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La buona riuscita di un intervento correttivo dell’alluce valgo dipende, prima di tutto, da una corretto inquadramento clinico. Questo richiede una accurata valutazione clinica della deformità (visita medica con radiografie eseguite in carico o “ortostatismo”), una accurata anamnesi per valutare l’evolutività, la sintomatologia accusata dal paziente e i problemi causati da questa deformità (non solo all’avampiede, ma a tutto il piede e alle articolazioni prossimali ed anche alla postura e al cammino).

Non tutte le deformità dell’alluce valgo sono uguali, alcune sono isolate, altre associate a deformità delle dita o malformazioni e/o malfunzioni del piede e non tutti i pazienti sono uguali così come le loro aspettative da questo intervento.
Per questo motivo non ha senso generalizzare questa procedura chirurgica in un’unica tecnica.

Questa comune deformità dell’avampiede ha sempre una eziologia biomeccanica, quindi è necessario correggere non solo la deformità, ma anche la causa.

Ancora oggi vengono troppo spesso eseguiti degli interventi “cosmetici”, che apparentemente correggono l’alluce, ma destinati a recidivare e a non risolvere i problemi del paziente, anzi, spesso, a peggiorarli.

Questo tipo deformità è generalmente caratterizzata da una deviazione su piani diversi dell’articolazione metatarso falangea (varismo, elevazione e/o instabilità e rotazione del 1° metatarsale) e la correzione deve avvenire su questi piani.

Questo è il motivo per cui si utilizza molto frequentemente una osteotomia detta “Chevron” con la tecnica di Austin, molto versatile, che permette di eseguire correzioni sia su alluci valghi modesti, che gravi, con una correzione su piani diversi personalizzabile ad ogni singolo caso clinico.

E’ una procedura aperta (incisione di circa 2/4 cm) che, mediante una “osteotomia” (sezione dell’osso) della parte pre-articolare del 1° metatarsale, permette di dislocare l’articolazione, ricreando congruenza articolare, allineamento del primo raggio e riequilibrio dell’avampiede. 

Questa correzione viene fissata da una piccola vite in titanio completamente inserita nell’osso che svolge la sua funzione nell’attesa di una consolidazione naturale dell’osso (circa 3 settimane), non dà intolleranze e generalmente non richiede una rimozione.

Questo tipo di intervento che usiamo comunemente (ma non è il solo) non è assolutamente doloroso e permette una correzione della deformità, un riequilibrio di tutto il piede e una bassissima percentuale di recidive.
Come precedentemente detto, può essere necessario associare a questa procedura altre correzioni, come: correzione di dita a griffe, di squilibri metatarsali o di associate deformità del piede. Queste procedure sono spesso necessarie se si vuole ottenere un risultato completo ed evitare le recidive.

INFORMAZIONI UTILI SULL’INTERVENTO CHIRURGICO

Tipologia dell'intervento:

Osteotomia

Degenza:

Day Hospital

Durata dell'intervento

20-40 min

Anestesia:

Solo l’arto operato

Decorso post operatorio:

Si cammina dal giorno seguente senza stampelle

Riabilitazione:

Tre settimane con scarpa post operatoria di protezione

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