatali per alcune patologie, gli ausili informatici e di comunicazione per disabili, e i presidi avanzati per le disabilità motorie.

Necessità di aggiornamento e completamento

Le associazioni sottolineano l’urgenza di completare l’istituzione della Commissione Lea per prevedere un percorso di aggiornamento ulteriore dei Lea e delle relative tariffe.

Questo consentirebbe l’accesso a prestazioni aggiuntive e attese, come i test Ngs per le mutazioni geniche dei tumori, la cura della fibromialgia e l’estensione dello screening neonatale ad altre patologie come la Sma, il test prenatale non invasivo.

Contenuto dei nuovi Lea

I nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) comprendono 2.108 prestazioni, rispetto alle 1702 della versione precedente, con una spesa prevista di 402 milioni di euro.

Sono introdotte numerose nuove procedure diagnostiche e terapeutiche, come l’adroterapia e l’uso di apparecchiature robotizzate per la riabilitazione motoria e l’assistenza protesica avanzata.

Ulteriore rinvio e preoccupazioni

Nonostante il previsto inizio del tariffario per il primo gennaio 2024, è stato già rinviato al 1 aprile e ora si prospetta un ulteriore slittamento.

La questione dei tagli previsti alle tariffe di alcune prestazioni è al centro delle discussioni, suscitando proteste da parte di strutture sanitarie private convenzionate e laboratori di analisi.

L’eventuale riduzione dei rimborsi potrebbe mettere a rischio la sostenibilità delle strutture e causare perdite di posti di lavoro secondo le associazioni di settore.

Fonte:

Il 50% delle famiglie italiane si trova in difficoltà nel pagare le visite mediche.

L’indagine condotta da Altroconsumo dal 2018 ha segnato il peggiore risultato mai registrato. Oltre alle spese sanitarie, anche il riempimento del frigorifero e della dispensa rappresenta un problema diffuso, mettendo in difficoltà 4 italiani su 10.

La crescente difficoltà nelle cure mediche

Uno dei maggiori problemi affrontati dalle famiglie italiane riguarda le spese per la salute, con il 47% delle famiglie che hanno segnalato difficoltà nel 2023, un aumento del 4% rispetto agli anni precedenti.

Questo dato preoccupante è evidenziato soprattutto dalla difficoltà nel sostenere le spese per visite mediche e cure dentistiche.

Inoltre, il declino delle visite specialistiche durante i periodi pandemici ha contribuito a rendere il quadro ancora più oscuro.

È significativo notare che questo problema in Italia è molto più grave rispetto ad altri paesi coinvolti nello studio, con il 47% delle famiglie italiane che rischiano seriamente di avere problemi finanziari dovuti alle cure mediche, in contrasto con il 38% della Spagna, il 36% del Portogallo e il 28% del Belgio.

L'aumento delle difficoltà nell'acquistare cibo

Un altro settore critico riguarda le spese alimentari, con un aumento del 4% nel numero di famiglie italiane che hanno problemi ad affrontare tali spese, passando dal 37% al 41% nel 2023.

Questo riguarda principalmente la difficoltà nell’acquistare carne, pesce e alternative vegane, ma anche frutta e verdura non sono considerati acquisti scontati per il 44% delle famiglie.

Le sfide nel mantenimento della casa

La casa è un ambito che continua a creare grattacapi per le famiglie italiane, con il 51% che segnala difficoltà nel 2023, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente.

Le bollette rappresentano una parte significativa di questi problemi, con il 54% delle famiglie che fatica ad affrontare i costi energetici.

Inoltre, imprevisti come manutenzioni o riparazioni aggravano ulteriormente la situazione finanziaria per il 41% delle famiglie.

Le sfide della mobilità

La mobilità continua ad essere un problema, soprattutto per quanto riguarda il possesso e il mantenimento di un’auto privata.

Con il costo del carburante, delle tasse automobilistiche in aumento e le spese di manutenzione, il 61% degli italiani trova difficile affrontare le spese legate alla mobilità.

Le sfide nel tempo libero e nella cultura

Per quasi il 38% delle famiglie italiane, godere del tempo libero e fruire di prodotti culturali rappresenta un lusso.

Le spese per viaggi, vacanze, bar, ristoranti, concerti e serate al cinema sono considerate rischiose per il bilancio familiare.

Aspettative future

Le aspettative per il futuro non sono promettenti, con oltre un terzo degli intervistati (il 32%) che prevede ulteriori difficoltà finanziarie nel 2024.

La metà degli intervistati prevede che la situazione rimarrà invariata, mentre solo il 19% si attende un miglioramento nel 2024.

Queste prospettive dimostrano un diffuso pessimismo riguardo alla situazione economica futura delle famiglie italiane.

Fonte:

Primo trapianto di rene di maiale su uomo a Boston

Primo trapianto di rene di maiale su uomo a Boston segna una svolta nella medicina. Successo dell’intervento offre speranza a migliaia di pazienti in attesa di trapianto renale, indicando nuove possibilità nel trattamento delle malattie renali.

Una pietra miliare della medicina

Un gruppo di chirurghi di Boston ha eseguito con successo il primo trapianto di rene da maiale geneticamente modificato su un uomo di 62 anni con malattia renale allo stadio terminale, segnalato dal New York Times come un evento epocale nella storia della medicina.

Questo risultato rappresenta un passo significativo verso l’innovazione medica e offre speranza a migliaia di pazienti affetti da malattie renali.

Progressi post-trapianto

Il paziente, ricoverato presso il Massachusetts General Hospital, sta mostrando segni positivi di recupero post-trapianto.

I medici hanno osservato che il nuovo rene ha iniziato a funzionare correttamente poco dopo l’intervento, rimuovendo i prodotti di scarto e i liquidi in eccesso dal sangue.

Inoltre, il paziente è già in grado di camminare nei corridoi dell’ospedale e potrebbe essere dimesso presto.

Questi sviluppi incoraggianti indicano la promessa di una migliore qualità di vita per i pazienti sottoposti a trapianto di organi.

Implicazioni per i pazienti

Il successo di questo trapianto offre speranza a centinaia di migliaia di pazienti in lista d’attesa per un nuovo organo.

La prospettiva di avere una nuova fonte di reni potrebbe risolvere il problema dell’accesso inadeguato ai trapianti per i pazienti delle minoranze, riducendo le disuguaglianze nel sistema sanitario.

Dialisi e il futuro della medicina

Secondo alcuni esperti, se i reni di animali geneticamente modificati potessero essere trapiantati su larga scala, la dialisi potrebbe diventare obsoleta.

Questo aprirebbe nuove frontiere nel trattamento delle malattie renali e migliorerebbe la gestione delle condizioni di salute croniche.

Il caso del paziente Richard Slayman

Il paziente che ha ricevuto il trapianto, Richard Slayman, ha sofferto di diabete e ipertensione per molti anni ed è stato in cura presso il Mass General per oltre un decennio.

Dopo anni di dialisi e un trapianto umano fallito, ha deciso di optare per il trapianto di rene da maiale geneticamente modificato come soluzione alla sua malattia.

La sua storia personale evidenzia le sfide affrontate dai pazienti affetti da malattie renali e l’importanza di opzioni di trattamento innovative.

Commenti degli esperti italiani

Giuseppe Feltrin, direttore del Centro nazionale trapianti in Italia, ha accolto con favore l’innovativo trapianto effettuato a Boston.

Questo evento, insieme alla ricerca in corso in Italia, offre una nuova speranza per i pazienti in lista d’attesa per un trapianto di rene.

L’interesse internazionale per questa procedura sottolinea l’importanza della collaborazione globale nella ricerca medica.

Conclusioni e richiesta di donazioni

Sebbene i progressi nella ricerca siano promettenti, l’importanza delle donazioni di organi rimane fondamentale.

Feltrin sottolinea l’importanza di esprimere la propria volontà di donare gli organi per continuare a salvare vite umane.

È essenziale sensibilizzare sulle donazioni di organi e garantire che le risorse siano disponibili per sostenere la ricerca e l’innovazione nel campo dei trapianti di organi.

Questo trapianto di successo rappresenta un passo avanti significativo nella medicina moderna e offre speranza per un futuro in cui le malattie renali possono essere trattate in modo più efficace e accessibile.

Nuovo microscopio operatorio per trapianti di cornea al Sant’Orsola di Bologna

Il nuovo microscopio per chirurgia oftalmica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola offre un’opportunità senza precedenti. Grazie alla sua integrazione completa con un sistema di scansione tissutale OCT ad alta definizione, consente di visualizzare una porzione della sezione verticale del bulbo oculare durante un intervento chirurgico. 

Innovazione nella visione chirurgica

Il Professor Luigi Fontana, direttore dell’Oftalmologia dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, sottolinea che questo dispositivo rappresenta un notevole passo avanti rispetto ai microscopi precedenti.

La sua capacità di visualizzare lo spessore dei tessuti durante un’operazione sarà particolarmente utile nella chirurgia dei trapianti di cornea, consentendo interventi più precisi e sicuri.

Crescita dell'attività chirurgica

Dopo un 2023 da record, l’attività chirurgica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola è destinata a rafforzarsi ulteriormente.

Nel corso dell’anno precedente sono stati eseguiti 317 trapianti di cornea, il che rappresenta un aumento significativo rispetto all’anno precedente.

Questo elevato numero di interventi posiziona l’IRCCS tra i leader nella classifica degli ospedali nazionali.

Dettagli del nuovo microscopio

Il nuovo microscopio operatorio della ditta Leica Microsystem è stato recentemente introdotto presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.

Questo dispositivo, frutto di un investimento aziendale significativo, offre una risoluzione assiale fino a 4 micrometri, consentendo agli operatori di osservare anche i dettagli più minuti durante l’intervento.

Il trapianto di cornea

La cornea, la parte più esterna e superficiale dell’occhio, è cruciale per una corretta visione.

Le malattie che compromettono la sua integrità possono richiedere un trapianto di cornea, durante il quale una parte o l’intera membrana malata viene sostituita con un segmento proveniente da un donatore.

Malattie che richiedono trapianto di cornea

Condizioni come il cheratocono, le distrofie corneali o le patologie post-infettive della cornea possono richiedere un trapianto.

Queste malattie, spesso associate all’invecchiamento, portano a un aumento della domanda di trapianti di cornea.

Richiesta proveniente da fuori regione

Il Professor Fontana evidenzia che circa il 30% dei pazienti sottoposti a trapianto di cornea presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola proviene da fuori regione, il che sottolinea la reputazione e l’expertise dell’istituto in questo campo.

Dalla Lum un algoritmo innovativo per l’analisi dei costi delle prestazioni sanitarie

L’algoritmo, frutto di un’indagine condotta dal 2017 in Puglia, mira a ottimizzare il sistema sanitario nazionale e richiede una revisione delle tariffe per garantire equità e sostenibilità.

Metodologia per determinare il costo della prestazione sanitaria

Un team di ricercatori della Libera Università Mediterranea ‘Giuseppe De Gennaro’, guidato da Francesco Albergo, ha sviluppato un algoritmo innovativo per analizzare il costo delle prestazioni sanitarie.

Questo strumento è stato presentato durante un evento presso l’Auditorium del Ministero della Salute, alla presenza di figure istituzionali di rilievo nel settore sanitario.

Indagine sulle tariffe attuali

L’algoritmo è il risultato di un’indagine condotta dal 2017 su circa 50 patologie in quattro Aziende Sanitarie Locali e due Policlinici della Puglia.

Dai risultati emersi è evidente che le tariffe attualmente in vigore non sono equilibrate.

Equilibrio economico e tariffe sanitarie

Le aziende sanitarie sono consapevoli dell’importanza di mantenere un equilibrio economico.

L’algoritmo si propone di lavorare sui minuti di assistenza, dalla fase pre-ricovero all’intervento stesso, al fine di stabilire tariffe più adeguate e sostenibili.

Importanza dell'algoritmo per la programmazione sanitaria

Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha sottolineato l’importanza del nuovo algoritmo come strumento per una corretta programmazione e per ottimizzare le performance del sistema sanitario nazionale pubblico.

Ha evidenziato la necessità di rivisitare il sistema sanitario pubblico, ormai vecchio di 45 anni, e di introdurre nuovi modelli organizzativi.

Supporto dell'Università alle imprese e alle istituzioni

Il rettore della Libera Università Mediterranea, Antonello Garzoni, ha ringraziato la Regione Puglia per il sostegno allo studio iniziato nel 2017.

Ha enfatizzato il ruolo dell’università nel migliorare le performance delle imprese e delle istituzioni attraverso ricerche sul campo.

Critiche al sistema tariffario attuale

Secondo Francesco Albergo, il sistema tariffario attuale dei Drg (raggruppamento omogeneo di diagnosi) in Italia è inadeguato perché non tiene conto del reale costo della prestazione sanitaria ospedaliera.

Ruolo delle aziende private

Albergo ha ringraziato Novartis per il supporto e la collaborazione, sottolineando l’importanza del coinvolgimento del settore privato nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni innovative per il settore sanitario.

Necessità di rivisitare le tariffe

Vito Montanaro, direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, ha evidenziato l’importanza di ridefinire le tariffe delle prestazioni sanitarie, soprattutto per le Regioni del Sud, affinché siano coerenti con i costi aggiornati e le componenti produttive.

Conclusioni e prospettive future

L’introduzione di questo nuovo modello di determinazione dei costi delle prestazioni sanitarie offre una straordinaria opportunità di innovazione e sostenibilità per il sistema sanitario italiano.

Si auspica che il Ministero della Salute dia la giusta attenzione a questa ricerca, affinché possa contribuire significativamente a migliorare l’efficienza e la sostenibilità del sistema sanitario nazionale.

Fonte:

Partecipazione ai test oncologici: in Italia solo 11% delle donne

Solo l’11% delle donne in Italia ha eseguito test oncologici nell’ultimo anno, evidenziando problemi nell’assistenza sanitaria femminile. L’analisi sottolinea l’urgenza di promuovere la prevenzione e migliorare l’accesso ai servizi sanitari di qualità per le donne.

Misurare lo stato di salute delle donne nel mondo

L’indagine annuale, ora alla sua terza edizione, è una delle iniziative più complete nel suo genere, coinvolgendo il 97% delle donne e delle ragazze del mondo di età pari o superiore ai 15 anni.

Questo sforzo ha coinvolto oltre 147.000 interviste condotte in 143 Paesi e territori, in più di 140 lingue, grazie alla collaborazione con Gallup, un’azienda leader nel settore dell’analisi e della consulenza.

Obiettivi dell'Hologic Global Women’s Health Index

L’Hologic Global Women’s Health Index si propone di essere un riferimento costante per monitorare i cambiamenti nei comportamenti e negli atteggiamenti che influenzano l’accesso delle donne a un’assistenza sanitaria di qualità in tutto il mondo.

Questo indice fornisce dati e intuizioni utili per alimentare politiche sanitarie innovative e programmi di assistenza mirati a migliorare la vita delle donne.

Dimensioni della salute femminile esplorate

L’analisi comprende cinque dimensioni interconnesse della salute femminile: prevenzione, salute emotiva, opinioni sulla salute e sulla sicurezza, bisogni di base e salute individuale.

Queste dimensioni spiegano più dell’80% della variazione nell’aspettativa di vita delle donne in tutto il mondo.

Sfide nell'assistenza sanitaria in Italia

In Italia, i dati raccolti rivelano una realtà preoccupante.

Solo il 51% degli intervistati si dichiara soddisfatto della disponibilità di un’assistenza sanitaria di qualità nella propria zona, una percentuale che diminuisce ulteriormente per le donne con redditi più bassi (48%).

Questo dato è in netto calo rispetto al 2020, quando la soddisfazione era del 60%, e rispetto alla media globale ed europea (68%).

Partecipazione ai programmi di prevenzione

Le donne italiane risultano essere meno coinvolte nei programmi di prevenzione oncologica e delle malattie sessualmente trasmissibili rispetto alla media europea e mondiale.

Solo l’11% si è sottoposto a un test oncologico negli ultimi 12 mesi e solo il 5% ha fatto lo stesso per le malattie sessualmente trasmissibili.

Salute emotiva e benessere

Anche la salute emotiva delle donne italiane presenta criticità.

Un’alta percentuale (86%) percepisce la violenza domestica come un problema diffuso, e un significativo numero di donne riporta emozioni negative, come preoccupazione, tristezza, stress e rabbia, con tassi superiori alla media europea e mondiale.

La necessità di un'impegno collettivo

L’indice complessivo sulla percezione della salute delle donne in Italia è in declino, posizionando il paese al di sotto della media europea e mondiale.

Questi dati richiamano l’urgenza di un impegno collettivo da parte di imprese, associazioni e istituzioni per garantire un accesso equo e universale all’assistenza sanitaria di qualità per le donne, indipendentemente dalla loro posizione geografica, stato economico o livello di istruzione.