Nuovo microscopio operatorio per trapianti di cornea al Sant’Orsola di Bologna

Il nuovo microscopio per chirurgia oftalmica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola offre un’opportunità senza precedenti. Grazie alla sua integrazione completa con un sistema di scansione tissutale OCT ad alta definizione, consente di visualizzare una porzione della sezione verticale del bulbo oculare durante un intervento chirurgico. 

Innovazione nella visione chirurgica

Il Professor Luigi Fontana, direttore dell’Oftalmologia dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, sottolinea che questo dispositivo rappresenta un notevole passo avanti rispetto ai microscopi precedenti.

La sua capacità di visualizzare lo spessore dei tessuti durante un’operazione sarà particolarmente utile nella chirurgia dei trapianti di cornea, consentendo interventi più precisi e sicuri.

Crescita dell'attività chirurgica

Dopo un 2023 da record, l’attività chirurgica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola è destinata a rafforzarsi ulteriormente.

Nel corso dell’anno precedente sono stati eseguiti 317 trapianti di cornea, il che rappresenta un aumento significativo rispetto all’anno precedente.

Questo elevato numero di interventi posiziona l’IRCCS tra i leader nella classifica degli ospedali nazionali.

Dettagli del nuovo microscopio

Il nuovo microscopio operatorio della ditta Leica Microsystem è stato recentemente introdotto presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.

Questo dispositivo, frutto di un investimento aziendale significativo, offre una risoluzione assiale fino a 4 micrometri, consentendo agli operatori di osservare anche i dettagli più minuti durante l’intervento.

Il trapianto di cornea

La cornea, la parte più esterna e superficiale dell’occhio, è cruciale per una corretta visione.

Le malattie che compromettono la sua integrità possono richiedere un trapianto di cornea, durante il quale una parte o l’intera membrana malata viene sostituita con un segmento proveniente da un donatore.

Malattie che richiedono trapianto di cornea

Condizioni come il cheratocono, le distrofie corneali o le patologie post-infettive della cornea possono richiedere un trapianto.

Queste malattie, spesso associate all’invecchiamento, portano a un aumento della domanda di trapianti di cornea.

Richiesta proveniente da fuori regione

Il Professor Fontana evidenzia che circa il 30% dei pazienti sottoposti a trapianto di cornea presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola proviene da fuori regione, il che sottolinea la reputazione e l’expertise dell’istituto in questo campo.

Dalla Lum un algoritmo innovativo per l’analisi dei costi delle prestazioni sanitarie

L’algoritmo, frutto di un’indagine condotta dal 2017 in Puglia, mira a ottimizzare il sistema sanitario nazionale e richiede una revisione delle tariffe per garantire equità e sostenibilità.

Metodologia per determinare il costo della prestazione sanitaria

Un team di ricercatori della Libera Università Mediterranea ‘Giuseppe De Gennaro’, guidato da Francesco Albergo, ha sviluppato un algoritmo innovativo per analizzare il costo delle prestazioni sanitarie.

Questo strumento è stato presentato durante un evento presso l’Auditorium del Ministero della Salute, alla presenza di figure istituzionali di rilievo nel settore sanitario.

Indagine sulle tariffe attuali

L’algoritmo è il risultato di un’indagine condotta dal 2017 su circa 50 patologie in quattro Aziende Sanitarie Locali e due Policlinici della Puglia.

Dai risultati emersi è evidente che le tariffe attualmente in vigore non sono equilibrate.

Equilibrio economico e tariffe sanitarie

Le aziende sanitarie sono consapevoli dell’importanza di mantenere un equilibrio economico.

L’algoritmo si propone di lavorare sui minuti di assistenza, dalla fase pre-ricovero all’intervento stesso, al fine di stabilire tariffe più adeguate e sostenibili.

Importanza dell'algoritmo per la programmazione sanitaria

Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha sottolineato l’importanza del nuovo algoritmo come strumento per una corretta programmazione e per ottimizzare le performance del sistema sanitario nazionale pubblico.

Ha evidenziato la necessità di rivisitare il sistema sanitario pubblico, ormai vecchio di 45 anni, e di introdurre nuovi modelli organizzativi.

Supporto dell'Università alle imprese e alle istituzioni

Il rettore della Libera Università Mediterranea, Antonello Garzoni, ha ringraziato la Regione Puglia per il sostegno allo studio iniziato nel 2017.

Ha enfatizzato il ruolo dell’università nel migliorare le performance delle imprese e delle istituzioni attraverso ricerche sul campo.

Critiche al sistema tariffario attuale

Secondo Francesco Albergo, il sistema tariffario attuale dei Drg (raggruppamento omogeneo di diagnosi) in Italia è inadeguato perché non tiene conto del reale costo della prestazione sanitaria ospedaliera.

Ruolo delle aziende private

Albergo ha ringraziato Novartis per il supporto e la collaborazione, sottolineando l’importanza del coinvolgimento del settore privato nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni innovative per il settore sanitario.

Necessità di rivisitare le tariffe

Vito Montanaro, direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, ha evidenziato l’importanza di ridefinire le tariffe delle prestazioni sanitarie, soprattutto per le Regioni del Sud, affinché siano coerenti con i costi aggiornati e le componenti produttive.

Conclusioni e prospettive future

L’introduzione di questo nuovo modello di determinazione dei costi delle prestazioni sanitarie offre una straordinaria opportunità di innovazione e sostenibilità per il sistema sanitario italiano.

Si auspica che il Ministero della Salute dia la giusta attenzione a questa ricerca, affinché possa contribuire significativamente a migliorare l’efficienza e la sostenibilità del sistema sanitario nazionale.

Fonte:

Medici dall’Italia verso i Paesi del Golfo

Oltre 500 professionisti della Sanità si sono dichiarati disponibili negli ultimi tre mesi a lasciare l’Italia, da soli o con le famiglie, per prestare servizio nei Paese Arabi in vista di un’esperienza lavorativa, culturale e di vita.

Il richiamo del Medio Oriente

Un trend che era già iniziato ma che ha visto impennarsi del 40% le richieste in 90 giorni, forse influenzato anche dalla fascinazione del Medio Oriente su “numeri uno” del calcio mondiale come Ronaldo e Neymar o come l’ex Ct della nazionale Roberto Mancini.

Attrattive offerte dai Paesi del Golfo

Di sicuro stipendi che raggiungono anche i 20mila dollari al mese e benefit decisamente allettanti rispetto a quanto offerto dal nostro Ssn hanno un peso nella scelta di medici, infermieri e altre figure sanitarie di considerare mete fino a oggi meno “gettonate” rispetto alle più tradizionali Europa e Usa.

La crescente richiesta

Dall’altra parte, c’è il crescente fabbisogno di cura dei Paesi del Golfo, in cui la popolazione aumenta e sta vivendo un fisiologico processo di invecchiamento e dove, soprattutto, si è scelto di investire circa il 10% del Pil in sanità, servizi e industria sanitaria con ospedali e cliniche private all’avanguardia.

Il profilo dei professionisti italiani

In Arabia Saudita già il 90% dei sanitari sono di origine straniera e oggi anche i nostri, mentre l’Italia apre ai professionisti cubani, guardano al Medio Oriente.

A tracciare il quadro sono l’Associazione dei medici di origine straniera in Italia (Amsi) e l’Unione medica euro mediterranea (Umem): dei 450 professionisti della sanità italiani e dei 50 europei residenti in Italia che nell’ultimo trimestre hanno iniziato a programmare un lavoro nei Paesi del Golfo, 250 sono medici specialisti, 150 sono infermieri e 100 sono medici generici, fisioterapisti, farmacisti, podologi e dietisti.

Le mete preferite

Foad Aodi, presidente Amsi e componente della Commissione Salute globale della Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, entra nel dettaglio del potenziale “win-win” tra domanda e offerta. «I tre Paesi più richiesti sono Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar, poi c’è il Bahrein. Ovviamente i colleghi puntano ai Paesi dove sono maggiori le chance di essere valorizzati.

Ci sono medici già in pensione ma molti sono giovani che vogliono trasferirsi anche con la famiglia e non tutti guardano solo all’aspetto economico, che pure è una componente importante: si cercano qualità di vita e migliori condizioni di lavoro».

Una via di fuga dalla crisi della sanità pubblica

In tempi di profonda crisi della Sanità pubblica, con i camici bianchi che da anni denunciano un profondo disagio oltre a stipendi contenuti, la fuga avviene quindi non più solo verso il privato e, per chi ne abbia i requisiti, verso la pensione, ma anche in realtà lontane.

Requisiti per lavorare nei Paesi del Golfo

Paradossalmente, però, più facilmente accessibili: «Bastano tre mesi a fronte dell’anno e mezzo di attesa che registriamo in Italia per essere ammessi dalla presentazione della domanda – prosegue Aodi -: con diploma di formazione, specializzazione e certificato di buona condotta del ministero e dell’Ordine professionale alla mano. E ovviamente un ottimo inglese.

Il curriculum minimo varia in base alla professione: gli infermieri devono essere in attività da almeno due anni, i medici specialisti da tre anni e i medici generici da 5 anni».

L'attraente offerta italiana

Arruolare personale medico e sanitario ottimamente formato, come è quello italiano, è una scelta conveniente.

Le specializzazioni più richieste? Dermatologia, chirurgia generale, medicina estetica, ortopedia, gastroenterologia, ginecologia, pediatria, oculistica, emergenza, chirurgia plastica, otorinolaringoiatra, odontoiatria.

Poi, infermieri specializzati, fisioterapisti, farmacisti e dietisti.

Compensi e benefit

I compensi includono servizi e casa, inserimento scolastico per i figli e agevolazioni fiscali: per i medici oscillano da 14mila a 20mila dollari al mese e per gli infermieri da 3mila a 6mila dollari.

In Arabia Saudita i medici più pagati sono neurochirurghi, neurologi, ortopedici, camici bianchi dell’emergenza, chirurghi plastici, ginecologi e pediatri.

Sempre con passaporto europeo.