Turismo Medico, panorama globale dell’assistenza sanitaria

Il panorama sanitario globale sta attraversando una rivoluzione con l’emergere e la crescente popolarità del turismo medico. Questa pratica, che consiste nel viaggiare all’estero per ricevere cure mediche, ha guadagnato terreno grazie al suo rapporto costo-efficacia, all’accesso a trattamenti specializzati e servizi sanitari di alta qualità. 

Dimensione e quote di mercato

Nel 2022, la dimensione del mercato del turismo medico è stata stimata a 115,6 miliardi di dollari, con una previsione di raggiungere circa 346,1 miliardi di dollari entro il 2032, con un CAGR dell’11,59% nel periodo di previsione.

Medical Tourism trend

Questo mercato abbraccia una vasta gamma di servizi medici, spaziando dalla chirurgia estetica, alle procedure elettive, ai trattamenti complessi come cure oncologiche e trapianti d’organo.

Paesi come India, Tailandia, Messico e Turchia sono destinazioni chiave grazie alla combinazione di assistenza sanitaria di alta qualità e risparmi sui costi.

 

Europa, destinazioni emergenti

Parallelamente, l’Europa sta emergendo come un’importante destinazione nel settore del turismo medico.

Paesi come la Polonia, la Romania, l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Croazia stanno rapidamente guadagnando riconoscimento per la loro eccellenza nell’assistenza sanitaria e per le moderne infrastrutture mediche.

Queste nazioni europee offrono una vasta gamma di servizi specializzati, attrattivi per pazienti internazionali che cercano procedure avanzate come la chirurgia ortopedica o terapie innovative.

La prossimità geografica e le efficienti infrastrutture di trasporto rendono l’Europa una scelta conveniente per i pazienti provenienti da diverse parti del mondo.

In questo contesto di crescita globale, la diversificazione delle opzioni di destinazione contribuisce ulteriormente alla prosperità e alla competitività del settore del turismo medico.

Tendenze del mercato

Integrazione della Telemedicina: La telemedicina ha registrato un aumento significativo nel turismo medico. Grazie ai progressi tecnologici, i pazienti possono consultare gli operatori sanitari del loro paese prima e dopo il viaggio medico, migliorando l’esperienza complessiva del paziente e la continuità delle cure.

Turismo del Benessere: Un’altra tendenza in crescita è la convergenza dell’assistenza sanitaria con il turismo del benessere. I turisti medici cercano sempre più esperienze olistiche, che combinano trattamenti medici con ritiri benessere, servizi termali e programmi di gestione dello stile di vita.

Analisi dei driver di crescita

Risparmio sui Costi: Il principale driver di crescita è il notevole risparmio sui costi ottenibile cercando cure in paesi con costi sanitari inferiori, particolarmente rilevante per le procedure elettive non coperte da assicurazione.

Accessibilità ai Trattamenti Specializzati: I pazienti viaggiano spesso all’estero per procedure mediche specializzate non prontamente disponibili nei loro paesi d’origine. L’accesso a trattamenti e tecnologie all’avanguardia motiva i turisti medici.

Sfide e opportunità

Sfide: Il mercato deve affrontare sfide legate a standard sanitari diversi e conformità normativa in vari paesi. La conformità normativa e la sicurezza dei pazienti sono preoccupazioni cruciali.

Opportunità: Le opportunità risiedono nel miglioramento dell’esperienza del paziente attraverso servizi personalizzati e collaborazioni tra operatori sanitari, agenzie di viaggio e compagnie di assicurazione.

Analisi per il futuro

Guardando al futuro, ci si aspetta che questo settore continui a crescere grazie a progressi tecnologici, maggiore consapevolezza e accettazione dell’assistenza sanitaria transfrontaliera.

Si prevede che l’intelligenza artificiale giochi un ruolo chiave nella diagnostica e nella medicina personalizzata.

Il mercato del turismo medico si configura come una forza trasformatrice nel panorama sanitario globale, fornendo un collegamento tra assistenza sanitaria di qualità e accessibilità internazionale.

Affrontare le sfide e sfruttare le opportunità sarà fondamentale per sostenere la crescita e offrire esperienze sanitarie senza precedenti a una popolazione globale diversificata di pazienti.

Obesità e scompenso cardiaco, ne soffrono 400mila Italiani

Si prevede che entro il 2035, ben la metà della popolazione mondiale sarà affetta da sovrappeso od obesità, raggiungendo la cifra impressionante di 3,36 miliardi di individui. Un grave problema di salute pubblica, in quanto è direttamente correlata a patologie cardiovascolari di rilevante importanza.

Obesità e scompenso cardiaco in Italia

In Italia, si stima che ci siano almeno 400.000 individui affetti da obesità e scompenso cardiaco, due condizioni che sono strettamente interconnesse e in costante aumento nel paese.

Con circa 6 milioni di persone obese e oltre 1 milione di pazienti affetti da insufficienza cardiaca, il peso in eccesso emerge come un fattore cruciale nello sviluppo di gravi problematiche di salute cardiovascolare.

Il pericolo della combinazione

È rilevante notare che fino all’80% dei pazienti con scompenso cardiaco e frazione di eiezione preservata, di cui la metà sono obesi, sono particolarmente a rischio.

Questa combinazione pericolosa può aumentare fino all’85% la probabilità di eventi cardiovascolari fatali, rubando almeno 6 anni di aspettativa di vita.

Questi dati allarmanti sono stati evidenziati dagli esperti nel corso dell’84° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC) a Roma.

Terapie mirate all'obesità

Il 2023 rappresenta una svolta significativa nel trattamento di pazienti affetti da scompenso cardiaco e obesità.

Ora è possibile intervenire con un farmaco specifico anti-obesità chiamato semaglutide, che ha dimostrato di migliorare i sintomi, la funzionalità e di conseguenza ridurre in modo significativo il peso corporeo.

Misurare la reale obesità

Gli esperti sottolineano che l’indice di massa corporea non è l’indicatore più adeguato della vera obesità.

È essenziale considerare la distribuzione del grasso, in particolare il grasso viscerale e addominale, che dovrebbe essere misurato in modo specifico.

Questo approccio più accurato rivela che la semplice valutazione dell’indice di massa corporea non è sufficiente per comprendere appieno il rischio associato all’obesità.

Una nuova frontiera nelle terapie

Il farmaco semaglutide ha rappresentato un punto di svolta nel trattamento di pazienti con scompenso cardiaco e obesità.

Uno studio recente, SELECT, condotto su oltre 17.000 pazienti, ha dimostrato che questo farmaco riduce del 20% il rischio di mortalità cardiovascolare, infarto e ictus rispetto ai pazienti trattati con un placebo.

Semaglutide si è dimostrato efficace anche nel migliorare la qualità di vita e la capacità di esercizio nei pazienti con insufficienza cardiaca a frazione di eiezione preservata.

Speranze per il futuro

Gli sviluppi terapeutici del 2023 rappresentano un passo avanti nella gestione dell’obesità e del scompenso cardiaco.

La possibilità di intervenire con farmaci mirati all’obesità offre speranza per migliorare la qualità di vita dei pazienti e ridurre il rischio di eventi cardiovascolari fatali.

La comunità medica ora ha a disposizione una nuova strategia per affrontare con successo le sfide poste dalla combinazione di obesità e scompenso cardiaco.

Ondata tumori in Italia, 395mila nuove diagnosi

In soli tre anni, si è verificato un notevole aumento di nuove diagnosi, passando da 376.600 nel 2020 alle 395.000 stimate per il 2023. Questo trend si osserva nonostante la diminuzione dell’adesione agli screening preventivi.

Il contesto epidemiologico:

In Italia, nel 2023, si stimano ben 395.000 nuove diagnosi di tumore, distribuite con 208.000 casi negli uomini e 187.000 nelle donne.

Questo rappresenta un significativo aumento di 18.400 diagnosi rispetto al 2020, indicando un’ulteriore sfida post-pandemica.

Il carcinoma della mammella è il tumore più diagnosticato (55.900 casi), seguito da colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700).

La situazione degli screening:

Nel 2022, a livello nazionale, si osserva un calo del 3% nella copertura degli screening mammografico (43%) e colorettale (27%), che nel 2021 erano tornati ai livelli prepandemici.

In particolare, al Nord si evidenzia una drastica diminuzione, con l’adesione alla mammografia scesa dal 63% nel 2021 al 54% nel 2022, e lo screening colorettale in discesa dal 45% al 38%.

La presentazione del rapporto e prospettive

Il censimento “I Numeri del Cancro in Italia 2023”, giunto alla sua 13ª edizione, è il risultato della collaborazione tra l’Associazione italiana di Oncologia Medica (Aiom), l’Associazione italiana registri tumori (Airtum), Fondazione Aiom, Osservatorio nazionale Screening (Ons), Passi, Passi d’Argento e la Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (Siapec-Iap). Il rapporto è stato presentato a Roma presso il Museo dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Il rapporto prevede un aumento annuo dell’1,3% delle nuove diagnosi oncologiche negli uomini e dello 0,6% nelle donne nei prossimi due decenni.

Tuttavia, sottolinea anche i progressi significativi, con 268.471 morti oncologiche evitate tra il 2007 e il 2019, evidenziando che il cancro è sempre più una malattia curabile.

La salute oncologica in Italia

Si evidenzia la necessità di un maggiore impegno nella prevenzione, sia primaria che secondaria.

Attualmente, il 24% degli adulti fuma, il 29% è sedentario, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, mentre il 17% consuma alcol in quantità a rischio per la salute.

Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom, sottolinea l’importanza di garantire cure sempre più innovative grazie alla ricerca scientifica.

Come situazioni cliniche che fino a un decennio fa avevano opzioni terapeutiche limitate oggi prevedano sequenze di trattamento più avanzate, evidenziando la necessità di implementare progressi nella diagnosi in tutti i centri.

Le terapie mirate e l'immunoterapia

Massimo Di Maio, presidente Eletto Aiom, spiega che le terapie mirate hanno portato a risposte importanti nei pazienti eleggibili sulla base del profilo molecolare, mentre l’immunoterapia ha rivoluzionato l’algoritmo terapeutico di molti tumori solidi.

Questo cambiamento ha migliorato la sopravvivenza a 5 anni per il carcinoma polmonare non a piccole cellule dal 5% al 20-30%, sottolineando anche l’attenzione crescente alla qualità di vita dei pazienti.

Riduzione della mortalità per cancro

Il rapporto evidenzia una riduzione della mortalità per cancro, con il numero di morti osservato inferiore a quello atteso ogni anno dal 2007 al 2019.

Questo risultato è particolarmente evidente per il cancro polmonare, dove gli uomini hanno registrato una diminuzione del 14,4% e le donne un eccesso del 16% di morti rispetto a quanto atteso, sottolineando la necessità di rafforzare la lotta al tabagismo.

Tuttavia, la mortalità per tumore del pancreas e melanoma è rimasta costantemente superiore a quella attesa in entrambi i sessi, riflettendo l’aumentata incidenza legata a fattori di rischio come il fumo di tabacco, sovrappeso, obesità e diabete per il cancro del pancreas, e l’esposizione ai raggi solari per il melanoma.

Conclusioni e chiamata all'azione

La crescente attenzione alla qualità di vita e agli esiti riportati dai pazienti è riconosciuta come un cambiamento culturale importante nella pratica clinica e nella ricerca.

Questo approccio si traduce in progressi significativi nelle cure, riflettendo una diminuzione della mortalità per cancro e il salvataggio di migliaia di vite.

Il rapporto chiama a un maggiore impegno nella lotta contro le sfide persistenti, come il cancro del pancreas e la necessità di rafforzare la prevenzione attraverso la riduzione dei fattori di rischio.

Conclude sottolineando la necessità di consolidare la collaborazione tra istituzioni, clinici e pazienti per superare le differenze assistenziali e mantenere l’attuale livello del Sistema Sanitario Nazionale.

In definitiva, l’impegno a livello nazionale è cruciale per continuare a progredire nella cura e prevenzione del cancro in Italia.

Fonte:

Con un intervento innovativo 15enne recupera l’uso del braccio paralizzato.

Un giovane di 15 anni ha affrontato con successo un intervento chirurgico pionieristico presso l’ospedale Molinette di Torino, utilizzando una tecnica innovativa mai sperimentata prima per ripristinare la funzione del suo braccio sinistro paralizzato.

Paralizzato dopo incidente stradale

Dopo essere stato coinvolto in un grave incidente stradale, il ragazzo ha subito un grave politrauma che ha portato all’amputazione traumatica della mano e all‘interruzione completa delle fibre nervose che controllano i movimenti del braccio sinistro.

Inizialmente ricoverato presso l’ospedale di Perugia, il giovane ha attraversato un lungo processo di recupero dopo un delicato intervento per ricostruire la mano e le sue connessioni neuro-muscolari.

Tuttavia, nonostante gli sforzi, il braccio sinistro ha subito una lesione troppo grave, e i nervi del plesso brachiale sono risultati irrimediabilmente amputati.

L'Intervento di microchirurgia

L’unico mezzo per ripristinare l’uso del braccio è stato un complesso intervento di microchirurgia.

La procedura richiedeva il prelievo di un tratto di un nervo sano per sostituire il plesso brachiale lesionato.

Il nervo ideale per questo scopo è risultato essere il nervo frenico, che origina a livello delle prime vertebre cervicali, discende nel collo e nel torace.

Collaborazione multidisciplinare a Torino

Il ragazzo è stato trasferito a Torino, presso le Molinette, dove un’équipe multidisciplinare di chirurghi ha preso in carico il caso.

Chirurghi della mano, neurochirurghi e chirurghi toraco-polmonari si sono uniti per applicare, per la prima volta in Italia, una tecnica mini-invasiva di prelievo del nervo frenico.

Questa innovativa procedura ha permesso di conservare integralmente la porzione del nervo frenico intratoracico, aumentando le probabilità di successo dell’intervento.

Una nuova vita per il braccio

Il nervo frenico è stato prelevato per tutta la sua lunghezza e successivamente reinnervato, collegandolo come fili elettrici nei nervi non funzionanti del braccio sinistro.

Questa riconnessione permette alla componente sana del nervo di ricrescere gradualmente, con una media di 1-2 mm al giorno.

L’intervento si basa sui trasferimenti nervosi, una tecnica che coinvolge il riposizionamento di nervi sani per ripristinare la funzione motoria nelle zone colpite.

Durante l’intervento, i chirurghi hanno eseguito con precisione microchirurgica il collegamento dei nervi sani a quelli paralizzati, creando una nuova connessione per trasmettere i segnali neurali.

8 ore in sala operatoria

Dopo oltre 8 ore di sala operatoria, l’intervento è stato tecnicamente riuscito.

Il giovane paziente è stato dimesso cinque giorni dopo e ora si prepara a affrontare una nuova fase di riabilitazione e fisioterapia per completare il suo percorso verso una completa guarigione.

Fonte:

Ossa di Vetro: un bambino con Osteogenesi Imperfetta cammina a 11 Anni

Un bambino di undici anni ha conquistato la gioia di camminare, sfidando l’Osteogenesi Imperfetta, attraverso quattro interventi chirurgici presso l’AOU Meyer e una determinata riabilitazione presso il Centro Don Carlo Gnocchi di Firenze.

Una vittoria di determinazione e collaborazione medica

A soli undici anni, un piccolo paziente ha sperimentato la gioia di camminare per la prima volta, grazie al lavoro collaborativo dei medici dell’AOU Meyer IRCCS.

Dopo quattro delicati interventi chirurgici e un lungo percorso riabilitativo, il bambino ha finalmente compiuto i suoi primi passi, seppur con l’aiuto delle stampelle.

La sfida dell'osteogenesi imperfetta

Il protagonista di questa storia affronta una forma estremamente severa di osteogenesi imperfetta, nota anche come ‘la malattia delle ossa di vetro’.

Questa patologia genetica, caratterizzata da un difetto del collagene, porta a una significativa fragilità ossea.

Le gambe del bambino erano affette da fratture patologiche, causando una deformità grave con una curvatura a forma di sciabola sia nelle cosce che nelle gambe, rendendo impossibile il movimento eretto.

Diagnosi e periodo di ricovero

La diagnosi è stata stabilita dopo approfondite indagini condotte dagli endocrinologi e genetisti presso l’ospedale pediatrico fiorentino.

Da quel momento, ha avuto inizio un prolungato periodo di ricovero, durante il quale l’equipe di Ortopedia e Traumatologia pediatrica, guidata dal professor Giovanni Beltrami, ha seguito attentamente il caso.

Studio preliminare e simulazioni chirurgiche

Prima di affrontare la serie di interventi necessari, gli ortopedici hanno condotto un’angiotac agli arti inferiori per uno studio approfondito.

I chirurghi, utilizzando modelli a grandezza naturale delle ossa deformi del bambino ottenuti attraverso la stampa 3D, hanno simulato e pianificato gli interventi.

Queste simulazioni hanno permesso di programmare osteotomie mirate, eliminando progressivamente la curvatura e consentendo di raddrizzare le gambe.

Chiodi telescopici e crescita fisiologica

Un elemento fondamentale del trattamento è stato l’utilizzo di chiodi telescopici in grado di “allungarsi”, adattandosi alla crescita fisiologica del bambino e fornendo una “protezione interna” all’osso stesso.

Riabilitazione e supporto a Don Carlo Gnocchi

Il percorso di riabilitazione è stato altrettanto cruciale e si è svolto presso il reparto di riabilitazione pediatrica specializzata del Centro IRCCS Don Carlo Gnocchi di Firenze.

L’équipe, guidata dalla dottoressa Giovanna Cristella, fisiatra dell’età evolutiva, ha elaborato una strategia efficace utilizzando fisioterapisti, tutori e ausili appropriati per consentire al bambino di muoversi sulle proprie gambe.

Cura continua e prospettive future

Un’attenzione particolare è stata dedicata all’individuazione di una cura adeguata per prevenire l’avanzamento della patologia.

Il bambino proseguirà il suo percorso medico presso l’Auxoendocrinologia del Meyer, diretta dal professor Stefano Stagi, dove riceverà le terapie specifiche necessarie.

Fonte:

IEO Proton Center, nuovo capitolo nella cura oncologica.

L’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) inaugura un nuovo capitolo nella cura oncologica con l’apertura dello IEO Proton Center. Questo centro  rappresenta un primato significativo, posizionando l’IEO come il primo IRCCS in Italia a dotarsi di una struttura dedicata a questa terapia innovativa.

L'importanza della Protonterapia

La Protonterapia, inaugurata durante la cerimonia alla presenza di Guido Bertolaso, Assessore al Welfare della Regione Lombardia, e Beppe Sala, Sindaco di Milano, offre nuove possibilità di cura per diversi tipi di tumori.

Il Direttore Scientifico IEO, Roberto Orecchia, sottolinea come questa terapia sia particolarmente vantaggiosa per tumori in organi critici o difficili da raggiungere, oltre a offrire una riduzione dei rischi di tumori indotti dai raggi.

Innovazione e investimenti

Il Prof. Orecchia evidenzia che, sebbene la Protonterapia sia innovativa, richiede significativi investimenti in tecnologie e risorse umane.

L’IEO Proton Center si posiziona come uno dei centri più avanzati al mondo, contribuendo a colmare il divario tra domanda e offerta di terapia protonica in Italia.

Impegno sociale ed eccellenza

Carlo Buora, Vicepresidente IEO, sottolinea come l’IEO abbia sempre promesso speranza, eccellenza e visione nella ricerca scientifica.

L’apertura del Proton Center si inserisce in questa missione, rappresentando uno dei progetti più importanti nella storia dell’IEO.

Tecnologia all'avanguardia

Il CEO Mauro Melis sottolinea che l’IEO Proton Center è dotato del sistema più avanzato di Protonterapia a livello internazionale, installato per la prima volta in Italia.

L’edificio stesso è stato progettato su misura per ospitare la macchina di Protonterapia, garantendo massima efficienza e sostenibilità.

Questo centro è anche il primo integrato con un reparto di radioterapia all’interno di un IRCCS oncologico.

Inclusione nella sanità pubblica

A partire dal 2024, la Protonterapia sarà erogata dal Sistema Sanitario Nazionale, segnando un passo significativo nella cura oncologica a livello nazionale.

Il Ministero della Salute, nel 2017, ha incluso la Protonterapia nei Livelli Essenziali di Assistenza per 10 patologie oncologiche.

Raccomandazioni dell'Istituto Superiore di Sanità

Nel 2021, l’Istituto Superiore di Sanità ha emesso raccomandazioni che evidenziano i maggiori vantaggi della Protonterapia nel trattamento di tumori solidi pediatrici, tumori in sedi critiche e poco responsivi alla radioterapia convenzionale.

Ciò apre prospettive positive per l’espansione delle prestazioni di Protonterapia garantite dalla sanità pubblica

Fonte:

Studio clinico per un vaccino terapeutico contro l’HIV al San Raffaele di Milano

Al San Raffaele di Milano parte lo studio clinico per testare un nuovo vaccino terapeutico contro l’HIV. Un passo avanti nella ricerca.

Un approccio innovativo di Tomas Hanke

Il Jenner Institute dell’Università di Oxford, guidato da Tomas Hanke, ha sviluppato un vaccino terapeutico per l’HIV.

Sebbene non in grado di prevenire l’infezione, il vaccino denominato HIVconsvX si propone di controllare l’infezione in modo efficace.

Dopo risultati incoraggianti ottenuti in precedenti test su volontari non infetti da HIV, il vaccino sarà ora sperimentato in Italia presso l’Irccs Ospedale San Raffaele.

Un'emergenza persistente

Con 85,6 milioni di persone nel mondo e 160.000 solo in Italia che vivono con l’HIV, la necessità di nuove cure, inclusi i vaccini, è ancora una priorità.

Nel 2022, sono stati diagnosticati circa 2000 nuovi casi di infezione da HIV in Italia.

Il team di ricerca milanese, guidato da Gabriella Scarlatti, ha avviato uno studio clinico per valutare la sicurezza e la risposta immune del nuovo vaccino HIVconsvX.

Trattamenti attuali

Attualmente, i farmaci antiretrovirali riescono a bloccare la replicazione del virus e rendere la sua presenza nel sangue non rilevabile, garantendo un’aspettativa di vita sovrapponibile a quella della popolazione generale.

Tuttavia, questi trattamenti devono essere seguiti per tutta la vita e la loro interruzione può portare a una ricomparsa del virus in poche settimane.

La ricerca di alternative, come il vaccino terapeutico, diventa cruciale.

Le due fasi del Trial

Lo studio clinico presso l’Ospedale San Raffaele coinvolge 33 volontari con HIV-1 positivi, che hanno mantenuto la stabilità dell’infezione attraverso terapia antiretrovirale per almeno 2 anni.

La fase I prevede uno studio randomizzato per valutare la sicurezza del vaccino, seguito da uno studio sulla risposta immune nella fase successiva.

Il vaccino HIVconsvX mira a coprire una vasta gamma di varianti dell’HIV-1.

La sfida della ricerca e la collaborazione internazionale

L’eradicazione dell’HIV è difficile a causa della sua variabilità, ma il vaccino terapeutico potrebbe rappresentare un passo avanti nel controllo a lungo termine dell’infezione.

Il progetto HIV-CORE007 è parte dell’European Aids Vaccine Initiative 2020 (Eavi2020) e ha ricevuto finanziamenti anche dal Ministero della Salute.

La collaborazione internazionale e la progettazione dell’immunogeno da parte di Tomas Hanke testimoniano gli sforzi globali nella ricerca di una soluzione efficace contro l’HIV.

Conclusioni e prospettive

Il vaccino terapeutico rappresenta una speranza tangibile per il controllo duraturo dell’HIV.

Gabriella Scarlatti e il suo team credono che questa ricerca possa offrire opportunità preziose per migliorare la gestione clinica a lungo termine delle persone con HIV, specialmente in aree dove l’accesso continuo ai farmaci è un problema.

La lotta contro l’HIV continua, ma con nuove scoperte e approcci innovativi, si aprono nuove possibilità per migliorare il benessere e la qualità di vita delle persone colpite dall’infezione.

Innovazioni oftalmologiche: ecco i farmaci del futuro

Le ultime frontiere dell’oculistica: inibitori C5 per la maculopatia, terapie long-acting, lenti innovative e realtà virtuale in sala operatoria.

Inibitori del complemento C5 per trattare la maculopatia atrofica

La maculopatia, con le sue forme ‘secca’ ed ‘umida’, rappresenta una seria minaccia per la vista, in particolare per la popolazione occidentale.

Il professor Stanislao Rizzo, Direttore del Dipartimento di Oculistica di Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Oculistica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sottolinea che queste malattie sono la causa più frequente di ipovisione e disabilità visiva dopo i 50 anni.

La maculopatia atrofica, una forma legata all’età, colpisce circa 1 milione di italiani.

Fino a pochi mesi fa, non c’erano trattamenti disponibili, ma recentemente sono stati introdotti farmaci negli Stati Uniti che agiscono contro questa forma di maculopatia.

Questi inibitori del complemento C5, come pegcetacoplan e avacincaptad pegol, hanno dimostrato di rallentare l’evoluzione della malattia nel 30% dei pazienti, segnando un significativo progresso.

Nuove terapie intravitreali per la maculopatia 'Umida'

Le terapie intravitreali sono efficaci contro le forme ‘umide’ della maculopatia, ma la necessità di iniezioni mensili in sala operatoria rappresenta una sfida.

Tuttavia, nuovi trattamenti intravitreali, come il farmaco Faricimab, un anticorpo bispecifico contro il VEGF e l’angiopoietina-2, e una nuova formulazione di Aflibercept, stanno emergendo.

Inoltre, la sperimentazione di uno speciale ‘serbatoio’ ricaricabile impiantato sulla parete dell’occhio, che rilascia gradualmente il farmaco anti-VEGF, potrebbe consentire intervalli di trattamento più lunghi, fino a un anno.

La prospettiva di una terapia genica per insegnare alle cellule della retina a produrre autonomamente farmaci anti-angiogenici rappresenta un’altra promettente direzione di ricerca.

Sfide e innovazioni nella gestione della miopia

La miopia, un’emergenza a livello mondiale che colpisce 2,6 miliardi di persone, è al centro dell’attenzione.

Con il previsto aumento del 50% della popolazione mondiale miope, il rischio di distacco della retina è in aumento.

Recenti studi hanno dimostrato l’efficacia di colliri a bassissima concentrazione di atropina e lenti a defocalizzazione periferica nel rallentare la progressione della miopia.

Nuove terapie, come lenti a contatto a defocalizzazione periferica, sono attese nel prossimo futuro.

Realtà virtuale in sala operatoria e progressi in chirurgia oculistica

Un altro aspetto affrontato al congresso è l’integrazione del metaverso e della realtà virtuale in chirurgia oculistica.

La simulazione in realtà virtuale sta diventando un elemento chiave nella formazione dei giovani oculisti, offrendo un ambiente sicuro per praticare interventi delicati.

L’utilizzo di microscopi digitali che proiettano immagini 3D in sala operatoria, insieme all’adozione di nuovi strumenti e tecniche, contribuisce a migliorare i risultati nei pazienti.

Terapia genica in oculistica

La terapia genica sta guadagnando terreno nella cura di malattie rare, come la retinite pigmentosa.

Studi e trial clinici sono in corso per trattare forme specifiche, e in futuro, la terapia genica potrebbe estendersi a patologie più comuni, come la maculopatia ‘umida’ e la retinopatia diabetica.

Le aziende farmaceutiche stanno investendo considerevolmente in questa promettente area di ricerca.

Innovazioni live e chirurgia oculistica

Il congresso ha ospitato interventi live dal Gemelli e da Gemelli Isola, durante i quali chirurghi provenienti da diverse parti del mondo hanno presentato nuove tecniche operatorie e strumenti avanzati, inclusi microscopi completamente digitali.

Questi progressi mirano a ottenere risultati sempre migliori nei pazienti, segnando ulteriori sviluppi nell’ambito della chirurgia oculistica.

Primo Impianto di Elettrodi Intracerebrali per Bambino con Epilessia Farmaco-Resistente

La U.O.C. Neurochirurgia dell’Istituto pediatrico Gaslini ha realizzato il primo impianto di elettrodi intracerebrali secondo la metodologia stereotassica, conosciuta come Stereo-EEG. Questo intervento pionieristico è stato eseguito su un bambino di nove anni affetto da epilessia focale farmaco-resistente.

Nuova tecnica di chirurgia dell'epilessia

Recentemente, presso l’IRCCS Giannina Gaslini, è stata introdotta una nuova tecnica nell’ambito della chirurgia dell’epilessia.

Questi interventi sono mirati a migliorare le condizioni dei pazienti che soffrono di crisi epilettiche “focali“, ossia crisi la cui origine si ipotizza essere localizzata in una specifica regione cerebrale e che sono poco o per nulla sensibili alla terapia medica tradizionale.

Ruolo fondamentale dell'intervento complesso

Il professor Lino Nobili, responsabile U.O.C. Neuropsichiatria dell’IRCCS Gaslini, spiega che l’intervento è estremamente complesso ma fondamentale per pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica tradizionale.

L’obiettivo è ottenere indicazioni precise per la prosecuzione dell’iter terapeutico, altrimenti non individuabili.

Successo del trattamento

Gianluca Piatelli, responsabile della U.O.C. Neurochirurgia dell’Istituto pediatrico ligure, aggiunge che grazie all’innovativo impianto, è stato possibile registrare l’origine delle crisi e guarire il bambino.

In alcuni casi, gli elettrodi vengono utilizzati per la coagulazione di piccole porzioni di tessuto cerebrale, realizzando lesioni limitate e precise che possono portare alla soppressione degli episodi critici.

Collaborazione multidisciplinare

Il risultato è il frutto della stretta collaborazione tra diverse specialità dell’ospedale, introducendo l’Istituto come Centro di Terzo Livello internazionale e aprendo nuove frontiere nella ricerca sull’epilessia.

L’intervento multidisciplinare coinvolge un’equipe di esperti altamente preparati, compresi neurochirurghi, neurofisiologi, neuropsichiatri, neurologi, neuroradiologi, tecnici di neurofisiopatologia, neurorianimatori, infermieri e anestesisti del Gaslini.

Stereo-EEG

La Stereo-EEG è una tecnica complessa di diagnosi che mira a localizzare la zona epilettogena, l’area cerebrale da cui originano le crisi focali.

Consiste nell’introdurre elettrodi attraverso la teca cranica nelle potenziali aree di origine delle crisi.

A differenza di tecniche meno accurate, permette di registrare direttamente le modificazioni dell’attività elettrica cerebrale alla fonte.

Procedura post-impianto

Dopo l’impianto, il paziente viene svegliato per iniziare la fase di monitoraggio clinico e neurofisiologico che può protrarsi per alcuni giorni.

Gli elettrodi vengono collegati a un elettrocefalografo per una registrazione diretta dell’attività cerebrale, facilitando l’individuazione del problema.

Lotta all'epilessia

In Italia, circa 500.000 pazienti, tra adulti e bambini, soffrono di epilessia per cui un intervento chirurgico curativo sarebbe ipotizzabile ma di difficile individuazione.

Il programma di chirurgia dell’epilessia presso l’IRCCS Gaslini è attivo dal primo decennio del 2000, grazie alla collaborazione tra la Neurochirurgia e la Neuropsichiatria.

Il Futuro della chirurgia dell'epilessia

Il dottor Alessandro Consales, neurochirurgo specializzato in chirurgia dell’epilessia dell’UOC Neurochirurgia, sottolinea che l’innovativo intervento rappresenta un passo in avanti per l’Istituto, allineandosi alle ultime novità della chirurgia di precisione.

Fonte:

Recupero neurologico con i robot End-Effector (EE)

I robot End-Effector, noti anche come robot EE, costituiscono una meraviglia della robotica moderna e della tecnologia riabilitativa, rivoluzionando il panorama del recupero neurologico. Queste sofisticate macchine rappresentano un balzo in avanti nell’approccio alla riabilitazione, offrendo una gamma di benefici profondi a pazienti affetti da lesioni o disturbi neurologici.

Meccanismo dei Robot End-Effector

I robot EE operano manipolando direttamente le estremità degli arti del paziente, concentrando la loro azione sulla parte distale dell’arto.

A differenza degli esoscheletri, questi robot sono dotati di avanzati sensori e motori che non solo guidano ma adattano dinamicamente i movimenti del paziente.

Il loro circuito di controllo sofisticato consente al robot di rilevare la forza esercitata dal paziente e rispondere in tempo reale.

Questa adattabilità permette sessioni terapeutiche altamente personalizzate, in cui il robot può assistere, resistere o guidare il paziente in base alle sue esigenze e ai progressi specifici.

Applicazioni in Neuroriabilitazione

  1. Riabilitazione degli Arti Superiori: I robot EE sono particolarmente efficaci nella riabilitazione di mani e braccia, contribuendo a migliorare l’ampiezza di movimento, la forza e la coordinazione attraverso esercizi mirati.
  2. Riabilitazione degli Arti Inferiori: In caso di disabilità agli arti inferiori, questi robot assistono pazienti in esercizi di deambulazione e in piedi, svolgendo un ruolo significativo nell’allenamento dell’andatura e aiutando i pazienti a reimparare a camminare.
  3. Sviluppo delle Capacità Motorie Fini: Per i pazienti che lottano con le capacità motorie fini, i robot EE sono impiegati in esercizi che richiedono precisione, come raccogliere oggetti, scrivere o abbottonare una camicia.
  4. Riabilitazione Cognitiva: Alcuni robot EE integrano esercizi cognitivi, aggiungendo un elemento cruciale alla terapia e contribuendo al recupero delle funzioni motorie e cognitive.

Benefici nel recupero Neurologico

  1. Maggiore Intensità e Ripetizione: Uno dei principali vantaggi offerti da questi robot è la possibilità di consentire allenamenti ripetitivi ad alta intensità, essenziali per la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di riorganizzarsi e formare nuove connessioni neurali.
  2. Terapia Personalizzata: L’adattabilità dei robot EE garantisce che ogni paziente riceva una terapia personalizzata in base alle sue capacità e ai suoi progressi attuali, migliorando notevolmente l’efficacia complessiva della riabilitazione.
  3. Maggiore Motivazione: Molti robot EE integrano tecnologie come la realtà virtuale o interfacce simili a giochi, rendendo il processo di riabilitazione più coinvolgente e motivante per i pazienti.
  4. Monitoraggio Obiettivo dei Progressi: La capacità di questi robot di registrare e analizzare i dati fornisce ai terapisti informazioni preziose sui progressi del paziente e sull’efficacia della terapia, consentendo una gestione più precisa e informata del percorso di recupero.
  5. Sicurezza e Supporto: I robot EE creano un ambiente sicuro in cui i pazienti possono praticare i movimenti senza il rischio di lesioni, un aspetto fondamentale soprattutto nelle fasi iniziali del recupero.

Conclusioni

I robot End-Effector rappresentano un progresso significativo nella neuroriabilitazione, offrendo terapie personalizzate, intensive e coinvolgenti.

Queste macchine avanzate sono una fonte di speranza per i pazienti desiderosi di riconquistare indipendenza e qualità di vita dopo disturbi neurologici.

Con la continua evoluzione della tecnologia, le potenziali applicazioni e i vantaggi dei robot EE nel recupero neurologico sono destinati a espandersi, aprendo una nuova era nella terapia riabilitativa.

Fonte:

Mike Hershkovitz    CEO e proprietario @ BDM-Pro