Tredicenne colpito da rarissima malattia autoimmune, curato al Meyer

Nella letteratura scientifica a livello mondiale, sono  riportati, solo altri sette casi di bambini e adolescenti affetti da dermatomiosite giovanile complicata con una rarissima situazione molto grave . La capillary leak syndrome, una complicanza a rischio di vita associata ad alcune patologie infiammatorie progressive, ha presentato una sfida significativa per i medici nel suo trattamento.

Presentazione clinica

Il giovane paziente, un tredicenne, è giunto al Meyer in condizioni disperate a causa della dermatomiosite giovanile.

Inizialmente, ha sviluppato rapidamente la capillary leak syndrome, una condizione caratterizzata da episodi ricorrenti di ipotensione, emoconcentrazione e ipoproteinemia.

La perdita della capacità dei suoi capillari di trattenere i liquidi ha causato un accumulo di quindici chili di liquidi nello spazio interstiziale del suo organismo.

L'approccio medico

Il caso è stato preso in carico dall’equipe guidata dal professor Gabriele Simonini, responsabile della Reumatologia pediatrica dell’Aou Meyer Irccs.

La rarità della patologia ha reso la diagnosi particolarmente complessa, poiché non esistono marcatori chiari che possano essere identificati attraverso un esame del sangue.

La valutazione clinica e una successiva biopsia di conferma sono state fondamentali per risolvere il “giallo”.

La Rete Europea ERn Reconnect

La Reumatologia pediatrica del Meyer fa parte della ERn Reconnect, una rete europea che unisce le comunità scientifiche degli specialisti che si occupano delle malattie rare del tessuto connettivo e muscoloscheletrico.

Questa collaborazione ha permesso ai medici di accedere a un vasto patrimonio di conoscenze e casi clinici, facilitando la diagnosi di patologie rare come questa.

Il trattamento intensivo

Per evitare la perdita del paziente, è stato necessario il ricovero presso la Rianimazione guidata dal professor Zaccaria Ricci.

Oltre alle cure intensive, è stato implementato un trattamento a base di immunosoppressori che ha contribuito a ridurre lo stato infiammatorio critico.

Il ritorno a casa e il recupero

Dopo venti giorni di terapia intensiva e un lungo percorso terapeutico, il tredicenne è stato finalmente in grado di fare ritorno a casa, completamente recuperato.

Ora, affidato alle cure dei genitori, il ragazzo ha ripreso la sua vita normale, incluso il praticare il calcio.

Regolarmente seguito presso la Reumatologia del Meyer, il suo caso è stato documentato nella letteratura medica.

Fonte:

Prevenzione del cancro al seno, il ruolo cruciale della proteina MRE11

Sembra che la proteina MRE11 possa essere la chiave per prevenire il tumore al seno, secondo uno studio condotto dal gruppo di ricerca guidato dal professor Gaorav Gupta dell’Università della North Carolina.

Questa proteina, già nota per riconoscere danni al DNA, ha rivelato un ruolo essenziale nella soppressione della formazione di tumori mammari.

Attivazione della risposta immunitaria

Il gruppo di ricerca ha dimostrato che la MRE11 è cruciale nell’attivare una risposta immunitaria che individua le cellule con DNA danneggiato e le elimina.

Agendo attraverso la via cGAS/STING, la MRE11 sblocca un percorso del sistema immunitario innato, svelando un meccanismo che potrebbe impedire alle cellule tumorali di resistere al rilevamento immunitario.

Il blocco della via cGAS-STING da parte delle cellule tumorali

Lo studio rivela come le cellule tumorali del seno possano manipolare la via cGAS-STING a loro vantaggio per evitare il rilevamento immunitario, bloccando il percorso cGAS-STING.

Questo blocco coinvolge l’enzima cGAS, che normalmente rimane inattivo finché non è assolutamente necessario.

Il ruolo della proteina MRE11 nel rilascio di cGAS

Grazie a studi precedenti, il team ha ipotizzato che la MRE11 potesse liberare cGAS dalla sua “prigione istonica”.

I ricercatori hanno confermato che la MRE11, riconoscendo il DNA danneggiato, libera cGAS dagli istoni, attivando simultaneamente una forma di morte cellulare chiamata necroptosi.

Questa morte cellulare specifica attiva il sistema immunitario, eliminando le cellule precancerose danneggiate.

Prospettive future nel trattamento del cancro al seno

La riattivazione del percorso cGAS-STING tramite la MRE11 apre nuove prospettive per terapie mirate.

Il professor Gupta e il suo team stanno già avanzando nella ricerca, conducendo una sperimentazione clinica che esplora la combinazione di radiazioni e immunoterapia nel trattamento di alcuni tipi di cancro al seno.

Conclusioni e speranze per il futuro

Con queste nuove informazioni sulla via cGAS-STING, gli studiosi sperano di valutare l’efficacia delle terapie attuali e di identificare altre strategie terapeutiche specifiche che coinvolgano questo percorso.

La chiave della prevenzione del cancro al seno potrebbe risiedere nella comprensione e nell’utilizzo efficace della proteina MRE11.

Fonte:

L’efficacia della Tac Spirale a basso dosaggio nella sfida al tumore del polmone

La lotta contro il tumore al polmone si intensifica, e una nuova speranza emerge con la prospettiva della diagnosi precoce, grazie al potenziale senza precedenti della Tac spirale a basso dosaggio come strumento di screening.

Diagnosi precoce: la chiave per la vittoria

La sconfitta del tumore al polmone richiederà un impegno deciso nella diagnosi precoce.

La proposta di sottoporre i fumatori a una Tac spirale con cadenza annuale o biennale emerge come un’opzione promettente, con il potenziale di aumentare significativamente la sopravvivenza a lungo termine rispetto alle diagnosi convenzionali.

Dall'I-Elcap al PLCO Cancer Screening Trial

I progressi nella diagnosi precoce del tumore al polmone sono evidenziati dalle prime rilevazioni vent’anni fa, iniziate con il progetto I-Elcap e successivamente integrato nel PLCO Cancer Screening Trial.

Le prime analisi dimostrano un notevole aumento della sopravvivenza nei pazienti sottoposti a screening radiologico periodico.

Il confronto con altre neoplasie

Il confronto tra il tumore al polmone e altre neoplasie, come quelle della tiroide e il linfoma non Hodgkin, solleva l’entusiasmo degli esperti.

La Tac spirale mostra risultati promettenti che potrebbero portare a un cambiamento nel trattamento del tumore al polmone, rendendolo più gestibile e curabile.

Impatto della diagnosi precoce rispetto all'immunoterapia

Le statistiche indicano che la sopravvivenza a vent’anni dalla diagnosi precoce supera notevolmente i risultati dell’immunoterapia.

Emerge come una diagnosi anticipata, soprattutto agli stadi iniziali, possa superare in benefici l’attuale approccio terapeutico con immunoterapici.

Consapevolezza e adesione allo screening

Nonostante i benefici evidenti, la consapevolezza dell’importanza della diagnosi precoce rimane bassa, anche tra i medici.

Si sottolinea la necessità di aumentare la consapevolezza pubblica e l’adesione allo screening per garantire un impatto significativo sulla mortalità del tumore al polmone.

Sostenibilità economica

Oltre ai benefici sanitari, si esplora il lato economico, evidenziando come lo screening sia non solo una scelta più vantaggiosa per la salute ma anche più sostenibile dal punto di vista economico rispetto alle terapie tradizionali.

Ottimizzare lo screening

Il percorso verso la diagnosi precoce ottimale richiede ancora alcune considerazioni.

Le questioni dell’intervallo di tempo tra controlli, della necessità di centri specializzati, e dell’estensione dello screening anche a non fumatori.

Verso uno screening personalizzato

Il futuro dello screening potrebbe essere definito da un approccio personalizzato.

Si delinea la prospettiva di valutare il rischio professionale e adattare l’offerta di screening in base alle caratteristiche individuali di ogni persona.

La Tac Spirale oltre il tumore al polmone

L’utilità della Tac spirale non si limita alla prevenzione del tumore al polmone.

Uno studio del 2021 evidenzia la capacità dello screening di rilevare anche malattie respiratorie croniche e cardiovascolari correlate al fumo, ampliando ulteriormente il suo impatto positivo sulla salute pubblica.

Impiantata protesi aortica di ultima generazione al Mauriziano di Torino

La stenosi aortica è una delle patologie più diffuse delle valvole cardiache, interessando il 10% della popolazione italiana con età superiore ai 65 anni.

Leader nell'uso della protesi aortica di ultima generazione

L’Ospedale Mauriziano si conferma come pioniere nella sanità piemontese, classificandosi come il primo in Piemonte e il terzo in Italia per l’utilizzo della protesi aortica di ultima generazione.

Questa protesi è progettata per il trattamento della stenosi valvolare aortica.

Stenosi valvolare aortica in Italia

La stenosi valvolare aortica è una malattia cardiaca comune in Italia, colpendo il 10% della popolazione oltre i 65 anni.

Questa condizione richiede trattamenti avanzati e innovativi per migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Successi recenti con la TAVI

Recentemente, due pazienti dell’Ospedale Mauriziano sono stati trattati con successo attraverso la TAVI (Trascatheter Aortic Valve Implantation), una procedura di impianto transcatetere di valvola aortica di ultima generazione. 

Questi interventi hanno contribuito al primato dell’ospedale nel campo.

Caratteristiche tecniche

La protesi aortica utilizzata dai cardiologi del Mauriziano offre caratteristiche tecniche avanzate che semplificano il posizionamento durante l’intervento.

Questo rende la procedura meno invasiva e più efficiente, con chiari benefici per i pazienti.

Procedura mininvasiva

I cardiologi del Mauriziano eseguono la procedura senza necessità di chirurgia e anestesia generale, attraverso un’arteria della gamba.

Questo approccio mininvasivo consente ai pazienti di essere dimessi entro pochi giorni, a meno che non siano presenti complicazioni.

Alta richiesta di trattamento TAVI in Italia

Il Direttore di Cardiologia del Mauriziano, Giuseppe Musumeci, sottolinea che, nonostante il successo, il numero di pazienti trattati con la TAVI è ancora relativamente basso.

Solo 194 pazienti su un milione vengono trattati in Italia, nonostante la necessità potenziale di 415 pazienti per milione di abitanti.

Mauriziano, leader in Piemonte e terzo in Italia

Nel 2022, l’Ospedale Mauriziano ha registrato 274 interventi TAVI, posizionandosi come il primo centro in Piemonte e il terzo in Italia, seguendo Milano e Bologna.

Questo dimostra la costante leadership nella fornitura di cure avanzate.

Conseguenze positive della TAVI

Musumeci evidenzia le eccezionali conseguenze della TAVI, sottolineando la significativa riduzione della mortalità a 30 giorni, scesa all’0.3%, rispetto al 3% riportato nella letteratura medica degli anni precedenti.

Rete Hub and Spoke

L’Ospedale Mauriziano ha sviluppato una rete Hub and Spoke in collaborazione con la AslTo3 per Torino Ovest, migliorando gli esiti di cura e riducendo la mortalità dei pazienti.

Convenzioni con le cardiologie di Savigliano, Vercelli e Aosta facilitano il flusso di pazienti, con 132 su 274 provenienti da altri ospedali.

Fonte:

Completata l’acquisizione di American Heart of Poland da parte del Gruppo San Donato

Il Gruppo San Donato ha recentemente finalizzato l’acquisizione della quota di maggioranza in American Heart of Poland, il più grande fornitore indipendente di cure cardiovascolari in Europa e uno dei principali erogatori di assistenza sanitaria privata in Polonia, con un’operazione dal valore di 350 milioni di euro.

Sinergie internazionali

L’unione dei due gruppi si prospetta sinergica, secondo quanto affermato da Kamel Ghribi, Presidente di Gksd Investment Holding e vice presidente del Gruppo San Donato.

Ghribi ha sottolineato l’importanza straordinaria dell’acquisizione nel contesto dell’Unione Europea, enfatizzando come ciò rafforzi la presenza internazionale del Gruppo e sviluppi eccellenti sinergie nel settore della cardiologia e non solo.

Il profilo del Gruppo San Donato

Il Gruppo San Donato, il più grande gruppo sanitario privato italiano e il principale gruppo sanitario europeo specializzato in cure acute, formazione medica e ricerca, possiede una rete di 58 centri medici, ospedali universitari e istituti di ricerca all’avanguardia a livello mondiale.

L’Università Vita Salute San Raffaele, affiliata al Gruppo, vanta 22 programmi di master e formazione a livello di dottorato, contribuendo all’eccellenza nel settore.

Il Gruppo San Donato è noto anche per essere un pioniere nella terapia genica e cellulare a livello globale, trattando oltre 5 milioni di pazienti annualmente, effettuando oltre 14 milioni di procedure e impiegando oltre 7mila professionisti medici.

Il ruolo chiave di Gksd Investment Holding

Gksd Investment Holding, presieduta da Kamel Ghribi, gestisce un portafoglio diversificato di società operative in Italia, apportando valore aggiunto per gli stakeholder grazie al suo unico know-how nel settore.

GKSD opera in diversi settori, con particolare attenzione a servizi immobiliari, ingegneria, energia, approvvigionamento e consulenza sanitaria.

American Heart of Poland

American Heart of Poland ha registrato una crescita organica dei ricavi di oltre 2,5 volte negli ultimi 3 anni, portando i ricavi a circa 250 milioni di euro.

L’azienda, beneficiando del consolidamento del mercato, mira a stimolare ulteriormente la crescita del gruppo.

Prevede di raddoppiare le proprie attività con investimenti superiori a 225 milioni di euro, con l’obiettivo di fornire assistenza medica di livello mondiale.

Carenza di farmaci, emergenza senza precedenti a livello globale

Ictus, attacchi di cuore, cancro e diabete: la grave carenza di farmaci essenziali per il trattamento sta colpendo pazienti, farmacisti, medici e professionisti sanitari.

Scarsezza di farmaci per il diabete

Con il crescente aumento della domanda, era prevedibile che l’EMA e successivamente l’AIFA segnalassero la carenza di due farmaci fondamentali per adulti affetti da diabete II: il semaglutide e il liraglutide.

La casa produttrice ha ufficialmente comunicato la decisione di ridurre la fornitura di liraglutide al fine di agevolare un incremento nella disponibilità di semaglutide. Quest’ultimo, utilizzato off-label per la gestione della perdita di peso, si presenta ora come un’opzione difficilmente reperibile sugli scaffali.

Questo episodio rappresenta solamente uno dei molti casi riportati, evidenziando ulteriormente la problematica annuale relativa a come fronteggiare la carenza di medicinali.

Carenza di farmaci negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, l’ASCO sta adottando misure urgenti per fronteggiare la carenza di farmaci antitumorali, un problema già esistente prima della pandemia da COVID-19 e che al momento non coinvolge direttamente l’Europa.

L’FDA ha identificato oltre 141 farmaci mancanti negli Stati Uniti, compresi antiasmatici, antibiotici (come l’amoxicillina e la penicillina), farmaci contro reazioni allergiche e vasodilatatori.

La crisi coinvolge anche farmaci antitumorali, raggiungendo “livelli senza precedenti” secondo un gruppo di 44 esperti convocati dalla Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO).

Questi esperti hanno redatto recentemente linee guida su come gestire i pazienti di fronte alle attuali carenze di farmaci antitumorali, le quali sono state pubblicate su JCO Oncology Practice.

Aumento delle malattie respiratorie in Cina

Le attuali condizioni stagionali invernali pongono notevoli sfide nel soddisfare le esigenze della popolazione.

In particolare, c’è crescente preoccupazione per l’aumento dei casi di polmonite non diagnosticata nei bambini e per l’aumento complessivo delle malattie respiratorie in Cina, suscitando richieste di chiarimenti da parte dell’OMS.

È interessante notare che la pandemia del 2019 ebbe origine da segnalazioni simili di polmonite non diagnosticata, come riportato dall’agenzia Reuters.

Secondo l’OMS, quest’anno si osserva complessivamente un incremento delle malattie respiratorie rispetto a tre anni fa.

Analisi di Nomisma sulla scomparsa dei fornitori di farmaci in Italia

Il Report 2023 dell’Osservatorio Nomisma “Sistema dei farmaci generici in Italia” presenta dati inquietanti: nell’arco di 10 anni, l’Europa ha perso il 26% dei farmaci equivalenti, il 33% degli antibiotici e il 40% dei farmaci oncologici.

Nel contesto degli antibiotici, si evidenzia la scomparsa di 16 tipologie in Polonia, 11 in Spagna e 10 in Francia.

In Italia, la situazione è critica con la diminuzione da 10 a 3 fornitori per un antibiotico e da 18 a 2 per un antitumorale in un decennio.

Nomisma sottolinea l’impatto significativo sulla popolazione e sollecita un alleggerimento della pressione nel settore farmaceutico.

Aggressioni ai farmacisti

Secondo un sondaggio condotto dalla Comunità Europea dei Farmacisti (PGEU) in 29 paesi europei, il 100% dei farmacisti interpellati ha segnalato una carenza di medicinali nel 2022.

La maggioranza ha notato un peggioramento della situazione nell’anno precedente (75,86%), mentre il restante 24,14% ha riferito che la situazione è rimasta invariata.

Si stanno verificando episodi di forte nervosismo, come evidenziato nel Regno Unito dal rappresentante di un’associazione indipendente di farmacie, la NPA, che ha riportato al Parlamento britannico numerosi casi di aggressioni da parte di pazienti ai farmacisti a causa della mancanza di determinati farmaci sugli scaffali.

Il Comitato di Negoziazione dei Servizi Farmaceutici (PSNC) aveva già denunciato questa problematica lo scorso aprile in seguito a un’indagine condotta tra i farmacisti del Regno Unito.

Tuttavia, resta da indagare sulle cause sottostanti alla carenza di farmaci.

Cause della carenza di farmaci e interventi proposti

In merito alle ragioni dietro questa emergenza, un articolo pubblicato su Lancet ha fornito una sintesi focalizzandosi su diversi punti critici:

  1. Aumento della domanda: La richiesta crescente, come nel caso del semaglutide, è stata innescata da una moda per la perdita di peso diventata virale su TikTok.

  2. Vincoli di produzione: Problemi quali contaminazione e attrezzature difettose hanno contribuito ai limiti nella produzione.

  3. Pandemie multiple: Gli impatti cumulativi di epidemie come influenza, virus sinciziale respiratorio e COVID-19 hanno generato carenze di farmaci essenziali, tra cui l’amoxicillina.

  4. Concentrazioni geografiche: Concentrazioni accentuate nella capacità di produzione degli ingredienti farmaceutici attivi (API) in determinate regioni rappresentano un rischio per la catena di approvvigionamento.

  5. Interruzioni di produzione in regioni chiave: Le interruzioni nelle aree geografiche cruciali, con particolare enfasi su Cina ed India, hanno avuto un impatto significativo.

  6. Ambiente commerciale: Nel contesto dei farmaci generici fuori brevetto, la mancanza di interesse da parte dei produttori potrebbe derivare da prezzi bassi e crescenti costi, rendendo l’investimento poco conveniente.

Uno studio tedesco pubblicato su Research in Social and Administrative Pharmacy ad agosto ha evidenziato ulteriori “cause di livello superiore”, legate a regolamentazioni vigenti, valori e processi interni delle aziende farmaceutiche, dinamiche di mercato e fattori macroeconomici.

Le proposte per mitigare la carenza di farmaci includono il miglioramento dei processi aziendali e la diversificazione dei criteri di appalto, con particolare attenzione alla situazione in Germania, che rappresenta il quarto mercato mondiale di medicinali.

Iniziative della Commissione Europea per mitigare la carenza

Per affrontare la carenza di farmaci, la Commissione Europea ha annunciato diverse iniziative.

Dal 2024, istituirà un’Alleanza per i Medicinali Critici per sostenere l’autonomia della catena di approvvigionamento europeo.

Sarà implementato un meccanismo di solidarietà volontaria europea per facilitare il trasferimento di medicinali nei Paesi con carenze, con l’obiettivo di creare una Lista dell’Unione di medicinali critici entro la fine del 2023.

Nel 2024, si prevede l’introduzione del Critical Medicines Act, con uno studio preparatorio in programma entro la fine del 2023 per la successiva valutazione di impatto.

Tuttavia, c’è l’auspicio che queste iniziative non subiscano interruzioni o ritardi a causa delle elezioni europee.

Va notato che la carenza non è limitata solo ai medicinali.

All’inizio dell’anno, la Commissione Europea ha istituito il Gruppo di Coordinamento sulle Carenze di Dispositivi Medici (MDSSG) per coordinare azioni tempestive all’interno dell’Unione in risposta a carenze di dispositivi medici.

Fonte:

Dal 2024, le ricette mediche non avranno più scadenza

Il prossimo Consiglio dei ministri si appresta a valutare il Disegno di legge delega sulle semplificazioni dei procedimenti amministrativi, con particolare attenzione alla rivoluzione dei processi sanitari in Italia prevista per il 2024.

Prescrizioni dematerializzate e ricette ripetibili

Il fulcro del Ddl è l’iniziativa ambiziosa di digitalizzare e semplificare processi chiave all’interno del sistema sanitario.

Una trasformazione significativa coinvolge le prescrizioni dematerializzate e le ricette ripetibili, con un impatto rilevante per i pazienti cronici che potranno beneficiare di ricette senza scadenza.

Illimitate ricette ripetibili e accessibilità ai farmaci

La possibilità di rendere le ricette ripetibili in modo illimitato rappresenta un passo cruciale.

Ciò significa che i pazienti non saranno più limitati da un numero fisso di prescrizioni, migliorando l’accesso ai farmaci necessari senza oneri eccessivi.

Impatto positivo sulla gestione amministrativa

La strategia adottata mira a ridurre il carico amministrativo sia per i cittadini che per le imprese del settore sanitario.

La semplificazione non solo migliora la vita quotidiana dei pazienti ma contribuisce anche a snellire le procedure burocratiche, promettendo di liberare risorse per un migliore supporto ai pazienti.

Transizione alle ricette elettroniche

Le ricette elettroniche, sperimentate durante la pandemia, sostituiranno le versioni cartacee, migliorando l’efficienza e garantendo una maggiore trasparenza e certezza nei procedimenti.

Affrontare le carenze di farmaci

Il Ddl affronta anche le carenze di farmaci semplificando la pubblicità legale.

Si elimineranno gli adempimenti legati alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, optando per la pubblicazione sul sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) per rendere le informazioni più accessibili.

Gestione dei pazienti cronici

Il Disegno di legge si concentra sulla gestione dei pazienti cronici, proponendo la consegna di farmaci sufficienti a coprire un intero mese di terapia.

Questa modifica ridurrà la necessità di visite frequenti, semplificando la vita dei pazienti.

Miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale

Queste riforme, ispirate ai principi comunitari, mirano a migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani.

Attraverso la semplificazione dei procedimenti amministrativi, il nuovo Disegno di legge promette di trasformare positivamente il Servizio Sanitario Nazionale, rendendo i servizi più efficienti e accessibili per tutti.

Fonte:

Stimolatore antidolore innovativo all’Istituto Europeo di Oncologia

Allo IEO, il neurostimolatore all’avanguardia Inceptiv™ che grazie alla sua tecnologia “Close loop”, intercetta e neutralizza gli impulsi dolorosi, offrendo ai pazienti un sollievo su misura.

Un passo avanti nel trattamento del dolore cronico

L’Istituto Europeo di Oncologia si distingue come uno dei primi ospedali in Italia a offrire una soluzione innovativa per il dolore cronico.

Il team guidato da Vittorio Guardamagna, Direttore Cure Palliative e Terapia del Dolore IEO, ha recentemente condotto uno dei primi impianti in Italia del nuovo stimolatore del midollo spinale Inceptiv.

Questo dispositivo di ultima generazione utilizza la tecnologia “Close loop” per gestire il dolore in modo preciso e personalizzato.

Innovazione tecnologica

Inceptiv, il nuovo pacemaker contro il dolore, si presenta come un dispositivo miniaturizzato con uno spessore di soli 6 mm, rendendolo il più sottile stimolatore del midollo spinale al mondo. Implantato sotto la cute, questo dispositivo invia lievi impulsi elettrici attraverso sottili elettrocateteri diretti alla spina dorsale.

Il funzionamento "Circuito Chiuso"

Ciò che rende Inceptiv unico è la sua capacità di funzionare in un “circuito chiuso”.

Questo neurotrasmettitore intelligente monitora costantemente la risposta del corpo alla stimolazione elettrica, misurando l’attivazione dei neuroni nel midollo spinale 50 volte al secondo.

In questo modo, il dispositivo adatta automaticamente la stimolazione, garantendo che i pazienti ricevano gli impulsi nervosi necessari per contrastare il dolore in base ai loro movimenti e attività.

Personalizzazione del trattamento del dolore

Vittorio Guardamagna sottolinea l’importanza della personalizzazione offerta da Inceptiv nel trattamento del dolore.

A differenza dei neurostimolatori statici, Inceptiv si adatta alle esigenze di ogni paziente, emettendo impulsi in risposta ai segnali elettrici e biochimici fra il midollo spinale e il cervello.

Questo approccio mirato promette maggiore efficacia nel gestire il dolore.

Compatibilità con la risonanza magnetica

Inceptiv si distingue ulteriormente come l’unico sistema di stimolazione del midollo spinale compatibile con la Risonanza Magnetica total body a fino a 3 Tesla.

Questa caratteristica è fondamentale, considerando che molti portatori di neurostimolatore devono sottoporsi a una risonanza magnetica entro cinque anni dall’impianto del dispositivo.

Cultura antidolore allo IEO

Guardamagna evidenzia che il successo nell’adozione di questa tecnologia innovativa deriva dalla cultura antidolore coltivata presso l’Istituto Europeo di Oncologia fin dai primi anni di attività.

L’IEO si vanta di essere il primo ospedale senza dolore in Italia, dove il dolore non è considerato un effetto collaterale trascurabile, ma piuttosto un sintomo misurabile e contrastabile con tutti i mezzi della ricerca scientifica e tecnologica.

In conclusione, la continua evoluzione nel campo del trattamento del dolore presso l’IEO rappresenta un impegno costante verso il benessere e la personalizzazione delle cure per i pazienti affetti da dolore cronico.

Fonte:

Ondata tumori in Italia, 395mila nuove diagnosi

In soli tre anni, si è verificato un notevole aumento di nuove diagnosi, passando da 376.600 nel 2020 alle 395.000 stimate per il 2023. Questo trend si osserva nonostante la diminuzione dell’adesione agli screening preventivi.

Il contesto epidemiologico:

In Italia, nel 2023, si stimano ben 395.000 nuove diagnosi di tumore, distribuite con 208.000 casi negli uomini e 187.000 nelle donne.

Questo rappresenta un significativo aumento di 18.400 diagnosi rispetto al 2020, indicando un’ulteriore sfida post-pandemica.

Il carcinoma della mammella è il tumore più diagnosticato (55.900 casi), seguito da colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700).

La situazione degli screening:

Nel 2022, a livello nazionale, si osserva un calo del 3% nella copertura degli screening mammografico (43%) e colorettale (27%), che nel 2021 erano tornati ai livelli prepandemici.

In particolare, al Nord si evidenzia una drastica diminuzione, con l’adesione alla mammografia scesa dal 63% nel 2021 al 54% nel 2022, e lo screening colorettale in discesa dal 45% al 38%.

La presentazione del rapporto e prospettive

Il censimento “I Numeri del Cancro in Italia 2023”, giunto alla sua 13ª edizione, è il risultato della collaborazione tra l’Associazione italiana di Oncologia Medica (Aiom), l’Associazione italiana registri tumori (Airtum), Fondazione Aiom, Osservatorio nazionale Screening (Ons), Passi, Passi d’Argento e la Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (Siapec-Iap). Il rapporto è stato presentato a Roma presso il Museo dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Il rapporto prevede un aumento annuo dell’1,3% delle nuove diagnosi oncologiche negli uomini e dello 0,6% nelle donne nei prossimi due decenni.

Tuttavia, sottolinea anche i progressi significativi, con 268.471 morti oncologiche evitate tra il 2007 e il 2019, evidenziando che il cancro è sempre più una malattia curabile.

La salute oncologica in Italia

Si evidenzia la necessità di un maggiore impegno nella prevenzione, sia primaria che secondaria.

Attualmente, il 24% degli adulti fuma, il 29% è sedentario, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, mentre il 17% consuma alcol in quantità a rischio per la salute.

Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom, sottolinea l’importanza di garantire cure sempre più innovative grazie alla ricerca scientifica.

Come situazioni cliniche che fino a un decennio fa avevano opzioni terapeutiche limitate oggi prevedano sequenze di trattamento più avanzate, evidenziando la necessità di implementare progressi nella diagnosi in tutti i centri.

Le terapie mirate e l'immunoterapia

Massimo Di Maio, presidente Eletto Aiom, spiega che le terapie mirate hanno portato a risposte importanti nei pazienti eleggibili sulla base del profilo molecolare, mentre l’immunoterapia ha rivoluzionato l’algoritmo terapeutico di molti tumori solidi.

Questo cambiamento ha migliorato la sopravvivenza a 5 anni per il carcinoma polmonare non a piccole cellule dal 5% al 20-30%, sottolineando anche l’attenzione crescente alla qualità di vita dei pazienti.

Riduzione della mortalità per cancro

Il rapporto evidenzia una riduzione della mortalità per cancro, con il numero di morti osservato inferiore a quello atteso ogni anno dal 2007 al 2019.

Questo risultato è particolarmente evidente per il cancro polmonare, dove gli uomini hanno registrato una diminuzione del 14,4% e le donne un eccesso del 16% di morti rispetto a quanto atteso, sottolineando la necessità di rafforzare la lotta al tabagismo.

Tuttavia, la mortalità per tumore del pancreas e melanoma è rimasta costantemente superiore a quella attesa in entrambi i sessi, riflettendo l’aumentata incidenza legata a fattori di rischio come il fumo di tabacco, sovrappeso, obesità e diabete per il cancro del pancreas, e l’esposizione ai raggi solari per il melanoma.

Conclusioni e chiamata all'azione

La crescente attenzione alla qualità di vita e agli esiti riportati dai pazienti è riconosciuta come un cambiamento culturale importante nella pratica clinica e nella ricerca.

Questo approccio si traduce in progressi significativi nelle cure, riflettendo una diminuzione della mortalità per cancro e il salvataggio di migliaia di vite.

Il rapporto chiama a un maggiore impegno nella lotta contro le sfide persistenti, come il cancro del pancreas e la necessità di rafforzare la prevenzione attraverso la riduzione dei fattori di rischio.

Conclude sottolineando la necessità di consolidare la collaborazione tra istituzioni, clinici e pazienti per superare le differenze assistenziali e mantenere l’attuale livello del Sistema Sanitario Nazionale.

In definitiva, l’impegno a livello nazionale è cruciale per continuare a progredire nella cura e prevenzione del cancro in Italia.

Fonte:

Con un intervento innovativo 15enne recupera l’uso del braccio paralizzato.

Un giovane di 15 anni ha affrontato con successo un intervento chirurgico pionieristico presso l’ospedale Molinette di Torino, utilizzando una tecnica innovativa mai sperimentata prima per ripristinare la funzione del suo braccio sinistro paralizzato.

Paralizzato dopo incidente stradale

Dopo essere stato coinvolto in un grave incidente stradale, il ragazzo ha subito un grave politrauma che ha portato all’amputazione traumatica della mano e all‘interruzione completa delle fibre nervose che controllano i movimenti del braccio sinistro.

Inizialmente ricoverato presso l’ospedale di Perugia, il giovane ha attraversato un lungo processo di recupero dopo un delicato intervento per ricostruire la mano e le sue connessioni neuro-muscolari.

Tuttavia, nonostante gli sforzi, il braccio sinistro ha subito una lesione troppo grave, e i nervi del plesso brachiale sono risultati irrimediabilmente amputati.

L'Intervento di microchirurgia

L’unico mezzo per ripristinare l’uso del braccio è stato un complesso intervento di microchirurgia.

La procedura richiedeva il prelievo di un tratto di un nervo sano per sostituire il plesso brachiale lesionato.

Il nervo ideale per questo scopo è risultato essere il nervo frenico, che origina a livello delle prime vertebre cervicali, discende nel collo e nel torace.

Collaborazione multidisciplinare a Torino

Il ragazzo è stato trasferito a Torino, presso le Molinette, dove un’équipe multidisciplinare di chirurghi ha preso in carico il caso.

Chirurghi della mano, neurochirurghi e chirurghi toraco-polmonari si sono uniti per applicare, per la prima volta in Italia, una tecnica mini-invasiva di prelievo del nervo frenico.

Questa innovativa procedura ha permesso di conservare integralmente la porzione del nervo frenico intratoracico, aumentando le probabilità di successo dell’intervento.

Una nuova vita per il braccio

Il nervo frenico è stato prelevato per tutta la sua lunghezza e successivamente reinnervato, collegandolo come fili elettrici nei nervi non funzionanti del braccio sinistro.

Questa riconnessione permette alla componente sana del nervo di ricrescere gradualmente, con una media di 1-2 mm al giorno.

L’intervento si basa sui trasferimenti nervosi, una tecnica che coinvolge il riposizionamento di nervi sani per ripristinare la funzione motoria nelle zone colpite.

Durante l’intervento, i chirurghi hanno eseguito con precisione microchirurgica il collegamento dei nervi sani a quelli paralizzati, creando una nuova connessione per trasmettere i segnali neurali.

8 ore in sala operatoria

Dopo oltre 8 ore di sala operatoria, l’intervento è stato tecnicamente riuscito.

Il giovane paziente è stato dimesso cinque giorni dopo e ora si prepara a affrontare una nuova fase di riabilitazione e fisioterapia per completare il suo percorso verso una completa guarigione.

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